WhatsApp? Io con 19 miliardi avrei...

NEW YORK – Certo non sono molte le persone al mondo che possono permettersi di effettuare un acquisto da 19 miliardi di dollari. Mica noccioline. Mark Zuckerberg è una di queste, e mercoledì scorso ha deciso di aprire il portafoglio e di sborsare l?astronomica cifra di cui sopra per inglobare WhatsApp nel suo impero virtuale: Facebook.
L?investimento dell?imprenditore statunitense ha chiaramente sollevato un polverone, fra chi ne ha criticato le dimensioni e chi invece ne ha elogiato la lungimiranza. Tant?é. C?è chi sul web ha voluto scherzarci su, reinventandosi ricco imprenditore e fingendo – ahiloro – di disporre gli stessi averi zuckerberghiani. Da qui è quindi nato il sito ?thingsthatarecheaperthanwhatsapp? (vedi link in alto a destra), ovvero ?cose che sono meno care di whatsapp?, pagina virtuale, in costante aggiornamento, dove si elencano tutta una serie di possibili acquisti alternativi stimati in meno di 19 miliardi di dollari. Un?iniziativa simile era stata avanzata lo scorso mese di agosto, quando venne reso noto l?ammontare del salario annuale versato dal Real Madrid al suo neo-giocatore Gareth Bale: 16 milioni di euro. Anche in quel caso venne aperta la pagina ?Whatbaleearns? (vedi suggeriti), nella quale veniva calcolato il progressivo aumento del potere d?acquisto del calciatore al quale, di pari passo, si accostavano delle possibili, quanto assurde compere realizzabili.
Ora, se il gallese non se la passa male con 1,4 milioni di euro al mese, pensate alle possibilità che vi si aprono con ben 19 miliardi di dollari. Su ?thingsthatarecheaperthanwhatsapp? ci si è sbizzarriti alla grande, e ogni giorno è possibile leggere qualche stravagante proposta economicamente più vantaggiosa rispetto alla verde applicazione di messaggistica istantanea. Eccovene qualcuna:
Le nazioni
Sicuramente meno caro di WhatsApp si sarebbe rivelato per esempio l?acquisto di un?intera nazione. Con ?soli? 14 miliardi di dollari Zuckerberg si sarebbe potuto portare a casa l?Islanda, mentre con uno in più la Giamaica.
Mezzi di trasporto
Il fondatore di Facebook sicuramente disporrà di uno o più jet privati, ma perché non esagerare? Con 11 miliardi di dollari l?American Airlines in toto sarebbe infatti stata a portata di mano. E in caso di vertigini l?alternativa è bell?e che pronta: per assicurarsi tutto il parco treni transalpino TGV bastano in effetti 4,2 miliardi.
Grandi eventi
Beh, forse per finanziare le monumentali e megalomani Olimpiadi russe di Sochi non sarebbero bastati nemmeno 19 miliardi. Poco male. Con molto meno budget – 10,4 miliardi di dollari - si sono organizzati gli ultimi Giochi estivi di Londra. Un?ambizione più che legittima dunque.
Sport
Di certo Mark Zuckerberg non sarà appassionato di sola informatica (o no?. Il giovane imprenditore. immaginiamo, tiferà per una qualche squadra di calcio, basket o football americano. Perché quindi non investire nello sport? Detto fatto. Mr Facebook con 16 miliardi di dollari si potrebbe acquistare tutte le prime 20 squadre di calcio del mondo (e magari finanziare anche l?FC Ticino 2014?). All?incirca dodici miliardi, per contro, servirebbero per diventare il proprietario delle top 10 della NFL, il principale campionato di football americano.
Arte
E se Zuckerberg fosse pure un filantropo accanito? Nel caso contrario sarebbe davvero un peccato. Sommando il prezzo di vendita dei 50 quadri più costosi di sempre, si raggiungono in effetti i 5 miliardi di dollari. Un spesa più che ragionevole per un appassionato d?arte che ne dispone addirittura 19.
Aiuti umanitari (soprattutto)
E l?altruismo dove lo mettiamo? Fa riflettere il fatto che con 10 miliardi di dollari, nove in meno rispetto a quelli investiti in WhatsApp, Zuckerberg avrebbe potuto finanziare la soluzione definitiva alla mancanza di acqua potabile nel mondo. O, perché no, coprire per i prossimi quattro anni tutti i costi legati alla cura del cancro sul pianeta. E dal momento che è possibile stimare in 3 miliardi di dollari la spesa per vaccinare tutti i bambini del mondo contro il morbillo e la rosolia – causa di ancora molti decessi infantili -, anche in questo settore della medicina un colpo di mano non avrebbe fatto male. Anzi.