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Genocidio, genesi e storia della parola che divide il mondo

In questa puntata Dario Campione ci racconta il libro scritto da Paolo Fonzi e pubblicato da Laterza
©HAITHAM IMAD
Dario Campione
18.10.2025 06:00

Oggi vi racconto il libro di Paolo Fonzi, Genocidio. Una storia politica e culturale, pubblicato da Laterza. 

Che cos’è un genocidio? Quando nasce l’idea di genocidio? Quando la parola diventa la «g-word», il concetto tabù che esprime una sorta di limite tra civiltà e barbarie, un limite tra l’umano e il disumano? E perché continuiamo a interrogarci sull’opportunità o meno di parlare di genocidio a proposito della guerra condotta da Israele contro Hamas e contro i palestinesi?

A queste domande, e ad altre ancora, tenta di dare una risposta Paolo Fonzi, associato di Storia contemporanea all’Università Federico II di Napoli e autore di una monografia interamente dedicata proprio al concetto di genocidio. Quello tra Israele e Palestina, spiega Fonzi, «è un conflitto antico, che si è intrecciato con tutte le fasi recenti della storia mondiale dall’inizio del Novecento. Dagli anni Settanta, la causa palestinese è stata assunta come la vicenda più emblematica di lotta al neocolonialismo».

Anche per questo, l’attenzione verso la tragedia di Gaza è così ampia e condivisa. Molto più di quanto ce ne sia per l’Ucraina o di quanto ce ne sia stata per la guerra civile in Siria, un conflitto durato molti anni con un grandissimo numero di vittime. Lo stesso vale per il Sudan, il Myanmar, la Cecenia, il Tigray. Tutto questo accade, dice ancora Fonzi, «forse perché si considera Israele una democrazia parte dell’Occidente, che non dovrebbe compiere crimini del genere». E forse perché c’è una «reazione, consapevole o meno, alla preminenza della memoria della Shoah».

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