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«Parlavamo di cose leggere, poi è piombata la guerra»

L'ospite della puntata del 12 marzo è Marco Minoli di Slitherine: il destino dei programmatori informatici russi e ucraini e le prospettive per il mondo del gaming
© CdT/Chiara Zocchetti
Marcello Pelizzari
12.03.2022 06:00

Ne abbiamo scritto alcuni giorni fa, in questo approfondimento: il 10% degli sviluppatori di software, a livello globale, proviene da Bielorussia, Russia e Ucraina. Lo scoppio del conflitto, va da sé, ha complicato (e di molto) le cose per le aziende occidentali, abituate ad affidare svariati progetti agli informatici dell'Est. Un problema che si ripercuote, evidentemente, anche sul fronte dei videogiochi. 

In questa puntata di CdT - L'ospite abbiamo chiacchierato a 360 gradi con Marco Minoli, marketing director di Slitherine, azienda britannica che ha anche una sede a Milano. Slitherine produce videogiochi strategici, di nicchia se vogliamo. Prima del conflitto stava vivendo un periodo di forte sviluppo. 

Quali effetti ha provocato, nel settore, l'invasione russa? Aumenteranno i costi di produzione? Soprattutto: a livello umano quanto è difficile sapere di colleghi sotto la costante minaccia delle bombe?

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