Plusvalenze

15 punti in prestito alla Juve

Il CONI ha chiesto di riformulare la sentenza che aveva penalizzato il club bianconero, che in via provvisoria è tornato terzo in classifica – La vicenda rischia ora di trascinarsi per tutta l'estate – Confermate le condanne ad Agnelli, Paratici, Arrivabene e Cherubini, accolto il ricorso di Nedved
© Fabrizio Corradetti/LaPresse
Stefano Olivari
21.04.2023 06:00

La Juventus ha riavuto i 15 punti in classifica che le erano stati tolti per il caso plusvalenze e passa quindi dal settimo al terzo posto in Serie A. Con un asterisco: i 15 punti li ha riavuti provvisoriamente, quasi in prestito, in attesa di una nuova decisione della Corte di Appello della federazione. Nel tardo pomeriggio di ieri è finalmente arrivata la sentenza del Collegio di garanzia del CONI, il terzo grado di giudizio, dopo le tre ore di udienza di mercoledì. E a questo giro la giustizia sportiva ha detto bene alla Juventus, nell’ennesimo caso politico-sportivo dalla tempistica vaga. Ma cosa accadrà adesso?

Nove punti

Il CONI, cioè il Comitato Olimpico Nazionale Italiano, avrebbe potuto confermare i 15 punti di penalizzazione, così come annullare la squalifica per questioni di legittimità. Ma non poteva entrare nel merito, e quindi ha rimandato la palla alla FIGC. Un mese di tempo per depositare le motivazioni e ulteriori 15 giorni per fissare una nuova data per la Corte d’Appello. La cui nuova sentenza, al più tardi a inizio giugno, potrebbe coincidere con i 9 punti in meno chiesti dal procuratore federale Giuseppe Chiné. Gli avvocati della Juventus si aspettano molto meno e per non dare battaglia il club adesso presieduto da Gianluca Ferrero accetterebbe di «chiudere» a meno 6: richiesta non ufficiale, ma già conosciuta da chi di dovere.

Sproporzionalità

La decisione del CONI era nell’aria, perché la federazione aveva rinunciato a costituirsi parte in giudizio nonostante nei gradi precedenti l’accusa fosse stata sostenuta proprio da Chiné. Un assist alla Juventus da parte del presidente della FIGC Gabriele Gravina (neovicepresidente dell’UEFA di Ceferin), un segno di distensione in vista dei processi pesanti che partiranno a fine maggio. Durante l’udienza a Roma l’accusa è stata sostenuta dal procuratore generale dello sport Ugo Taucer, di fronte a un esercito di avvocati della Juventus, già di suo favorevole ad una pena più morbida. Senza inerpicarsi in discorsi da giuristi di Google si può dire che il ricorso bianconero è stato accolto soprattutto nelle parti riguardanti la sproporzionalità della sanzione e le ipervalutazioni dei calciatori, che per la giustizia sportiva non sarebbero un illecito. Altra cosa la giustizia penale, per una società quotata in Borsa.

Addio Agnelli

La Juventus ha quindi vinto? No, perché l’obiettivo era l’annullamento della sentenza e quindi la restituzione definitiva dei 15 punti. Non ha vinto anche perché le squalifiche per i suoi principali dirigenti sono state confermate: 2 anni per Andrea Agnelli, 2 anni e 6 mesi per Fabio Paratici (ora al Tottenham), 2 anni per Maurizio Arrivabene, un anno e 4 mesi per il direttore sportivo Federico Cherubini che poi è l’unico rimasto (ancora per poco). Accolto il ricorso di Pavel Nedved, cancellati gli 8 mesi. La situazione più interessante è quella di Agnelli, di fatto squalificato dal cugino John Elkann, cioè la persona che davvero comanda in quello che una volta era il gruppo FIAT: la sua storia alla Juventus è finita dopo 12 anni e 9 scudetti, per motivi anche finanziari (oltre 700 milioni di ricapitalizzazione richiesti negli ultimi anni) e di immagine, senza contare la sfida strapersa con l’UEFA per la Superlega. Insomma, al CONI per i bianconeri un buon pareggio.

Il grande patteggiamento 

Entro fine maggio il club bianconero sarà di nuovo davanti a un tribunale sportivo per tre casi che Chiné ha raggruppato: rapporti con gli agenti, manovra stipendi e partnership segrete. Il primo riguarda compensi corrisposti senza alcuna prestazione ufficiale, il secondo i finti «sconti COVID» fatti dai giocatori nelle stagioni 2019-20 e 2020-21, il terzo i rapporti con Atalanta, Bologna, Cagliari, Sampdoria, Sassuolo e Udinese, con Paratici di fatto direttore sportivo unico di mezza Serie A. Tre storie più gravi delle plusvalenze e che potrebbero portare anche a una retrocessione in B. Ma a favore della Juventus gioca il tempo: con i vari gradi di giudizio si supererebbe l’inizio previsto per la Serie A 2023-24, il 20 agosto. Situazione devastante per tutti, fra possibili ricorsi e ritardi, per questo un patteggiamento sarebbe tutt’altro che fantacalcio. Il gruppo dirigenziale juventino nuovo rispetto all’era di Andrea Agnelli contiene già un messaggio di questo tipo: penalizzateci ma non troppo, tiriamo una riga e ripartiamo.

Zona Champions  

In concreto cosa è cambiato per la Serie A? La Juventus passa da 44 a 59 punti, cioè quelli ottenuti sul campo: sono comunque 16 in meno di quelli del Napoli capolista e 2 di meno della Lazio seconda. A 8 turni dalla fine la quarta della Serie A, e ultima qualificata alla prossima Champions League, è attualmente la Roma a quota 56. Dalla massima competizione europea, adesso come adesso, rimarrebbero fuori le semifinaliste di quest’anno, Milan (53 punti) e Inter (51), che in teoria però potrebbero qualificarsi battendo in finale Real Madrid o Manchester City. Discorsi da bar con l’ulteriore difetto della provvisorietà, certo è che in questo finale di stagione quasi nessuno sa davvero per cosa stia giocando.