Cultura

Addio Tour Vagabonde: «Che diventi quotidianità»

Dopo tre mesi, la struttura tornerà a Friburgo – La Straordinaria è stata un successo: «Triplicata ogni nostra aspettativa» – La sfida futura sarà rendere questi eventi ordinari
© CdT/ Chiara Zocchetti
Federico Storni
26.03.2023 21:41

«Come lo titoliamo, questo articolo – abbiamo chiesto al copresidente dell’Associazione Idra Noah Sartori: - Addio Tour Vagabonde? O arrivederci?». «La Straordinaria è nata prevedendo un addio – ci ha risposto. - L’intenzione era proporre un’attività temporanea che voleva essere un messaggio più che un modello da riproporre. Certo, in questi tre mesi ci siamo tutti affezionati a quello in cui si è trasformata questa Straordinaria, ma a oggi non c’è l’idea di riproporla in questa forma».

Si è chiusa nel tardo pomeriggio, con una serie di incontri legati alle produzione e alle radio indipendenti, l’esperienza della Straordinaria, la manifestazione incentrata sulla Tour Vagabonde (nella foto, solitamente di stanza a Friborgo) e organizzata dall’Associazione Idra. Un’esperienza durata tre mesi che ha lasciato e intende lasciare un’impronta importante in città. Innanzitutto per l’affluenza. «Partivamo ottimisti, ma ci immaginavamo tutto un altro impatto», dice Sartori. Più contenuto. «I numeri sono esplosi, sia per quantità di persone accorse (dobbiamo ancora fare i bilanci ma credo che supereremo le 35.000) sia per la frequenza. Quanto immaginavamo si è triplicato». Con benefici anche a livello finanziario: «Alla vigilia avevano garantito alle numerose istanze che hanno scelto di sostenerci (quasi una ventina, fra cui la Città di Lugano, ndr.) che avremmo coperto il 42% delle spese. Sono abbastanza fiducioso che in realtà supereremo il 50%».

«Dimostrato serietà»

Oltre all’immediato, c’è però anche l’intenzione di gettare le basi per costruire qualcosa di duraturo: «Abbiamo chiamato l’evento Straordinaria sia perché era pensato come atto unico, sia perché sapevamo di proporre qualcosa al di fuori dell’ordinario e non comune alle nostre latitudini. Crediamo di aver dimostrato che cultura indipendente non significa gente impreparata e incapace di gestire un grande evento o sostegni finanziari. C’è al contrario grande serietà e professionalità».

Il primo passo è stato fare rete

Per Sartori eventi come questo dovrebbero diventare ordinari anche in Ticino. In tal senso un primo passo è stato avvicinare i vari operatori culturali presenti sul territorio: «Credo si sia sempre fatta un po’ fatica a lavorare su dei progetti comuni tra associazioni. La Straordinaria è nata invece come progetto comune, creando rapidamente rete. Non solo a livello locale, ma anche con uno sguardo oltre Cantone». Difatti per Sartori uno dei momenti più importanti di questi tre mesi è stato il ciclo di conferenze del 18 marzo «10, 100, 1.000 spazi», in quanto «ha permesso per la prima volta di confrontare esperienze sul territorio con iniziative analoghe in Svizzera. Un confronto necessario: ci siamo chiesti perché non sia stato fatto prima, e speriamo ne seguano altri».

La «Carta della Gerra»

Questo importante momento di scambio ha permesso all’Associazione Idra di lanciare una base per una futura carta d'intenti comune, la cosiddetta «Carta della Gerra»: undici «indicazioni programmatiche rispetto alla ricerca di spazi aggregativi di diffusione e di creazione per la cultura indipendente a Lugano e nel Canton Ticino». L’Associazione la immagina come un punto di partenza per una discussione sul tema nonché, una volta affinato (la bozza sta circolando fra le diverse attività socio-culturali del territorio affinché sia condivisa), come uno strumento che possa accompagnare le istituzioni nel «presentare delle proposte operative urgenti». «Vogliamo creare un’idea solida e condivisa di quel che si può portare avanti», conclude Sartori.

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