Ai turisti russi piace ancora l'Italia (e anche il Ticino)

La guerra non accenna a fermarsi in Ucraina e lo stesso vale per le sanzioni occidentali contro la Russia. Eppure, quando si tratta di vacanze, è tutto un altro discorso.
I «nemici» russi continuano a visitare l'Europa come turisti e anzi, negli ultimi anni sono aumentati, rispetto al record negativo della pandemia. A rilevarlo è un'inchiesta del quotidiano inglese The Telegraph, che ha messo a confronto i dati sui permessi turistici rilasciati a persone residenti nella Federazione russa dai vari Paesi europei.
Il risultato: nel 2024 ai turisti russi sono stati rilasciati oltre mezzo milione di visti Schengen (552.630 per la precisione), un numero inferiore ai tempi di pace pre-Covid ma che comunque può sorprendere, se si considera l'impegno bellico dell'Unione Europea e la violenza degli scontri che non accenna a diminuire nell'est dell'Ucraina.
Il paese con più arrivi nel 2024 è stata l'Italia, seguita da Francia e Spagna. Roma ha rilasciato in tutto 152 mila visti l'anno scorso, Parigi 124 mila e Madrid 111 mila. L'ambasciatore ucraino a Bruxelles Vsevolod Chentsov ha commentato con severità i dati definendo «pericoloso» l'aumento dei turisti russi in Europa. Il diplomatico sottolinea come i servizi segreti russi utilizzino abitualmente visti turistici per infiltrarsi in Occidente, e ricorda la frequenza di attacchi informatici e varie azioni di sabotaggio riconducibili alla guerra «sotterranea» di Mosca contro la Nato.
Anche il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky ha definito «preoccupanti» le statistiche. In totale, nel 2024 i visti turistici rilasciati ai russi sono aumentati del 9 per cento in Europa rispetto all'anno precedente, e in Francia e Italia addirittura del 19 per cento.
Anche in Svizzera il turismo russo non è scomparso, tutt'altro. E il Ticino è uno dei cantoni più attrattivi. Rispetto al 2019, e dopo il record negativo a causa delle limitazioni pandemiche, gli arrivi sono aumentati secondo le statistiche annuali pubblicate dall'Ufficio federale di statistica.
Nel 2023 - ultimo dato disponibile - sono stati 5.359, ancora lontani dai quasi 7.500 registrati nel 2018, ma comunque di più (+9%) rispetto all'anno precedente. Dopo lo scoppio della guerra nel febbraio 2022 un calo c'è stato (-13 per cento rispetto all'anno precedente, 4.554 arrivi) ma non paragonabile a quello dovuto al Covid (-75%, 4.291 arrivi).