Aborto, no al rimborso dei costi

BERNA - Dopo che l'interruzione della gravidanza è stata depenalizzata, gli ambienti contrari all'aborto si oppongono ora al rimborso dei costi da parte dell'assicurazione malattia di base. Essi hanno infatti lanciato un'iniziativa popolare in questo senso, il cui testo è stato pubblicato stamani nel «Foglio federale». Termine per la raccolta delle 100'000 firme necessarie: 26 luglio 2011.
Il comitato promotore dell'iniziativa denominata «Il finanziamento dell'aborto è una questione privata - Sgravare l'assicurazione malattie stralciando i costi dell'interruzione di gravidanza dall'assicurazione di base obbligatoria» è composto di rappresentanti dell'UDC, del PPD, dei partiti protestanti PEV e UDF, ma anche del PLR (i consiglieri nazionali nidwaldese Edi Engelberger e turgoviese Werner Messmer).Peter Föhn (UDC/SZ) ed Elvira Bader (PPD/SO) hanno dichiarato oggi alla stampa d'essere scesi in campo senza attendere l'approvazione dei rispettivi partiti. Per loro, si tratta prima di tutto di provocare una mobilitazione a livello nazionale.
Gli iniziativisti hanno ribadito di non voler assolutamente vietare l'aborto. Oltre 10'000 interruzioni volontarie della gravidanza (IVG) sono troppe, secondo Peter Föhn. Come i loro colleghi statunitensi, gli antiabortisti svizzeri se la prendono con l'assunzione dei costi sanitari.