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«A Gaza la fame è usata come arma di guerra contro i civili»

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Red. Online
26.10.2023 12:39

La mancanza di cibo viene usata come arma contro i civili di Gaza, ridotti ormai allo stremo. Dall'inizio dell'assedio totale imposto da Israele sta entrando nella Striscia appena il 2% dei beni alimentari che entrava prima. È l'allarme lanciato oggi in una nota da Oxfam, che rivolge un appello urgente al Consiglio di sicurezza dell'Onu perché sia consentito l'ingresso di cibo, acqua, carburante e altri beni di prima necessità.

Dallo scorso fine settimana a Gaza è stato autorizzato l'ingresso di 62 camion di aiuti di cui solo 30 contenevano cibo, 1 camion ogni 3 ore. Prima dell'escalation ne transitava 1 ogni 14 minuti, ossia 104 al giorno, segnala la Ong. Per quanto riguarda l'acqua potabile, è disponibile appena il 5% dei fabbisogno: al momento appena 3 litri a persona, quando la razione minima è di 15 litri secondo l'Onu, anche nelle più gravi emergenze.

«Analizzando i dati forniti dalle Nazioni Unite - spiega Paolo Pezzati, portavoce per le crisi umanitarie di Oxfam Italia - si scopre come ad oggi a Gaza stia entrando appena il 2% del cibo, rispetto a prima del 9 ottobre, quando è stato imposto l'assedio totale sulla Striscia, che ha inasprito il blocco esistente, in seguito agli atroci attacchi di Hamas e alla presa di ostaggi civili israeliani. Sebbene sia stato autorizzato l'ingresso di un'esigua quantità di aiuti alimentari- prosegue Pezzati - non sono state autorizzate infatti importazioni commerciali di cibo». «Quanto ancora potrà resistere la popolazione?», interroga il portavoce di Oxfam nel ricordare che ogni negazione dell'accesso agli aiuti umanitari costituisce a sua volta una violazione del diritto internazionale, «come purtroppo sta avvenendo a Gaza».

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