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L’incredibile storia del regista cileno che si fece beffe del generale Pinochet

Cinquant'anni fa, l'11 settembre del 1973, i militari golpisti cancellarono nel sangue la democrazia in Cile – Dario Campione ripercorre quel giorno doloroso raccontandoci lo straordinario libro di Gabriel García Márquez e pubblicato a più riprese in italiano da Mondadori
I sotterranei dello stadio nazionale, usati come prigione durante la dittatura di Pinochet. © AP
Red. Online
09.09.2023 06:00

Se diciamo 11 Settembre la memoria corre al 2001, al collasso delle Torri gemelle, al mondo che guarda inorridito gli attentati suicidi dei terroristi di Al Qaeda a New York e ad Arlington, in Virginia. Ma per la mia generazione, e anche quelle precedenti, certo, c’è stato un altro 11 Settembre. Altrettanto tragico, doloroso, indimenticabile. Il giorno in cui, nel 1973, 50 anni fa, i militari golpisti del generale Augusto Pinochet cancellarono nel sangue la democrazia in Cile.

Dario Campione ha pensato a lungo quale libro avrebbe potuto raccontare meglio di altri l’11 Settembre 1973. E fino all’ultimo era convinto che Il generale e il giudice, di Luis Sepúlveda, fosse la scelta inevitabile. Ma poi, si è imbattuto in uno straordinario racconto scritto nel 1985 da Gabriel García Márquez e pubblicato a più riprese in italiano da Mondadori: Le avventure di Miguel Littín, clandestino in Cile. Buon ascolto.