Cantone

A preventivo un disavanzo di 79.5 milioni di franchi

Rispettato il vincolo del freno ai disavanzi pubblici, ma la spesa cresce di 66.1 milioni (+1.6%) rispetto al preventivo 2022 – Zali: «Sono tempi difficili e andiamo verso tempi difficili e incerti»
© CdT/ Chiara Zocchetti
Red. Online
28.09.2022 11:30

Il Consiglio di Stato ha approvato il preventivo 2023 del Cantone che prevede un disavanzo d’esercizio di 79.5 milioni di franchi, che rispetta il vincolo del freno ai disavanzi pubblici. Unitamente al preventivo sono pubblicati anche i dati relativi al Piano finanziario della gestione corrente 2024-2026 i quali mostrano un tendenziale peggioramento della situazione finanziaria, che dovrà essere corretto nei prossimi anni. Il presidente del Consiglio di Stato, Claudio Zali, ha introdotto la conferenza stampa odierna - a cui era presente il Governo al completo - senza giri di parole: «Sono tempi difficili e andiamo verso tempi difficili e incerti». Ma ha parlato di un Governo «solido e coeso» che «ha preso un impegno di rientro finanziario dandosi come limite di tempo il 2025». E il preventivo approvato dal Consiglio di Stato rispetta questi obiettivi. «Ulteriori nubi si addensano sul futuro - ha aggiunto il direttore del DT -, una in particolare riguarda la BNS dalla quale negli ultimi anni siamo stati abituati a ricevere somme ingenti e le cose potrebbero non essere così in futuro». Un futuro «difficile».

Il debito pubblico potrebbe superare i 2.5 miliardi di franchi

Per il 2023 si prevede un disavanzo d’esercizio di 79.5 milioni di franchi, che rispetta il vincolo previsto dal freno ai disavanzi. L’autofinanziamento rimane in cifre positive e si attesta a 129.2 milioni di franchi, il grado di autofinanziamento è del 44%. Considerato un onere netto per investimenti di 293.6 milioni di franchi, il disavanzo totale ammonta nel 2023 a -164.4 milioni di franchi. Il debito pubblico a fine 2023 potrebbe superare l’importo di 2.5 miliardi di franchi, mentre il saldo negativo del capitale proprio, tenuto conto dei dati di preconsuntivo 2022, potrebbe raggiungere -243 milioni di franchi. «Un dato che deve preoccuparci nel complesso della stabilità finanziaria del Cantone».

Christian Vitta, direttore del Dipartimento delle finanze e dell'economia (DFE), ha evidenziato che «per raggiungere l'equilibrio finanziario dei conti in futuro saranno necessarie misure ancora più incisive che potranno toccare servizi e prestazioni».

Tra le spese l'adeguamento dei salari

La spesa cresce di 66.1 milioni di franchi (+1.6%) rispetto al preventivo 2022 soprattutto a seguito dell’incremento delle spese del personale, delle spese di trasferimento e delle spese per beni e servizi. Sull’aumento della spesa per il personale incide in modo particolare l’inserimento di un importo di preventivo di 20.5 milioni di franchi per l’adeguamento dei salari dei dipendenti cantonali al rincaro; il Consiglio di Stato determinerà l’entità effettiva dell’adeguamento al momento in cui sarà pubblicato il tasso di rincaro relativo al mese di novembre 2022, come prescrivono gli art. 5 e 44 della legge sugli stipendi. «Riconosceremo un rincaro, ma potremo valutare delle differenziazione - ha aggiunto Vitta -. Abbiamo deciso di non prevedere un adeguamento al rincaro degli onorari dei consiglieri di Stato». La crescita delle spese di trasferimento riguarda in particolare i settori della sanità e della socialità. Per quanto concerne invece la spesa per beni e servizi, il preventivo 2023 tiene conto in particolare dell’aumento dei prezzi dell’energia.

Salgono anche i ricavi

D’altro canto si assiste a un incremento dei ricavi di 121.5 milioni di franchi (+3%) rispetto al preventivo 2022, grazie in particolare alla crescita attesa dei ricavi fiscali. Il preventivo 2023 considera, come nel precedente preventivo, una quota sull’utile della BNS pari a 137 milioni di franchi (equivalente a una distribuzione a Cantoni e Confederazione di 5 miliardi su un totale massimo teorico di 6 miliardi di franchi). Considerati i risultati intermedi della BNS che evidenziano una perdita ingente, su questa posizione pesa un’importante incertezza.

Il direttore del DFE ha quindi aggiunto, come già dichiarato in apertura di conferenza stampa dal presidente del Consiglio di Stato: «Negli ultimi anni siamo stati abituati ad avere sempre notizie positive dalla BNS. Quest'anno sarà difficile, anzi potremo avere una notizia a fine anno negativa e cioè di una diminuzione degli introiti ai Cantoni e alla Confederazione, se non nulla».

I dati non considerano l'ammortamento del capitale proprio, che va riportato in cifre positive. «Bisognerà fare degli utili e degli avanzi d'esercizio nel prossimo futuro».

Nel confronto intercantonale, ci troviamo tra i Cantoni che hanno cifre negative, ma abbiamo anche una base finanziaria più fragile rispetto ad altri. 

Correttivi per un pareggio nel 2025

Assieme al preventivo 2023, il messaggio presenta il piano finanziario 2024-2026 che integra i nuovi oneri che entreranno in vigore nel 2023 per un valore di 5.4 milioni di franchi. Le proiezioni finanziarie evidenziano che la difficile situazione finanziaria necessita di interventi correttivi anche nei prossimi anni per raggiungere l’obiettivo del pareggio nel 2025 e rispettare i vincoli del freno ai disavanzi. Il Consiglio di Stato, considerata anche l’incertezza dell’attuale situazione economica e geopolitica, ha adottato nell’ambito del preventivo un approccio pragmatico, lavorando su una correzione della crescita dei costi, tenendo però conto del contesto inflazionistico, per raggiungere l’obiettivo che si era prefissato, senza incidere comunque sulle prestazioni.

Il prossimo obiettivo è l’elaborazione di un preventivo 2024 con un disavanzo massimo di 40 milioni di franchi in vista del pareggio dei conti entro il 2025. Per raggiungere questi obiettivi sarà necessaria una collaborazione fra i vari livelli istituzionali e le forze politiche, oltre alla condivisione di responsabilità collettiva per garantire delle finanze in equilibrio che permettano di ricavare nuovi margini finanziari per progetti futuri di sviluppo nell’interesse del Paese.

 «Già da oggi dovremo iniziare a riflettere sul preventivo 2024 per ridurre il disavanzo - ha aggiunto Vitta -. Con l'obiettivo di seguire quanto la legge sul freno al disavanzo ci dice e quanto votato dal popolo sull'equilibrio dei conti. Ritrovare una certa solidità finanziaria è una premessa per evitare di penalizzare fasce più fragili della popolazione e recuperare quei margini di progettualità che senza le risorse difficilmente si possono portare avanti.

Oltre alla votazione sul raggiungimento dei conti entro del 2025 abbiamo il meccanismo del freno al disavanzo. Ecco perché ci vogliono dei correttivi: altrimenti già nel 2024 non verrebbe rispettato.

«Sul preventivo 2024 bisognerà lavorare molto con misure più incisive rispetto a quelle presentate per il 2023 - ha quindi concluso il direttore del DFE -. È un percorso impegnativo in un contesto non facile caratterizzato dalla forte inflazione e da forte incertezza. Ma è compito delle istituzione dare anche stabilità finanziaria, che nei periodi di crisi aiuta molto quando bisogna agire in emergenza. Dobbiamo essere in grado come ente pubblico di fare i nostri compiti. Le misure che dovremo affrontare nei prossimi mesi faranno discutere, ma sono necessarie».