L'iniziativa

Dal Ticino agli Stati Uniti con il robot

Il gruppo di ragazzi «Smilebots» di Massagno è in partenza per Houston, in Texas, alla finale internazionale del torneo First Lego League, competizione dedicata a robotica e innovazione
Gli «Smilebots» di Massagno alla finale First Lego League Challenge nel 2019 negli Stati Uniti
Jona Mantovan
31.03.2022 10:46

Il pubblico. Un tavolo da gioco colorato, disseminato di ostacoli e piccoli oggetti costruiti con i Lego. E poi c'è lui. Il robot, sempre assemblato con i celebri mattoncini di plastica. Un lungo respiro, un pulsante da premere sulla «macchina» e via al tempo. Due minuti e mezzo per completare decine di complicati passaggi, muovendosi in completa autonomia, senza interventi dall'esterno. È quel che succederà a Houston in Texas, negli Stati Uniti d'America, in aprile. Dal 20 al 23, infatti, quaranta squadre di ragazzi provenienti da tutto il mondo si batteranno nella finale mondiale del torneo di robotica First Lego League. Tra loro c'è pure «Smilebots» (anche su YouTube), una compagine ticinese, che ha la sua sede operativa a Massagno, sotto l'ala dell'associazione ated - ICT Ticino (guarda il video) e composta da Matteo, Leonardo, Marco e due Federico. Tutti giovanissimi e ancora scolari, dalla terza media alla seconda liceo.

Il gruppo, la cui composizione è variata nel tempo, non è nuovo a prestazioni di questo livello. Fondato nel 2014 e guidato da Corrado Corsale, mentor di Ated4kids (la realtà di ated - ICT Ticino rivolta ai più piccoli), sono ormai otto anni che i ragazzi partecipano alle competizioni del torneo. «Eravamo già stati alla finale dei mondiali statunitensi nel 2019, nei quali avevamo raggiunto il dodicesimo posto su 120 squadre finaliste», spiega Corsale, che nella vita è responsabile IT presso Mikron. Mica male, se si considera che le formazioni annunciate alla pubblicazione del bando sono oltre 40.000. Ma c'è di più. Non senza nascondere una punta di orgoglio, Corsale sottolinea come gli Smilebots siano «gli attuali campioni svizzeri in carica». La compagine ticinese, infatti, nella finale nazionale del febbraio 2020, aveva battuto sia i padroni di casa Mindfactory sia i campioni Coira Capricorns. 

Nomi di primo piano

La Svizzera italiana, insomma, si fa strada anche nel settore della robotica rivolta a bambini e ragazzi. «Ci eravamo qualificati sempre per il torneo mondiale una seconda volta nel 2020, che però è stato annullato a causa della pandemia. Quest'anno siamo stati nuovamente selezionati per partecipare ai mondiali di Houston, appunto». I nomi che sponsorizzano l'iniziativa dell'azienda danese sono di primo piano. Su tutti spicca Amazon. E non è un caso che, quest'anno, il titolo della sfida è «Cargo Connect». «Tutto dedicato alla logistica e al trasporto.

I ragazzi devono dimostrare di avere qualche idea innovativa nell'ambito dei trasporti, con un occhio d'attenzione rivolto alla sostenibilità e all'efficienza», spiega Corsale. Ma la gara non consiste «solo» nella prestazione del robot autoguidato sul piano di gioco, che in realtà conta al 25%: «I ragazzi hanno anche sviluppato un progetto e costruito un prototipo vero e proprio (quindi senza usare i mattoncini colorati, ndr) e presenteranno un concetto che propone un sistema per il trasporto lacustre innovativo per le merci o per la posta». L'ingegnere mostra il modellino che sarà portato negli Stati Uniti, realizzato con una stampante 3D e dotato di motore e antenna Gps. Il piccolo motoscafo è autonomo, è sufficiente impostare la destinazione attraverso un'app sullo smartphone.  

Il mondo del lavoro "dei grandi"

La preparazione al torneo rispecchia il mondo del lavoro reale, quello dei «grandi»: la chiave è, appunto, la squadra, il lavoro in gruppo. «Il team building, infatti, è uno dei capitoli che la giuria prende in esame», conferma il «coach». «Nelle aziende vere, i progettisti risolvono problemi di ingegneria anche molto complessi collaborando fra loro. I ragazzi imparano che, nonostante abbiamo un ruolo o una responsabilità specifica all'interno del gruppo, il loro lavoro è importante perché non è fine a sé stesso, ma insieme al lavoro degli altri permette di raggiungere uno scopo più grande».

Le ricerche

Ma come nasce l'idea per proporre un progetto innovativo dedicato al tema, sempre diverso, della sfida lanciata dalla Lego? «Cerchiamo di individuare dei problemi e proporre delle soluzioni su scenari che ipotizziamo anche attraverso una serie di incontri con degli esperti. Per esempio, in passato ci è capitato di intervistare l'astronauta italiano Paolo Nespoli... ma abbiamo coinvolto progettisti, architetti,... un paio di anni fa, quando il tema era dedicato al benessere e allo sport, avevano chiesto un parere a un esperto che opera al Centro sportivo di Tenero».

La raccolta fondi

Simona Miele, dell'associazione ated - ICT Ticino, è molto felice dei successi delle squadre (oltre agli «Smilebots», i cui ragazzi parteciperanno quest'anno per l'ultima volta perché hanno raggiunto il limite di età, c'è anche il futuro, rappresentato dagli «Smilebots Junior»). «In veste di associazione, lanciamo l'appello a tutte le realtà del territorio per aiutarci a mandare i nostri ragazzi alla finalissima negli Stati Uniti. Abbiamo previsto una raccolta fondi, sulla piattaforma eroilocali.ch della Banca Raiffeisen, esiste la possibilità di partecipare, attraverso un sostegno finanziario, alle spese di viaggio e agli altri importi, che sono considerevoli», conclude Miele. 

In questo articolo: