"A Losone ci aspettavamo molto di più"

LUGANO - Tra i candidati UDC per le Cantonali del 19 aprile c'è anche Gabriele Pinoja, presidente cantonale del partito, che ci parla di nuove tecnologie, del suo sport preferito e del nodo del centro per richiedenti l'asilo di Losone.
Gabriele Pinoja, il suo account Twitter è fermo al 2 luglio scorso e a solo cinque cinguettii. Non le piace questo social, usato da molti suoi colleghi in modo interventista e assiduo?
"Sotto il profilo tecnologico sono pigro, è vero. Frequento Facebook, vi trovo notizie, mi tengo in contatto con colleghi ed elettori, ma Twitter... è quello delle 140 battute? Ecco, non è in sintonia col mio carattere. Non faccio le cose a caldo, mi piacere riflettere. Anche in Gran Consiglio. Se poi c'è da intervenire con decisione, intervengo. A volte, sull'onda di una riflessione, scrivo qualcosa su Facebook, la sera tardi: la mattina è già sommerso da interventi altrui, già nel passato... sono dinamiche di cui non vado pazzo".
Invece, col golf, ottimi rapporti.
"Eh sì, il legame con questo sport deriva soprattutto dal gioco in campo. Passare quattro ore a comminare per diversi chilometri, spesso in buona compagnia... Ho appena fatto una settimana. Mi ricarico le batterie. Certo, a volte l'eccessiva mondanità sui campi del weekend può pesare... ma gioco a Losone, un club che in qualche modo la tiene a bada. Ogni tanto, faccio esperienza di altri campi... il migliore? Valderrama in Spagna. La difficoltà oggettiva del percorso, la manutenzione perfetta, anche solo andarvi a passeggio, tra ulivi e animali... silenziosissimo, del resto".
A proposito di Losone, che parere possiamo tirare oggi sul centro per richiedenti l'asilo?
"Facciamo buon viso a cattiva sorte. Per carità, non è successo niente di grave, e non poteva andare che così. Tuttavia ci aspettavamo molto, molto di più. Per una questione legata alla sorveglianza, non tutti possono lavorare: credo venga dato da fare a non più di 25 per volta. Su 150. Poi, a volte... vedi qualcuno andare in giro con la bottiglia... scendere giù al fiume... il problema è cosa può capitare quando sei ubriaco. Chiaro che nell'aria si respira qualcosa come un'allerta: sono richiedenti l'asilo, non asilanti, spesso mi chiedo come fanno a passare le giornate. E d'estate che faranno dalla mattina alla sera? Giù al fiume per ore e ore? Io vedo pochissime possibilità di inserimento. E ripeto: mi aspettavo lavorassero molto, molto di più. C'è la guardia forestale, il servizio in comune... non si poteva coinvolgerli? Va be', la Polizia federale ha messo a disposizione un numero limitato di controllori... Non è accaduto nessun fattaccio, e non poteva che andar così... ma la conclusione è questa: la paura non si è affievolita".