Addio al generale Giap

Morto a 102 anni il "Napoleone rosso", eroe dell'indipendenza del Vietnam
Red. Online
04.10.2013 21:40

HANOI - Ha ricacciato gli invasori giapponesi, francesi, americani, e a lungo si è battuto egregiamente anche con quel nemico invincibile che è l'avanzare dell'età. Ma a 102 anni, il leggendario generale Vo Nguyen Giap ha dovuto arrendersi: il "Napoleone rosso" - come lo definì la rivista "Time" - si è spento oggi nel Vietnam che lui contribuì a riunificare. Se ne va così l'ultimo esponente della vecchia guardia rivoluzionaria, lo stratega militare che sconfisse i colonizzatori francesi a Dien Bien Phu, secondo solo al padre della patria Ho Chi Minh (lo "zio Ho") nel cuore dei vietnamiti.

Giap é morto in serata nell'ospedale militare dove era ricoverato da quattro anni, indebolendosi progressivamente. La notizia, ancor prima di essere annunciata ufficialmente dal Partito comunista di Hanoi, ha fatto subito il giro dei social network anche in Vietnam, dando il via a un fiume di commenti di cordoglio: "Riposa in pace, eroe del popolo. Sarai sempre il nostro generale più grande", ha scritto fra i tanti un suo connazionale su Facebook.

Attivo politicamente già a 15 anni, agitatore anti-francese durante gli studi di giurisprudenza e poi come insegnante di storia (con una passione per Robespierre), Giap incontrò Ho Chi Minh in Cina nel 1940: fu l'inizio di un sodalizio durato tre decenni. Sebbene privo di formazione militare formale ("Mi sono diplomato all'accademia della giungla", disse in seguito), Giap fu incaricato dal leader rivoluzionario di guidare la resistenza agli invasori giapponesi durante la Seconda guerra mondiale. Con la fine del conflitto e il ritorno dei francesi, gli scalcagnati ma determinati guerriglieri Vietminh del generale iniziarono quindi a logorare ai fianchi le truppe di Parigi.

La progressiva escalation culminò nel 1954 con l'assedio di Dien Bien Phu, nel nord-ovest. I francesi, meglio equipaggiati, lo consideravano un fortino inespugnabile e il perno da dove schiacciare la guerriglia. Ma Giap, meticoloso e irruente genio della logistica soprannominato "il vulcano coperto di neve", con una serie di manovre di disturbo riuscì a rendere meno compatte le linee del nemico: il suo assedio, durato 56 giorni, terminò con una disfatta per i francesi, che lasciarono il Paese da lì a breve.

Con un Vietnam diviso in due dagli Accordi di Ginevra, e il successivo arrivo degli americani a sostegno del Sud, Giap guidò l'esercito del Nord lungo tutto l'arco del conflitto con il gigante Usa, che sapeva di non poter vincere in modo convenzionale. "Volevamo rompere la volontà del governo di Washington di continuare la guerra", dichiarò più tardi. E ci riuscì, fiaccando un nemico dall'enorme superiorità militare con una guerriglia tenace e trovate logistiche come il "sentiero di Ho Chi Minh" per i rifornimenti verso il Sud. L'offensiva del Tet, scatenata dalle truppe nord-vietnamite e dai guerriglieri vietcong alla fine di gennaio del 1968, fu l'ultimo momento di gloria sul campo sotto il suo comando.

Ma dopo la scomparsa di "zio Ho" nel '69, anche per l'incompatibilità col successore Le Duan, Giap fu gradualmente emarginato dai vertici militari e poi politici: uscendo definitivamente nel 1982 dal Politburo di un regime sempre più mummificato nel socialismo reale.

La sua aura non fu però compromessa, anzi: ritiratosi nella lussuosa residenza di Hanoi, dove riceveva leader mondiali, rimase un simbolo di memoria storica e ispirazione morale per le nuove battaglie di un Paese uscito a pezzi da decenni di conflitti, con prese di posizione anticonformiste che lo resero ancora più caro alla popolazione. Il vulcanico piglio, anche da quasi ultracentenario, era sempre lo stesso.

In questo articolo: