«Abbattimento dei lupi, serve un cambio di passo»

Occorre ridurre i branchi di lupo in Svizzera, se serve anche allentando ulteriormente i criteri per la regolazione del grande predatore. A sollevare il tema, attraverso una mozione, è il consigliere nazionale Alex Farinelli (PLR), che chiede al Consiglio federale un intervento più deciso. La proposta del deputato alla Camera bassa giunge proprio nel momento in cui il Ticino è in attesa di sapere dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) quanti lupi sarà autorizzato ad abbattere nell’ambito della regolazione proattiva dei branchi, che nel nostro cantone sarebbero ormai giunti a quota sette. Oltre ai già noti branchi dell’Onsernone, Val Colla e Carvina, nel corso del 2025 se ne sarebbero infatti formati altri tre: Gridone, Bedretto e Madom. La Strategia Lupo Svizzera, ricorda Farinelli nel suo atto parlamentare, prevede una popolazione minima garantita di 12 branchi, distribuiti su cinque regioni: tre branchi per ciascuna delle due grandi regioni (Alpi nordoccidentali e Svizzera sudorientale), due branchi per ciascuna delle tre regioni più piccole (Giura, Svizzera nordorientale, Svizzera centrale). «Negli ultimi anni - fa però notare il consigliere nazionale - la popolazione di lupi ha superato ampiamente questa soglia, generando crescenti tensioni con le attività agricole, la protezione del bestiame e la popolazione rurale». Secondo i dati ufficiali, infatti, se nel 2020 erano presenti 11 branchi e circa 100 esemplari, ora i branchi sono saliti a 36, mentre in totale i lupi sarebbero tra i 250 e i 300. Dal 2024, ricorda poi Farinelli, l’UFAM ha autorizzato l’abbattimento di 125 lupi, di cui 92 già effettuati. E questo «ha comportato un rallentamento della crescita, ma la popolazione rimane comunque ben al di sopra della soglia minima prevista dalla Strategia». Di qui, la richiesta all’indirizzo dell’Esecutivo: «Il Consiglio federale è incaricato di adottare tutte le misure disponibili, e se necessario di allentare i criteri vigenti per la regolazione», in modo da rendere «concretamente applicabile una riduzione strutturale della popolazione di lupi e riportarla a livelli compatibili con la soglia minima definita». «Questa estate - commenta Farinelli al CdT - è una delle peggiori dal punto di vista degli attacchi da parte del lupo e dei capi predati». Fare polemica, prosegue, serve a poco. «Ma è chiaro che è necessario un cambio di marcia a livello federale». La Strategia svizzera, dice, è stata costruita su premesse che oggi non sono più date: i branchi crescono esponenzialmente e si deve intervenire, allentando i criteri per gli abbattimenti e mettendo le autorità cantonali nelle condizioni di agire». Già, perché a causa dei tempi lunghi per ottenere i risultati dei test genetici, spesso si può procedere con l’abbattimento quando il lupo è ormai lontano. «Questa situazione sta mettendo in grossa difficoltà il mondo agricolo. Se non si agisce in maniera rapida e decisa ai vari livelli istituzionali, sarà l’agricoltura di montagna a estinguersi, e non possiamo permetterlo».
Test genetici più rapidi
Proprio sui test genetici è incentrata la seconda mozione del consigliere nazionale, che chiede di superare il monopolio svizzero, in modo da ottenere risultati «più rapidi ed efficaci». Attualmente, ricorda, in Svizzera l’intero sistema di analisi genetica del lupo è affidato a un solo laboratorio, quello di Biologia della Conservazione dell’Università di Losanna. Un sistema monopolistico, in vigore dal 1999, che tuttavia ha dimostrato «criticità documentate», in primis per le tempistiche. Infatti, dice il deputato, «le analisi vengono effettuate in lotti mensili, con processi che richiedono fino a 15 giorni anche in casi urgenti». Inoltre, non ci sono «criteri di priorità per predazioni in corso o sospetti ibridi». Tra i limiti evidenziati, anche la rigidità procedurale e i limiti tecnologici: «La Svizzera utilizza metodi meno avanzati di altri Paesi. Al contrario, sistemi come quello tedesco o francese garantiscono analisi in 4-5 giorni». Secondo Farinelli, invece, l’introduzione di test rapidi è cruciale. Per questo, la richiesta al Consiglio federale è di «introdurre procedure urgenti che permettano l’esecuzione di test genetici sui lupi entro 4-5 giorni lavorativi in caso di predazione o sospetti ibridi», ma anche di liberalizzare il sistema delle analisi genetiche con l’apertura a laboratori pubblici e privati accreditati, e assicurare «la continuità e l’interoperabilità dei dati genetici storici nel passaggio da un laboratorio all’altro».