Grigioni

A otto anni dalla frana, torna in funzione la centrale a Bondo

Dopo un intervento di 11 milioni di franchi, la produzione è ripresa a inizio maggio
© KEYSTONE/Gian Ehrenzeller
Ats
20.05.2025 17:41

Per quasi otto anni la centrale idroelettrica a Bondo (GR) non ha più prodotto energia a causa dei danni subiti dalla presa d'acqua dopo la frana del Pizzo Cengalo. Dopo un intervento di 11 milioni di franchi, la produzione è ripresa a inizio maggio.

«La nuova presa d'acqua è senz'altro particolare. È molto robusta ed è costruita in modo che possa trattenere il peso di future colate detritiche». Così Andres Fasciati, responsabile dell'azienda energetica della città di Zurigo EWZ in Bregaglia, descrive il nuovo impianto di captazione all'imbocco della Val Bondasca a circa 1'100 metri di quota.

Da inizio maggio la centrale idroelettrica a Bondo ha ripreso a produrre elettricità. Si tratta di circa 18 gigawattora all'anno, che corrispondono al consumo stimato di circa 4'000 case unifamiliari. «Se facciamo un paragone, la Val Bregaglia ne consuma 22 fino a 24 gigawattora all'anno. La corrente prodotta con la forza dell'acqua della Val Bondasca basta per coprire l'80% del fabbisogno locale», ha continuato Fasciati.

Il nuovo massiccio impianto in calcestruzzo si basa su un sistema a griglie, inventato in Austria. Una prima griglia setaccia i sassi più grandi, una seconda più fine i granelli di sabbia. In caso di ulteriori colate detritiche il materiale dovrebbe passare al di sopra senza causare danni all'impianto.

In zona Prä, dove si trova la presa d'acqua, i segni della frana di oltre tre milioni di metri cubi di roccia sono ancora ben visibili. Il 23 agosto 2017 la forza della natura ha danneggiato completamente l'impianto che serve a captare l'acqua del fiume Bondasca e condurla poi verso la centrale di Bondo. Per tre anni i responsabili dei lavori non hanno potuto farsi un'idea dei danni, dato che l'accesso alla valle era vietato.

Nel 2020 le prime fotografie hanno illustrato una situazione tragica per l'impianto costruito negli anni '60. «All'inizio i colleghi di Zurigo erano piuttosto scettici. Ma poi abbiamo visto che c'erano delle soluzioni per costruire una nuova presa abbastanza robusta da sopportare ulteriori colate. E così ci siamo lanciati», racconta Fasciati.

I lavori nella gola stretta della Val Bondasca sono iniziati due anni fa. Un cantiere in zona di pericolo costantemente monitorata. «In caso di pericolo, gli operai venivano allarmati dal sistema di monitoraggio e avevano due minuti per scappare», spiega il responsabile di EWZ. Un evento che si è presentato nell'estate del 2023, quando una colata detritica ha seppellito il cantiere. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Ma prima di poter continuare con i lavori è stato necessario togliere tutto il materiale sceso dalla montagna.

Per il Comune di Bregaglia e i suoi 1500 abitanti l'intervento di EWZ è un ulteriore passo verso il ritorno alla completa normalità dopo la frana. «EWZ ha investito in una valle insicura, dove sappiamo che gli eventi naturali possono verificarsi ancora», ha detto il sindaco di Bregaglia, Fernando Giovanoli, in una conferenza stampa a Vicosoprano. Con questo investimento l'azienda ha dimostrato di essere un partner importante per la vallata grigionitaliana. Inoltre EWZ dà lavoro a 26 dipendenti locali.

La ripresa della produzione energetica è uno dei diversi traguardi che verranno raggiunti quest'anno. A inizio luglio verrà inaugurato il sentiero escursionistico per la capanna Sciora, chiusa dal 2017. In settembre verrà celebrata la fine dei lavori di ricostruzione di Bondo.