Aiuto al suicidio: Dignitas nei guai

La procura di Zurigo indaga sul caso di due tedesche che pagarono forse troppo
Red. Online
10.03.2013 14:09

ZURIGO - È stato aperto un procedimento penale contro Dignitas: secondo la procura zurighese, l'organizzazione di aiuto al suicidio ha agito per motivi egoistici in occasione della morte di due cittadine tedesche, madre e figlia, avvenuta nel 2010. Il fondatore di Dignitas Ludwig A. Minelli, invece, giudica le accuse "assolutamente infondate", dal momento che "una persona giuridica o un'associazione non possono avere moventi egoistici. Questa accusa può essere rivolta solo a persone fisiche". Ma la direzione come pure i controlli di Dignitas impediscono a un collaboratore di agire per i propri interessi.

In concreto la procura zurighese del See/Oberland si sta occupando della vicenda delle due donne giunte nel canton Zurigo dalla Germania apposta per togliersi la vita. Poco prima del viaggio, la figlia aveva aderito a Dignitas con un procedimento straordinario che prevede il versamento di un contributo finanziario. Il ministero pubblico sta verificando se l'ammontare della somma sia giustificato. Secondo il Codice penale, l'istigazione al suicidio per motivi egoistici può essere sanzionata con una pena privativa della libertà di un massimo di cinque anni. Stando a Minelli, Dignitas aveva ricevuto 10.500 franchi per ciascuna delle due donne. L'organizzazione utilizza questi soldi per la preparazione del suicidio, che dura settimane, e per la verifica della domanda dei candidati alla morte, che viene effettuata da uno o più medici indipendenti. Nel caso in esame, Dignitas ha pure coperto i costi del funerale.

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