A tutto idrogeno

Ci sono 9.657 km in linea d’aria tra il Ticino e Los Angeles. Ma con i progressi della mobilità, la distanza si accorcia di continuo. A fine anno arriva sul mercato il primo Suv della Honda alimentato a idrogeno (nome in codice, e:Fcev), esperimento interessante nell’ambito delle cosiddette auto «a celle di combustione». Inizialmente verrà commercializzato in Giappone e California, in leasing. Ma è l’alternativa all’elettrico.
In Svizzera per ora il parco circolante a idrogeno è piuttosto circoscritto (Hyundai e Toyota hanno prodotto due modelli, ma con diffusione limitata). Oltre Gottardo sono presenti in tutto 17 stazioni di ricarica: in Ticino, per adesso, non ce n’è nemmeno una.
La sfida è interessante dal punto di vista tecnologico, e non solo. Honda è stata tra i precursori - trent’anni fa - nella ricerca sui motori a idrogeno, ed è in gara con le altre case asiatiche per aprire una nuova «strada verde». La nuova linea di produzione è stata aperta nella fabbrica iper-moderna di Marysville, in Ohio, che in linea d’aria tra Ticino e California cade circa a metà strada.
Il problema è appunto il rifornimento, per ora. La Svizzera negli ultimi cinque anni ha fatto grandi passi avanti, anche con l’impulso del Consiglio federale che a novembe ha adottato un rapporto sull’idrogeno (presenterà nei prossimi mesi una strategia ad hoc su questa fonte rinnovabile).
A oggi sono 17 le stazioni di rifornimento elvetiche, concentrate soprattutto nella Svizzera tedesca. In Europa solo Germania e Olanda ne hanno di più (11 in Francia, una sola in Italia secondo il portale H2.live) e in casa Honda c’è ottimismo. La Svizzera «può servire da modello per altri paesi nel costruire e potenziare il proprio ecosistema a idrogeno» sottolineano dal quartier generale svizzero, a Ginevra: «Stiamo assistendo al nascere di molte iniziative e a manifestazioni di interesse per espandere questa rete ecologica».
Entro marzo 2024 altre sei stazioni verranno aperte oltre Gottardo, ma in Ticino la lacuna - per ora - sembra destinata a rimanere tale: i «big» della distribuzione (Coop e Avia sono i due principali investitori, per ora) non hanno in programma nell’immediato nuove pompe a sud delle Alpi.
Ma secondo gli addetti ai lavori è solo questione di tempo. «C’è una chiara tendenza positiva, che va verso un aumento della domanda di questi sistemi di combustione a bassissime emissioni» spiegano da Honda Svizzera. Se non bastassero le pile a combustibile di seconda generazione, che offrono livelli di autonomia (390 km) impensabili fino a poco tempo fa, ci sono sempre le batterie elettriche (17,7 kw, ricaricabili a qualsiasi colonnina Bev) a fare da «salvagente» fino alla stazione di rifornimento più vicina. Ad ogni modo, secondo la casa nipponica, lo sviluppo di una rete di ricarica capillare è «cruciale» per aprire la strada al futuro dell’idrogeno. E a Berna sembra che se ne stiano rendendo conto.