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Troppi scrittori e pochi lettori: il paradosso del mondo che non ama i libri

Dario Campione ci racconta «In breve. Incontri, idiosincrasie, illuminazioni» di Franco Marcoaldi
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Red. Online
01.07.2023 06:00

Come ci sono film che parlano di cinema, così ci sono libri che si occupano di scrittura, libri che raccontano altri libri. Non mi riferisco ai saggi critici, ai testi di storia della letteratura. No. Parlo di volumi nei quali gli autori solitamente annotano le proprie letture e le fanno germogliare. Le trasformano in riflessioni, idee, spunti. O, nel caso di Franco Marcoaldi, in idiosincrasie e in illuminazioni. Pensieri brevi, quelli di Marcoaldi, che si riallacciano spesso all’attualità. Confermando l’assunto che tra le pagine diun buon libro, anche di un buon libro antico, e non necessariamente un classico, ci sono sempre «tracce» del presente. Leggere ha una «natura dolcemente eversiva», dice Franco Marcoaldi. «Alleggerisce delle infinite zavorre di luoghi comuni che ci impediscono di agire con la nostra testa». Scardina. O dovrebbe farlo. Perché insegna, magari involontariamente, a mettere in discussione. A passare «dalla veritas alla varietas». Dario Campione ci racconta il libro di Franco Marcoaldi In breve. Incontri, idiosincrasie, illuminazioni, pubblicato da La Nave di Teseo. Buon ascolto!

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