Guerra

«L'Ucraina deve poter fare come la Svizzera e decidere se entrare o meno nell'UE»

La vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno parla al Corriere del Ticino – VIDEO
Mattia Sacchi
09.05.2022 19:23

Torino, giornata dell'Europa. Un'occasione unica per ragionare, se vogliamo, in parallelo. Da una parte gli eventi musicali di Eurovision; dall'altra, invece, alcuni momenti di riflessione e discussione legati alle tensioni internazionali e, va da sé, alla guerra in Ucraina. 

Discussioni che potevano vantare un parterre d'eccezione: alla Scuola Holden, infatti, nell'ambito di un dibattito sull'Europa del futuro sono intervenuti la Commissaria europea per l'Uguaglianza Helena Dalli, il vicedirettore di Novaya Gazeta Kirill Martynov e Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento Europeo.

«In tutte le capitali del nostro continente – ha detto proprio Picierno ai microfoni del CdT – si parla di futuro con un linguaggio che è il nostro, fatto di libertà e diritti». 

In tempi di crisi, dapprima a causa della pandemia e ora per via della guerra, la società appare però divisa. Spaccata in due. «La risposta dell’Europa rispetto alla pandemia, però, è stata unitaria e forte» ha ribadito la vicepresidente. «Lo stesso si può dire rispetto all’invasione dell’Ucraina».

Ogni Stato sovrano è libero di decidere il proprio destino, ma deve farlo liberamente. Voi, in Svizzera, lo fate liberamente. Ai cittadini ucraini deve essere stata garantita la stessa libertà

A tenere banco, ovviamente, è il possibile, futuro ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea. Un evento che anche la Svizzera, per ovvi motivi, segue da vicino. «Queste sono scelte che competono agli Stati sovrani» ha concluso Picierno. «Ogni Stato sovrano è libero di decidere il proprio destino, ma deve farlo liberamente. Voi, in Svizzera, lo fate liberamente. Ai cittadini ucraini deve essere stata garantita la stessa libertà. Se, poi, il governo ucraino democraticamente eletto vorrà prendere parte di questa grande casa comune, per quanto mi riguarda sarà il benvenuto. Ma il punto che non deve mai essere messo in discussione è la libertà di ciascuno di poter scegliere rispetto al proprio futuro. Le minacce militari devono essere sempre rispedite al mittente».