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«Ad Haiti tassi di mortalità legati alle violenze come a Raqqa»

È quanto emerge da un nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (Msf), la prima indagine in oltre un decennio che analizza l'impatto della violenza sulla mortalità nell'isola di Haiti e rivela i livelli estremi di violenza a Cité Soleil
© AP Photo/Odelyn Joseph
Ats
07.03.2024 19:08

«A Cité Soleil, uno dei più grandi quartieri della capitale haitiana Port-au-Prince ad Haiti, i tassi di mortalità legati alla violenza sono simili a quelli registrati a Raqqa nel nord della Siria nel 2017, quando la popolazione era schiacciata dal conflitto tra il gruppo dello Stato Islamico e la coalizione internazionale, e tra i rifugiati Rohingya nei mesi precedenti alla campagna di violenza lanciata contro di loro dall'esercito della Birmania».

È quanto emerge da un nuovo rapporto di Medici Senza Frontiere (Msf), la prima indagine in oltre un decennio che analizza l'impatto della violenza sulla mortalità nell'isola di Haiti e rivela i livelli estremi di violenza a Cité Soleil.

L'indagine retrospettiva sulla mortalità è stata condotta da Epicentre, centro di ricerca epidemiologica di Msf, e copre il periodo tra agosto 2022 e luglio 2023, rivelando un preoccupante intensificarsi della violenza rispetto a uno studio analogo condotto da Msf nel 2007 nella stessa area.

Secondo lo studio, oltre il 40% dei decessi a Cité Soleil è legato alla violenza, mentre il tasso di mortalità grezzo è pari allo 0,63. Inoltre, il 13% dei residenti di Cité Soleil intervistati ha riferito di aver assistito ad atti di estrema violenza in strada, come omicidi o linciaggi, e il 40% delle donne intervistate ha dichiarato di aver rinunciato alle cure prenatali per paura di essere vittime di violenze mentre si recavano in ospedale.

«Sono abituato a vedere persone uccise. Sono abituato a vedere corpi a terra. Sono abituato a vedere cadaveri carbonizzati e a sentire dei colpi d'arma da fuoco. A volte si tratta di qualcuno che conosci. Si tratta di terrore, di violenza armata. Sto parlando di violenza fisica, violenza psicologica, miseria, omicidi, violenza di gruppo contro le persone», ha raccontato un membro dello staff di Medici Senza Frontiere di Haiti.

L'indagine dimostra la pericolosità della vita a Port-au-Prince, attanagliata dal caos e dalla costante minaccia delle bande armate e del rischio di scontri tra bande, polizia e gruppi di civili autorganizzati.

Secondo l'Ufficio dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, gennaio 2024 è stato il mese più violento ad Haiti dopo oltre due anni, con almeno 806 persone uccise, ferite o rapite nel Paese. Da allora la situazione si è ulteriormente deteriorata e il 28 febbraio Port-au-Prince è piombata nel caos, con decine di feriti che affollano le strutture mediche.