Al fianco di san Nicolao sta per tornare Dorotea

Dici «chiesa» e pensi a qualcosa costruito tanto tempo fa, che cent’anni sono ancora pochi. Viene in mente la parola «immutabile». Non a Besso. La chiesa dedicata a san Nicolao, completata nel 1950, si può ancora contare fra le ultime arrivate in Ticino. E l’omonima Parrocchia è persino di vent’anni più giovane. Ora la comunità locale si prepara ad accogliere una casa parrocchiale «plus»: casa Dorotea, così chiamata in omaggio alla moglie del santo, anch’ella oggetto di venerazione. Casa Dorotea che sorgerà accanto alla chiesa e che, oltre all’abitazione del parroco, sarà dotata di dieci appartamenti a pigione accessibile da destinarsi a preferenza a singoli o famiglie che versano in una situazione di bisogno, a persone con disabilità oppure ad anziani. Al piano terreno della nuova costruzione - è prevista la demolizione della vecchia casa parrocchiale, inutilizzata da oltre un decennio - si intendono inserire spazi per offrire assistenza ai residenti, per incontri della comunità di San Nicolao e per servizi di pubblica utilità alla parrocchia e al quartiere.
Viene da lontano
La domanda di costruzione è stata pubblicata all’albo di Lugano in questi giorni. Formalmente a occuparsi dell’iter è la Fondazione casa Dorotea, istituita appositamente a questo scopo lo scorso anno. Il progetto in realtà viene da più lontano: «Già una decina d’anni fa era stato fatto un concorso a invito - ci spiega il presidente della Fondazione Fausto Leidi - ma erano poi nate delle resistenze e il tutto era finito in un cassetto. L’impostazione attuale nasce da un’idea del nostro parroco, don Marco Dania, del 2018». Idea che ha convinto l’assemblea parrocchiale, e che in questi anni un gruppo di abitanti del luogo sta provando a tramutare in realtà.
«Nella Fondazione siamo tutti abitanti di Besso», sottolinea Leidi. E sono anche diverse le persone residenti nel quartiere fra la ventina che ha deciso di contribuire alla causa, permettendo alla Fondazione di dotarsi a oggi di un capitale di 700.000 franchi per costruire. La ricerca di fondi non è però finita, dato che per l’edificazione di_Casa Dorotea si stima serviranno 5,4 milioni di franchi, ma ce n’è abbastanza per cominciare a costruire.
Più di un’abitazione
Il terreno su cui sorgerà casa Dorotea è di proprietà della Parrocchia di Lugano, che lo concederà in diritto di superficie alla Fondazione per settant’anni. Quest’ultima verserà un canone annuo e metterà a disposizione della Parrocchia un appartamento per il parroco di San Nicolao. Alla scadenza del diritto di superficie le costruzioni passeranno alla Parrocchia di Lugano. Inoltre in caso di soppressione o liquidazione della Fondazione il patrimonio netto è destinato alla Parrocchia.
L’auspicio della Fondazione è che casa Dorotea possa essere qualcosa di più di una semplice abitazione: «È concepita come un ambiente in cui l’abitare non vuole essere anonimo, ma una vera e propria esperienza di vita, animata dal Vangelo - dice Leidi. - In un contesto dove spesso nei condomini regna l’anonimato, agli inquilini di casa Dorotea sarà proposto di condividere con leggerezza e letizia uno stile di fraternità, di servizio, di apertura al quartiere e di rispetto dell’ambiente». Il tutto, come accennato, con un affitto accessibile. «Una delle prossime sfide sarà il bilanciare questo scopo statutario alla sostenibilità dell’operazione. È una delle molte cose ancora da fare per risolvere problemi e affrontare le questioni che si presentano nello sviluppo dell’impresa, ma la sfida è stata accolta dalla Fondazione, che è aperta a collaborazioni con persone ed enti che sono in sintonia con il progetto».
La villa in disuso
Oggi sul terreno sorge un villino di inizio Novecento in disuso. La decisione di demolirlo non è stata presa alla leggera: sono stati fatti diversi studi di fattibilità in proposito. Ma mantenerlo non sarebbe stato funzionale. Ma, si legge nella relazione tecnica del progetto dell’architetto Emanuele Saurwein dello studio LANDS, «la parte più importante di questo edificio è il valore del giardino e la sua relazione con la chiesa; questo rapporto verrà mantenuto e rinforzato». Come? «Il nuovo edificio sarà alto come la villa esistente e avrà ha una forma semplice e compatta. Sarà un edificio modesto che ricerca il suo valore nell’esaltare il nuovo vuoto che viene a generarsi - un nuovo spazio pubblico offerto alla collettività, tra via Jelmini e il fronte della chiesa».
