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Addio anche ai tweet, ora si chiamano «post»

Prosegue l'operazione di rebranding di Elon Musk, non senza intoppi – Dall'account @x requisito al proprietario, all'insegna luminosa che disturba i vicini, passando per l'App Store
© KEYSTONE (EPA/ETIENNE LAURENT)
Red. Online
31.07.2023 14:26

«Ha twittato», «ha cinguettato», «ha espresso la sua idea in un tweet». Dopo l'uccellino azzurro, dite addio anche a tutte queste espressioni. Eliminata e sostituita l'icona social, Elon Musk trasforma tutto. Twitter è ormai X. Ma anche all'interno le modifiche si susseguono. I tweet, cioè i contenuti postati (testo, immagini e video) ora sono «post». Come in tutti gli altri social quindi. Come a dire: lasciamoci alle spalle ogni riferimento al passato. 

La X su sfondo nero, lo ha annunciato il proprietario, non è ancora definitiva. Musk si è infatti detto aperto a ulteriori modifiche di stile e grafica. Ma l'iconico uccellino non cinguetta più neppure sul tetto della sede centrale dell’azienda, a San Francisco. Rimosse le lettere dall’insegna, è stato installato un gigantesco logo X sopra il quartier generale di Elon Musk. Installazione che ha, però, creato dei malumori tra i residenti di Market Street, che si sono lamentati delle «luci invadenti». A Cbs qualcuno ha addirittura parlato di «mancanza di rispetto». Mentre altri hanno sollevato la possibilità di una violazione delle norme edilizie. Tanto che l’insegna luminosa è rimasta spenta per tutta la giornata di domenica 30 luglio.

Digitando «Twitter» sull'App Store, viene visualizzata effettivamente l'app di X. Ma nella descrizione si parla ancora di «Twitter». E ancora: «Twitta, ritwitta, rispondi ai tweet, condividi o metti Mi piace». E, si legge su alcuni siti specializzati in tecnologia, Apple potrebbe addirittura chiedere all'azienda di cambiare il nuovo nome su App Store. Una regola chiederebbe infatti alle app di utilizzare più di un singolo carattere per il loro nome. E negli ambienti degli sviluppatori sarebbero sorte molteplici critiche nei confronti di Apple per la «svista». Qualcuno ha scherzato sulla possibilità di aggiungere uno spazio dopo la X per soddisfare il requisito di lunghezza. Tuttavia, il dilemma rimane attualmente irrisolto. Inoltre, il cambiamento del logo ha provocato alcune sorprese inattese. Gli utenti di Microsoft Edge hanno segnalato allarmi di sicurezza a causa del logo luminoso, mentre i filtri dei contenuti in alcune regioni hanno bloccato il sito web x.com scambiandolo erroneamente per contenuti per adulti.

C'è poi il caso del fotografo statunitense Gene Hwang che si è iscritto sul social a febbraio 2007. Peccato che abbia scelto l'account @x. Intervistato da TechCrunch quando Elon Musk ha annunciato il cambio di nome di Twitter, Hwang aveva dichiarato: «Sto aspettando di vedere cosa potrebbe succedere. Sarei disposto a lasciare il mio handle se dovessero farmi un’offerta adeguata». Solo poche ore dopo, Hwang si è ritrovato senza il proprio identificativo univoco e anche senza compenso. L’handle era infatti stato requisito e assegnato a quello che una volta era Twitter. Il fotografo si è ritrovato con un handle momentaneo (@x1234567998765), accompagnato da una mail dall’azienda: «Puoi scegliere qualsiasi handle fra quelli non reclamati o inattivi». Cosa gli è stato offerto? Una visita in sede e una selezione di merchandise.

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