Lutto

Addio ad Aldo Pessina, anima liberale di Lugano

È morto all’età di 87 anni – È stato in Consiglio comunale dal 1984 al 2008 e presidente della sezione del PLR per undici anni – L’ex sindaco Giorgio Giudici: «Se ne va una persona leale, ci legava una profonda amicizia»
© CdT/Chiara Zocchetti
Jenny Covelli
Nicola Bottani
Jenny CovellieNicola Bottani
01.02.2024 21:47

Lugano dice addio ad Aldo Pessina. Politico di lungo corso, è stato una figura di spicco del Partito liberale radicale luganese, presidente della sezione dal 1995 al 2006 e in seguito presidente onorario, con alle spalle 24 anni in Consiglio comunale, nonché zio dell’attuale sindaco Michele Foletti.

Pessina è conosciuto per essere stato un vero liberale. «Puntiglioso, pignolo e onesto», lo descrive oggi la figlia Fedra. Caratteristiche che aveva portato anche in politica. Quando nel 2018, a un anno dalle elezioni cantonali, la sezione luganese del PLR si era ritrovata allo sbando e senza presidenza, non aveva nascosto il suo disappunto per il deterioramento dei rapporti con i municipali e con il gruppo in Consiglio comunale. «Ci sono state incompatibilità insanabili», aveva detto senza mezzi termini intervistato dal CdT. «Io nell’Ufficio presidenziale mi ero attorniato di persone con idee anche diverse dalle mie, perché mi avrebbero aiutato a non commettere errori». Senza dimenticare il rapporto stretto che aveva con Giorgio Giudici, «anche se, a volte, eravamo in disaccordo perché i ruoli erano diversi: lui faceva il sindaco della città, io il presidente del PLR».

Giudici è molto scosso dalla notizia della dipartita dell’87.enne. «Aldo è stato prima di tutto un grande amico. E in politica l’amicizia è un valore che conta e che non si dimentica, anche perché persone simili sono rare. Lui è sempre stato leale, si appassionava a tutto quello che facevamo. Un vero luganese DOC, con carattere e determinazione».

Insieme a Pessina, l’ex sindaco di Lugano ha condiviso «momenti di battaglie elettorali» che l’hanno «colpito profondamente». «La morte è il destino della vita, ne siamo tutti consapevoli, ma quando colpisce così vicino si apre un libro del passato. Il mio parla di una persona su cui potevo contare davvero». Un uomo «discreto, un signore nel vero senso della parola».

La passione per le auto

Aldo Pessina era anche noto per i suoi trascorsi nell’ambito dell’automobilismo da competizione. Abitando sopra il Ristorante Galleria, storico ritrovo luganese degli appassionati di motori, staccò la licenza di pilota dopo aver seguito nel 1962 i corsi sul circuito francese di Montlhéry. Chiuse la carriera agonistica dopo l’incidente che nell’aprile del 1974, alla 1000 Km di Monza, costò la vita al suo amico fraterno Silvio Moser, al quale ha dedicato un libro (Silvio Moser – Pilota indipendente) pubblicato nel 2014, a quarant’anni dalla scomparsa di Moser e a cinquanta dalle grandi affermazioni di Silvio alla Temporada Argentina, campionato sudamericano riservato alle monoposto a ruote scoperte. In quella dozzina d’anni vissuti nei panni di pilota amateur, Aldo Pessina gareggiò sia nei rally sia in circuito, con vetture da Turismo, Gran Turismo e Formula 3. Ebbe anche la soddisfazione di condividere la prima vittoria in pista di un altro asso ticinese del volante, Clay Regazzoni, vincendo una Quattro Ore di Monza nella categoria Turismo 700 cc con una normalissima Honda 600 S.

Aldo Pessina, prima quale direttore sportivo e poi presidente del SAR Ticino, organizzò fino a otto manifestazioni all’anno fra rally, gare di regolarità, slalom e corsi di pilotaggio e fu tra i promotori della Coppa Svizzera dei Rally, antesignana del campionato svizzero della specialità. Senza scordare che nel 1967, insieme a Silvio Moser e al giornalista sportivo Pablo Foletti, diede vita a Esposauto, storica rassegna luganese dedicata alle auto da competizione di tutte le categorie che Aldo Pessina continuò a organizzare fino al 1997 insieme a Clay Regazzoni. «Aldo, Clay e Jimmy Moser (figlio di Silvio, morto nel 1974, ndr) erano un trio importantissimo in quegli anni», ricorda Giudici. «Aldo ha fatto davvero tanto per Lugano».

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