5G: la pista è libera per il decollo

L’attesa è finita: la Commissione federale delle comunicazioni (ComCom) ha attribuito a Swisscom, Salt e Sunrise le nuove frequenze di telefonia mobile 5G. Il ricavato dell'asta porta alla Confederazione quasi 380 milioni di franchi. Swisscom ne sborserà 195,6, Salt 94,5 e Sunrise 89,2. La britannica Dense Air, il quarto operatore ad aver avanzato la propria candidatura, ha infine deciso di rinunciare. I tre operatori si dicono soddisfatti. I dissapori che si prospettavano riguardo alla suddivisione delle frequenze sembrano poter essere evitati. L’obiettivo dell’asta non era quello di incassare la somma più alta possibile, ma assicurare una copertura di telefonia mobile di ottima qualità. Per questo motivo erano stati messi dei limiti alle offerte, garantendo anche una certa concorrenza. Cosa che però non era piaciuta alle offerenti.
Nessun ricorso all’orizzonte
Ora però i toni si sono distesi. In un comunicato il CEO di Salt Pascal Grieder commenta: «Siamo molto contenti del risultato dell’asta. La nostra strategia è stata vincente e ci rallegriamo di migliorare ancora la nostra rete e di poter avviare il nostro servizio 5G ancora quest’anno». Il CEO di Sunrise Olaf Swantee afferma che l’azienda è riuscita a ottenere delle bande strategicamente importanti a prezzi vantaggiosi; all’estero le aziende attive nel settore delle telecomunicazioni hanno dovuto pagare molto di più. «Sì, siamo soddisfatti», ci dice anche Ivana Sambo, portavoce di Swisscom, che all’asta si è aggiudicata il 45% di tutte le frequenze acquistate dai vari operatori sia per la quinta generazione di rete mobile (5G) sia per le generazioni precedenti. Nello specifico, due volte 15 MHz nella banda 700 MHz (quella maggiormente necessaria per il 5G, in quanto consente una buona copertura sia in superficie che all’interno degli edifici), 50 MHz nella banda 1400 MHz, 120 MHz nella banda 3500 MHz. «La nuova concessione di radiocomunicazione, attesa a breve, ci permetterà di lanciare la nuova tecnologia 5G a livello commerciale. Dopo aver investito più di un anno in test e preparativi, ci riteniamo soddisfatti di poter procedere allo sviluppo di un’infrastruttura di rete mobile 5G moderna e qualitativamente valida». Se non ci saranno effettivamente ricorsi, ha detto il direttore dell’Ufficio federale delle comunicazioni Philippe Metzger al «Blick» online, le concessioni potranno essere assegnate a Swisscom, Salt e Sunrise fra un mese.
Un’ordinanza in cantiere
Swisscom ha affermato di voler avviare il 5G «il più presto possibile e di renderlo disponibile in aree determinate di 60 città e comuni entro fine anno». Anche Salt intende coprire le prime zone a partire dal quarto trimestre. Ma come sarà possibile raggiungere gli obiettivi, dato che a marzo dell’anno scorso il Consiglio degli Stati ha rifiutato (con un solo voto di scarto) di ammorbidire la regolamentazione sulle antenne telefoniche (l’Ordinanza «ORNI» sulla protezione dalle radiazioni non ionizzanti), impedendo di fatto la costruzione delle nuove antenne più potenti che servirebbero proprio per avviare il 5G? «Infatti il Consiglio degli Stati si è opposto ad una revisione dei valori limite. Del resto, Swisscom ha bisogno di un gran numero di nuove antenne, poiché il 90% dei siti esistenti nelle aree urbane non può essere ulteriormente ampliato, proprio per via dell’ordinanza ORNI», afferma Sambo. «Trovare nuovi siti è molto difficile e spesso richiede molto tempo. Ciò ritarda l’introduzione a livello nazionale di 5G in Svizzera. Attualmente è difficile stimare la durata del ritardo. Allo stesso tempo, il potenziale di 5G non può essere utilizzato in modo efficiente perché la potenza di trasmissione necessaria non è disponibile». Ma il metodo per introdurre la nuova tecnologia senza calpestare le norme attuali dovrebbe arrivare presto, con una revisione dell’ORNI che ha lo scopo di colmare le lacune dispositive che potrebbero ostacolare il potenziamento delle reti 5G: «Attualmente un gruppo di lavoro guidato dall’Ufficio federale dell’ambiente e incaricato dal DATEC sta affrontando la questione di come si possa stimolare la digitalizzazione della società e dell’economia grazie a potenti reti mobili conformi allo standard 5G senza per questo violare il principio di precauzione imposto dalla Legge sulla protezione dell’ambiente». Il Consiglio federale dovrebbe presentare la revisione in primavera in modo che le nuove norme possano entrare in vigore da metà anno.
Oltre all’euforia anche paure
Al contempo è al lavoro, sempre per volontà dell’ex dipartimento di Doris Leuthard, un gruppo di esperti nel settore della telefonia mobile e delle radiazioni. Il gruppo, diretto dall’Ufficio federale dell’ambiente, deve analizzare in particolare le esigenze e i rischi legati al potenziamento delle reti 5G. Entro metà 2019 pubblicherà un rapporto e darà le proprie raccomandazioni. A far parte del gruppo sono sia gli operatori stessi sia specialisti nell’ambito della salute e della medicina.
Un settore, quest’ultimo, prudente nei confronti della quinta generazione di rete mobile. La scienza infatti ancora non sa dire se il 5G possa causare problemi, anche gravi, alla salute dell’uomo. Prima di introdurre questa nuova tecnologia, è l’opinione dell’Associazione svizzera dei medici FMH e Medici per l’ambiente, bisognerebbe sapere se è pericolosa.
Infine la nuova tecnologia, che apre le porte alla digitalizzazione e alla robotizzazione del lavoro, viene temuta anche da Syndicom, che chiede allo Stato di prevedere misure di tutela dalle possibili conseguenze negative della prossima rivoluzione industriale.