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«Cultura, non biologia»: il razzismo spiegato da un neuroscienziato

Federica Serrao e Giacomo Butti intervistano il professor Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio — Il 20 marzo sarà presente all'USI per il simposio «Noi vs loro: il cervello razzista»
Red. Online
18.03.2023 06:00

Come funziona il cervello? E come nasce, nelle menti, il razzismo? Sono queste le domande al centro del simposio in programma il 20 marzo nell'Aula Magna dell'USI di Lugano, un convegno organizzato dall'associazione BrainCircle e intitolato «Noi vs loro: il cervello razzista». L'evento è stato organizzato a ridosso del 21 marzo: data in cui ogni anno si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale per l'eliminazione della discriminazione razziale.

Tra i prestigiosi relatori presenti, ci sarà anche il celebre neuroscienziato Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio. Federica Serrao e Giacomo Butti lo hanno intervistato: dalla scoperta, anni fa, dei neuroni legati all'empatia fino alle discriminazioni (biologiche o culturali?).

Come può un neuroscienziato affrontare il tema del razzismo? «Le aree del cervello funzionano allo stesso modo per tutti: parlare di razzismo da un punto di vista biologico è una stupidaggine».

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