Airbnb, cresce l’offerta in Ticino: «La sua concorrenza ci preoccupa»

La progressione è piuttosto importante, tanto che la presidente di HotellerieSuisse Ticino, Sonja Frey, non nasconde la sua preoccupazione. Negli ultimi sei mesi, in Ticino, il numero delle case, appartamenti o camere messe in affitto su piattaforme online come Airbnb, Booking.com o Expedia è aumentato del 26,5%. A dirlo sono i dati forniti da Ticino Turismo: il numero delle strutture che si sono registrate sulla piattaforma cantonale degli stabilimenti d’alloggio ad uso turistico è infatti passato da 3.271 (dato di marzo) a 4.140 (dato di ieri) per un complessivo 12.035 posti letto. Un numero che, nonostante la nuova Legge sugli esercizi alberghieri e sulla ristorazione (Lear) abbia introdotto alcuni paletti, non accenna a diminuire.
Un letto è sempre un letto
«La concorrenza con questo segmento di mercato non può che preoccuparci», commenta Sonja Frey che subito aggiunge: «È chiaro che si tratta di un’altra clientela non prettamente alberghiera, ma le regole devono essere uguali per tutti». Questione di concorrenza leale. Perché alla fine un posto letto, in più o in meno, è sempre un posto letto, chiosa Frey. «Come strutture alberghiere dobbiamo sottostare una lunghissima serie di norme, per esempio quelle che riguardano l’igiene solo per citarne una. Abbiamo inoltre una classificazione molto stringente delle strutture in categorie di qualità, ossia le stelle, per non parlare del contratto normale di lavoro che introduce salari minimi per i dipendenti. A quali regole deve invece sottostare chi affitta un appartamento o una casa di vacanza?». Sonja Frey è un fiume in piena. «Certo che è un problema, e chiaramente siamo preoccupati per questo incremento dell’offerta online. I posti letto di questo segmento hanno ormai raggiunto un quarto dell’offerta turistica complessiva». Frey poi aggiunge: «Non dimentichiamo che in alcuni contesti, specie nelle zone turistiche, i residenti fanno sempre più fatica a trovare un appartamento a costi abbordabili». La scelta dei proprietari finisce infatti per propendere sulla locazione ad uso turistico, spesso più redditizia. Il fenomeno è conosciuto e accomuna le sorti di diverse capitali europee. Il Ticino insomma non fa eccezione. «Airbnb è una piattaforma globale che realizza economie di scala, per cui le commissioni che gli utenti devono pagare sugli affitti sono estremamente basse».
Qualche paletto - come dicevamo - la nuova Lear, però, lo ha introdotto. A partire da un certo numero di letti e a certe condizioni, per esempio, occorre avere un diploma alberghiero o la gerenza di GastroSuisse. «È un piccolo passo avanti, ma non basta», commenta ancora la presidente di HotellerieSuisse Ticino che ribadisce il concetto di fondo: «Servono regole uguali per tutti».
Pernottamenti in calo
Meno critico o forse più pragmatico invece è l’albergatore luganese Lorenzo Pianezzi: «È un fenomeno in forte espansione e non possiamo pretendere che il Ticino venga risparmiato. Dobbiamo prenderne atto e puntare, per quanto riguarda il nostro segmento, sulla qualità del servizio». Tenendo tuttavia ben presente che le due offerte sono complementari. In questo senso, secondo Pianezzi, «il fenomeno Airbnb fa comunque bene al turismo, in quanto porta nella nostra regione persone che altrimenti non sceglierebbero il Ticino come destinazione». Come albergatore, tuttavia, Pianezzi riconosce che le restrizioni introdotte con la revisione della Lear erano necessarie: «Nel settore sono stati introdotti alcuni paletti, che in primo luogo riguardano il percorso formativo necessario per garantire la qualità del servizio». Della serie, nessuno può improvvisarsi oste. Detto ciò, Pianezzi ribadisce che ci troviamo di fronte a due clientele diverse e, pertanto, il fenomeno Airbnb non costituisce una vera concorrenza con il servizio alberghiero. «Chi va in albergo cerca la colazione al mattino, la stanza pulita e il letto rifatto quotidianamente. È tutto un altro servizio e tipo di comfort».
Che dire però del calo della cifra d’affari a cui il settore è confrontato rispetto al 2022? La diminuzione dei pernottamenti (- 4%) è imputabile alla crescita degli alloggi sulle piattaforme online? «Non credo e comunque il calo era previsto», conclude Pianezzi. Un’opinione condivisa anche da Frey: «Gli anni del COVID, 2022 compreso, sono stati eccezionali. Il paragone va fatto con il 2019. In questo caso, i pernottamenti in Ticino segnano un positivo +7,4 %».