Lugano

Addio abeti, di chiunque essi siano

Alcuni alberi della Clinica Luganese affacciati su via Moncucco verranno abbattuti nell'ambito del progetto di ampliamento dell'ospedale – Sullo sfondo il tema del verde pubblico e privato
Giuliano Gasperi
22.02.2024 06:00

Il verde pubblico è di tutti. E fin qui siamo d’accordo. Il verde privato, allora, è dei privati. A livello giuridico sì, senza dubbio. Da altri punti di vista la risposta appare molto meno scontata. Siamo a Besso, sul terreno dove sorge la Clinica Luganese, e lo spunto viene da una lettera inviataci da un nostro lettore a proposito di alcune piante affacciate su via Moncucco (vicino al posteggio esterno attuale) e destinate ad essere abbattute nell’ambito del progetto per l’ampliamento dell’ospedale. Si tratta di «alberi maestosi, di una bellezza assoluta, alti oltre sette piani se comparati ai palazzi adiacenti, ed in perfetta salute» scrive il nostro interlocutore, che è molto deluso dalla scelta di sacrificare le piante. «Abito in questo quartiere da oltre vent’anni: d’estate è caldissimo e ogni anno il clima diventa sempre più rovente. Questi abeti sono un ristoro, una gioia per la vista di tutti e certamente una casa per molti animali». Il lettore vede anche un paradosso. «Questo intervento è portato avanti da una clinica che presta anche delle cure oncologiche: ci si dovrebbe chiedere cosa oramai respira la popolazione ticinese, invece di incrementare ad oltranza il numero di parcheggi. Sono disgustato e amareggiato». Questa la denuncia. A tratti somiglia più a uno sfogo, comunque fa pensare. Ma come stanno le cose a livello di procedura edilizia?

Un sì ripetuto tre volte

Il progetto di ampliamento della clinica, che prevede la realizzazione di nuovo blocco sanitario e di un autosilo che permetterà di riorganizzare i posteggi inglobando quelli a nord di via Cortivallo utilizzati dal personale, ha già ricevuto il benestare del Municipio con una licenza edilizia rilasciata nel 2018, rinnovata nel 2020 e poi ancora nel 2022. Una licenza che consente l’eliminazione dei pini di cui stiamo parlando, i quali non sono tutelati in alcun modo dal Piano regolatore.

Il parco rimane

«Ci dispiace doverli tagliare, ma è un sacrificio necessario» esordisce il direttore della Clinica Luganese Christian Camponovo, da noi raggiunto. «Abbiamo un progetto per interrare una parte importante dei parcheggi che oggi si trovano sopra il suolo all’interno del quartiere, e questo senza aumentare il numero totale di parcheggi a disposizione. Ciò, tra l’altro, ci permetterà di mantenere intatto l’attuale parco, dando così seguito a quanto richiesto dalla popolazione del quartiere una decina di anni fa, quando la clinica aveva proposto di realizzare l’autosilo lungo la via Soldino». A proposito di posteggi, sta facendo discutere anche la realizzazione di novanta posti provvisori ad uso della clinica, in attesa dell’autosilo, sul terreno del vicino parco Cortivallo. La petizione lanciata dall’Associazione genitori di Besso ha permesso di raccogliere oltre duecento firme, già consegnate in cancelleria.

Si vedrà

A volte, quando vengono tagliati degli alberi, la loro perdita viene compensata piantandone di nuovi nelle vicinanze. Non sempre però si tratta di un obbligo per il proprietario. Non in questo caso. Di regola, come apprendiamo sempre dai tecnici di Palazzo civico, nelle zone edificabili viene imposto un «indice del verde» che prevede una quota minima per ogni fondo. Nel caso della Clinica Luganese, secondo nostre informazioni, questo indice è rispettato e lo sarà anche dopo il sacrificio degli alberi. Compensare sarebbe quindi una scelta libera. A tal proposito, Camponovo al momento non se la sente di fare promesse, «anche perché il parco della Clinica è abbastanza ben occupato da grandi alberi (quelli ritratti in primo piano nella foto pubblicata oggi sull'edizione cartacea, che risulta fuorviante: le piante destinate all'abbattimento non sono quelle: si trovano invece sul lato ovest, ndr)». «Vedremo – prosegue il direttore – se fare in futuro altri interventi in tal senso. La riflessione sul verde, comunque, dovrebbe andare oltre il nostro comparto. Se dalla clinica mi guardo attorno, purtroppo, di verde ne vedo molto poco. Credo che ogni proprietario dovrebbe chiedersi come può dare un contributo a quello che, secondo me, è un bene comune».

In ombra, finora

A proposito di riflessioni più estese, il verde privato è un tema che finora non ha trovato molto spazio nell’agenda politica di Lugano. Tre anni fa, in un articolo di avvicinamento alle elezioni comunali, avevamo chiesto ad alcuni candidati se la Città avrebbe dovuto adottare delle misure per promuovere la presenza e limitare l’eliminazione di superfici verdi e alberi sui terreni privati, e mediamente era emersa una certa contrarietà, soprattutto per non essere troppo «invasivi» – non ci veniva in mente un termine migliore – nei confronti dei proprietari. Comunque la si pensi, l’argomento pian piano sta guadagnano visibilità. Infatti è una delle (tante) riflessioni che stanno accompagnando la stesura del nuovo Piano direttore comunale. Da lì a introdurre delle nuove norme, tuttavia, la strada è abbastanza lunga.