Svizzera e Francia / Giura

Tra castelli, monasteri, laghi e cascate

Nel Giura svizzero e in quello francese. Paesaggi inviolati: ameni laghetti, imponenti canyon, spettacolari cascate, indimenticabili panorami sulle alpi. Suggestivi borghi medievali con castelli e austere abbazie. Ricche e interessanti testimonianze del passato si possono scoprire a Neuchâtel e a La Chaux-de-Fonds. In quest’ultima località, città natale di Le Corbusier, si possono ammirare alcune significative e poco note opere giovanili del grande maestro, che ha rivoluzionato la storia dell’architettura.
Giò Rezzonico
01.05.2007 12:00

Itinerario

(maggio 2007)

  • 1° giorno Ticino – Neuchâtel (300 km)
  • 2° giorno Neuchâtel – Nyon – Château de Coppet – Lac de Joux – Romainmôtier – Montbenoît (260 km)
  • 3° giorno Montbenoît – Cirque de Consolation – Saut du Doubs – La Chaux-de-Fonds – Neuchâtel (100 km)
  • 4° giorno Neuchâtel – Ticino (300 km)

 

Durata del viaggio: 4 giorni

Operatore turistico: Organizzato in proprio

  

  

 

 

Una natura incontaminata. Laghetti ameni, imponenti canyon, la spettacolare cascata del Doubs, panorami indimenticabili con le Alpi sullo sfondo costituiscono lo scenario di questo interessante itinerario nella regione del Giura (Vaud e Neuchâtel), sconfinando nel territorio francese della Franche-Comté. «Il Giura svizzero, si legge sulla guida Lonely Planet, conserva un alone di magia, un cuore segreto, che ancora non ha svelato al circuito mediatico internazionale». Il nostro itinerario parte da Ginevra e prevede la scoperta di una regione non battuta dal turismo di massa, eccetto la cascata del Doubs. Oltre a paesaggi inviolati si visitano suggestivi borghi medievali con castelli e austere abbazie e due città – Neuchâtel e La Chaux-de-Fonds – ricche di testimonianze interessanti. In particolare si possono scoprire a La Chaux-de-Fonds, città natale di Le Corbusier, alcune significative e poco note opere giovanili di questo grande maestro, che ha rivoluzionato la storia dell’architettura. 

 

A corte di Madame de Staël

Il primo appuntamento del nostro itinerario è di carattere letterario. Seguendo l’autostrada per Losanna, facciamo infatti tappa allo «Château de Coppet», dove Madame de Staël, giudicata indesiderata in Francia da Napoleone, si stabilì per creare una sorta di principato letterario, soprannominato «d’Etats généraux de l’opinion européenne» a cui parteciparono Benjamin Constant, Lord Byron e altri importanti intellettuali dell’epoca. Il grazioso villaggio, che ospita il castello, si affaccia sul lago Lemano con una via principale costruita nel XVI secolo. 

 

La Nyon di Giulio Cesare

Costeggiando il lago per una decina di chilometri giungiamo a Nyon, fiera di essere stata fondata da Giulio Cesare con il nome di «Colonia Iulia Equestris». Il «Musée romain», accanto al quale troneggia una statua dell’imperatore, custodisce interessanti reperti d’epoca romana. Il castello e i palazzi con portici della suggestiva Place du Marché (Piazza del mercato) risalgono all’epoca dell’occupazione bernese del XVI secolo. Per ammirare la graziosa cittadina, che si affaccia sulle acque del Lemano, vale la pena di seguire la «Promenade des Vieilles Murailles», dalla quale si gode un bel panorama sul borgo medievale, sul porto (Quartier de Rive) e, in lontananza nelle giornate nitide, anche sulla catena alpina.

 

Verso il Lac de Joux

Da Nyon ci dirigiamo verso il Lac de Joux ed entriamo in una regione dove laghetti, foreste fitte e misteriose radure verdi come smeraldi si alternano una dopo l’altra attraverso le basse montagne del Giura, in un paesaggio ideale per il riposo e lo svago. Fino agli anni Venti del secolo scorso la spessa coltre di ghiaccio che ricopriva questo lago d'inverno veniva tagliata in blocchi, conservati in sotterranei e spediti in treno a Parigi. Interessanti fotografie che documentano questa singolare attività sono esposte nel villaggio di Le Pont, all’Hôtel de la Truite.

Prendendo la strada per Romainmôtier, seguiamo la deviazione per la montagna Dent de Vaulion fino al termine della strada, da dove saliamo 15 minuti a piedi fino alla vetta. Qui ci appare uno di quei rari panorami che danno l’impressione di essere sul tetto del mondo, nonostante siamo solo a quota 1500 metri. Questo luogo merita davvero le tre stelle attribuitegli dalla guida Michelin verde. In lontananza, nelle giornate di bel tempo, si può ammirare la maestosa catena alpina perennemente innevata. Più ravvicinato appare il lago Lemano. La vista sul Giura e sulla ridente Vallée de Joux in primo piano mostra l’incredibile armonia dei paesaggi giurassiani. 

 

L’abbazia romanica di Romainmôtier

Riprendiamo la strada in direzione Romainmôtier, che dista pochi chilometri. L’abbazia romanica appare immediatamente in tutto il suo splendore, inserita nel contesto idilliaco di un villaggio immerso nel verde, che permette un tuffo nel passato, immaginando i tempi antichi in cui i monaci di Cluny disponevano di venti chiese nella valle e controllavano trenta villaggi. A testimoniare l’importanza nell’antichità di questo luogo sperduto una lapide ricorda che qui, nel 1501, Margherita d’Austria sposò Filiberto il Bello. L’edificio romanico, a cui si accede oltrepassando una porta fortificata dell’antica cinta muraria del convento, è costruito con una pietra calcarea del Giura d’un colore caldo, che assume tonalità diverse a seconda della posizione del sole. 

A una decina di chilometri un altro monumento merita una visita: lo Château de La Sarraz, fondato nell’XI secolo e rimaneggiato nel XV e XVI, circondato da un bel parco-giardino. 

 

In Francia al monastero di Montbenoît

Il nostro itinerario a questo punto prosegue in Francia. Giunti alla frontiera di Vallorbe ci dirigiamo verso l’affascinante monastero di Montbenoît passando per il romantico Lac de Saint-Point, che si può costeggiare sui due lati con bei panorami anche sul mite paesaggio circostante. Prima di arrivare alla meta attraversiamo la Cluse de Joux, sovrastata da un imponente castello. Si tratta di un'incredibile strettoia scavata nella roccia, dalla quale già in epoca romana passava la strada che collegava l’Italia con il nord dell’Europa. Si può bene immaginare quale fosse l’importanza strategica di questo castello, che controllava un’importante via commerciale, dalla quale erano però costretti a passare anche gli invasori.

Ci troviamo ora nella cosiddetta «Repubblica di Saugeais», comprendente 11 comuni. con capitale Montbenoît, dove passiamo la notte. Gli abitanti di questi villaggi hanno radici vallesane. Furono chiamati in questa regione nel XII secolo da un arcivescovo. Da allora si dice abbiano conservato un dialetto, nonché costumi e abitazioni diversi da quelli delle zone circostanti. Il mattino del giorno dopo visitiamo l’abbazia: la parte principale dell’edificio risale al XII secolo, altre parti sono successive, come il romantico chiostro quattrocentesco o i notevoli stalli del coro e la sala capitolare del XVI secolo.

 

«Cirque de Consolation» e «Saut du Doubs»

Lasciato il villaggio di Montbenoît e giunti a Morteau proseguiamo verso il cosiddetto «Cirque de Consolation», con tappa dapprima sulla «Roche du Prêtre» da cui si può ammirare dall’alto questa regione particolare. Si tratta di un canyon, con le pareti ricoperte da una folta foresta, scavato nel dolce paesaggio agreste di un altopiano. Una strada circolare indicata come «Cirque de Consolation» ci permette di percorrere la zona e di raggiungere il monastero sul fondovalle, con un bel parco lungo la riva del fiume. 

A pochi chilometri si trova Villers-le-Lac, da cui partono i battelli che risalgono il Lac de Chaillexon per raggiungere il «Saut du Doubs». La cascata è davvero imponente e la si può osservare da diversi punti (bisogna calcolare 2 ore per andata/ritorno e visita). Questo grazioso laghetto divide la Francia dalla Svizzera. Sul versante elvetico si affaccia il pittoresco villaggio di Les Brenets. Il lago è scavato a tratti in modo spettacolare nella roccia giurassiana. In inverno, a causa della rigidità del clima, si trasforma in un’immensa pista di ghiaccio.

  

La Chaux-de-Fonds, capitale degli orologi

Il nostro percorso ritorna quindi in Svizzera. In mezz’ora circa di automobile giungiamo a La Chaux-de-Fonds, capitale dell’orologeria elvetica. La leggenda racconta che nel 1679 un mercante di cavalli rientrò da Londra con un orologio invidiatogli da tutti che un bel giorno si fermò. I cittadini di La Sagne, vicino a La Chaux-de-Fonds, gli consigliarono di rivolgersi a un giovane ingegnoso: Daniel Jeanrichard, che non solo riuscì a ripararlo, ma ne studiò i meccanismi e fondò la prima fabbrica di orologi nella regione. La Chaux-de-Fondsè sede del «Musée International d'Horlogerie», che possiede la più ampia collezione al mondo con 3 mila orologi esposti e altrettanti nei magazzini. Il museo non si limita a percorrere la storia dell’orologio a partire dal Cinquecento, ma va oltre proponendo i molteplici strumenti concepiti per misurare il tempo dall’antichità fino ai giorni nostri.

 

Incontro con il giovane architetto Le Corbusier

Esiste un altro motivo per fare tappa a La Chaux-de-Fonds. Questa città infatti, il 6 ottobre 1887, al numero 38 di Rue de la Serre, diede i natali a Charles-Édouard Jeanneret-Gris, in arte Le Corbusier, uno dei più grandi architetti della storia. Seguendo un interessante itinerario si possono ammirare le opere giovanili di questo genio dell’architettura moderna. In particolare «Villa Fallet» (1, Chemin de Pouillerel) del 1906, la prima realizzazione di Le Corbusier in collaborazione con alcuni colleghi di studio. «Villa Stotzer» (6, Chemin de Pouillerel) del 1908, disegnata in collaborazione con René Chapallaz. «Villa Jaquemet» (8, Chemin de Pouillerel) del 1908, pure costruita in collaborazione con René Chapallaz. «Villa Schwob», detta «Villa Turque» (167, Rue du Doubs) del 1917. Al «Musée des beaux-arts» si possono inoltre ammirare alcune sculture e opere pittoriche del maestro.

Di grande interesse la «Maison blanche» (12, Chemin de Pouillerel) costruita da Le Corbusier nel 1912, all’età di 25 anni, per i genitori e recentemente aperta al pubblico. Impossibile non rimanere affascinati dalla luminosità di questa casa e dallo straordinario rapporto tra interno ed esterno.

Il nostro itinerario volge al termine. Per raggiungere Neuchâtel prendiamo la vecchia strada indicata come «La Vue-des-Alpes». Dopo pochi chilometri in salita giungiamo a un belvedere, situato a 1283 metri di altezza, da cui si gode una splendida vista sulle Alpi e sul lago di Neuchâtel. A pochi chilometri d’automobile, seguendo le indicazioni per «Tête de Ran», ci si immerge in un paesaggio montano affascinante, romantico e inatteso.

 

Il pittoresco centro storico di Neuchâtel

Prima di arrivare a Neuchâtel facciamo ancora una breve sosta al grazioso villaggio medievale di Valangin con il suo imponente castello.

Alloggiando in riva al lago possiamo visitare la città a piedi. Iniziamo dal lungolago percorrendo Quai Ostervald, che collega l’Esplanade du Mont-Blanc al porto. Ci inoltriamo quindi nel pittoresco centro storico, dove rimaniamo affascinati dalle numerose fontane del XVI e XVII secolo. Si racconta che Enrico II di Orléans per festeggiare la conquista della città nel 1657 fece scorrere 6 mila litri di vino rosso del paese dalla Fontana del Grifone, che esiste ancora oggi. Dopo una breve sosta nella Place des Halles, antica e attuale piazza del mercato (martedì, giovedì e sabato mattina) con i suoi bei palazzi settecenteschi, saliamo per le anguste viuzze (in particolare Rue du Pommier) che ci portano sulla collina, dove si trovano il castello (XV e XVI secolo) e la collegiata di origine romanica. Di particolare interesse, nella chiesa, il monumento funebre (cénotaphe) del XIV secolo dedicato ai conti di Neuchâtel. Si tratta di quattordici grandi statue policrome in pietra, che rappresentano dame e cavalieri in preghiera. Dal sagrato scendiamo verso la «Tour des Prisons», che data del X secolo, dall’alto della quale si gode una splendida vista sulla città, sulla collegiata e sul castello. Chi ha la fortuna di trovarsi a Neuchâtel una prima domenica del mese non si lasci sfuggire la visita del «Musée d'art et d'histoire», per ammirare i famosi «Automates» in funzione. Tre statue: un musicista, uno sculture e un pittore, fabbricate nel XVIII secolo e provviste di un geniale e complesso meccanismo che le anima. 

 

 

Per saperne di più

  • Svizzera, La Guida Verde Michelin, Milano 2008
  • Suisse, Le Guide Vert Michelin, Paris 2007
  • Suisse, Les Guides Bleus Hachette, Paris 1977
  • Svizzera, DeAgostini-Baedeker, Milano 2003
  • Svizzera, Lonely Planet, Torino 2003
  • Svizzera, Touring Club Italiano, Milano 2002
  • Luca Merisio, Engadina. Le più belle escursioni, Lyasis Ed., Sondrio 2005

 

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