Abusi sulla nipotina, nonno condannato a quattro anni di galera

Un predatore, un pedofilo, ma anche un uomo pentito, consapevole di aver rovinato la vita di sua nipote e della sua famiglia. Lui è un 78.enne, cittadino italiano da 55 anni nel Luganese. Lei è la sua nipotina, che dai 6 agli 8 anni è stata abusata sessualmente da suo nonno. Baci in bocca, quando lei aveva tra i 2 e i 3 anni e poi, quando aveva tra i 6 gli 8 anni e passava i lunedì sera a casa dei nonni, toccamenti, carezze e baci delle parti intime, ma anche masturbazioni, in camera da letto, in cantina, in bagno e anche in vacanza. Tutto questo, nonostante le suppliche della nipotina, fino al maggio 2024, quando lui smette e nell’agosto la bimba racconta alla madre quanto subito, la donna denuncia il padre in polizia e il 78.enne viene arrestato e imprigionato. Oggi il processo e il verdetto: quattro anni di detenzione.
Questa la pena pronunciata dalla Corte delle assise criminali di Lugano presieduta dal giudice Paolo Bordoli, assistito dalle giudici a latere Emilie Mordasini e Chiara Ferroni. Quattro anni di galera (di cui un anno e mezzo già scontato), un trattamento ambulatoriale in carcere, un divieto di contatto con la vittima di 5 anni e un’espulsione dalla Svizzera per 8 anni. Espulsione contro cui la difesa d’ufficio , rappresentata dall’avvocato Stefano Pizzola, molto probabilmente farà appello.
Una bomba atomica esplosa in una famiglia rispettabile. Così in mattinata aveva definito i fatti la procuratrice pubblica titolare dell’inchiesta, Anna Fumagalli. «L’imputato non è assolutamente pentito - aveva detto la procuratrice pubblica chiedendo una pena di 5 anni di detenzione da espiare, dieci anni di espulsione dalla Svizzera e la proibizione di avere contatto con minori, nonché un accompagnamento terapeutico - non è pentito e ha sempre minimizzato i fatti. Si è inoltre preoccupato solo di sé stesso e si è fermato solo perché a un certo punto la bimba ha pianto e ha iniziato a raccontare quello che ha subito. È stata una predazione sessuale, iniziata con i baci e continuata in un’escalation vera e propria. Un nonno che si è trasformato da custode a carnefice».
Parole molto dure sono arrivate anche dall’avvocata di parte civile, Sandra Xavier. «Un nonno che abusa di sua nipote anche nel sonno è un predatore, il lupo cattivo della favola di Cappuccetto Rosso. Ha agito senza scrupoli imponendo gli abusi. Ha tradito la fiducia della sua famiglia e di sua nipote arrecandole un danno che si porterà dietro per tutta la vita. Ha compiuto fatti di una gravità inaudita».
Anche Pizzola si era detto d’accordo sulla gravità dei fatti, ma aveva cercato di fare leva sull’incensuratezza del suo assistito, sul fatto che ha lavorato per tutta la vita, sulla chiusura del suo carattere – «È una persona che comunica poco, perché è d’altri tempi» – e sulla collaborazione fornita durante le indagini agli inquirenti. «Inoltre, si è interrotto da solo, non va dimenticato». Per tutti questi motivi aveva chiesto una pena massima di 30 mesi e si era opposto all’espulsione, non avendo in Italia né legami, né la possibilità, vista l’età, di rifarsi una vita. Da qui il probabile ricorso in appello.
Nel comminare la pena per i reati di atti sessuali con fanciulli, ripetuti, consumati e tentati, nonché coazione sessuale ripetuta, consumata e tentata (i baci sulla bocca), atti sessuali con persone incapaci di discernimento o inette a resistere (per aver toccato la bimba nel sonno)e pedopornografia (il 78.enne ha dichiarato di aver visitato siti illegali per diversi anni prima di rivolgere le sue attenzioni sulla vittima), il giudice Bordoli si è augurato che la nipote, un giorno, possa risollevarsi dalle ingiustizie subito.