Sicurezza energetica

Al Nara il primo progetto di parco solare alpino ticinese

Il Parlamento federale vuole incentivare le centrali fotovoltaiche di grandi dimensioni in altitudine – La Società Elettrica Sopracenerina ha inoltrato una domanda di costruzione preliminare per un impianto pilota dal costo di circa 1,5 milioni
© SES
Bruno Giussani
29.03.2023 06:00

È su un terreno brullo e parzialmente sassoso, una costa orientata a sud situata a 2.000 metri di altitudine in valle di Blenio, che potrebbe prender forma il primo parco solare alpino in Ticino.

La zona è quella del Pian Nara, sul territorio del Comune di Acquarossa, poco lontana dagli impianti di risalita (skilift superiore) del Nara. Una domanda di costruzione preliminare in tal senso è stata sottoposta nei giorni scorsi dalla Società Elettrica Sopracenerina (SES) al Comune, che l’ha trasmessa al Dipartimento cantonale del territorio.

I parchi solari sono centrali fotovoltaiche di grandi dimensioni. Posizionarle in altitudine offre vari vantaggi, il principale dei quali è la produzione elettrica più elevata in inverno (quando la Svizzera deve importare elettricità dall’estero). Nel quadro di una serie di decisioni volte a garantire un approvvigionamento elettrico più sicuro, il Parlamento federale ha stabilito una serie di facilitazioni pianificatorie e finanziarie per accelerare la creazione di centrali solari capaci di produrre almeno 10 gigawattora (GWh) d’energia elettrica all’anno.

Pannelli bifacciali

Le misure di sostegno comprendono sussidi federali fino al 60% dell’investimento, ma sono sottoposte a condizioni impegnative quali la realizzazione entro fine 2025. In Svizzera una dozzina di progetti di questa portata o più estesi sono già stati annunciati, quasi tutti in Vallese e nei Grigioni (vedi CdT del 9 marzo). Quello del Pian Nara è il primo con quest’ambizione in Ticino.

«Per la produzione di 10 GWh parliamo di una superficie di circa 120.000 metri quadrati», dice Pietro Nizzola, direttore della SES. «Per ora la nostra domanda di costruzione preliminare si limita a una frazione, circa 3.500 metri quadrati, dove vorremmo installare 750 moduli fotovoltaici bifacciali per una produzione di circa 400 megawattora». La zona identificata al Pian Nara permetterebbe in seguito l’estensione a 10 GWh, che sarebbero sufficienti per coprire il fabbisogno di circa 2.200 economie domestiche.

L’intenzione della SES è quella di fare del Pian Nara un progetto pilota, per esplorare in situazione reale le potenzialità di questo tipo di impianti e poter approfondire temi come il posizionamento e dimensionamento ottimali, l’affidabilità dei pannelli fotovoltaici, gli effetti del vento e del freddo e la produzione effettiva. «I pannelli bifacciali permettono di beneficiare, oltre del soleggiamento diretto, anche dei riflessi del sole sulla neve», spiega l’ingegner Alessandro Magri della SES. Test su piccola scala realizzati da varie società elettriche svizzere hanno indicato una produzione invernale superiore del 30-70% a quella dei pannelli installati in pianura.

Caratteristiche favorevoli

Oltre all’orientamento a sud, il terreno identificato al Nara offre una serie di altre caratteristiche favorevoli. Non vi sono praticamente alberi e la vegetazione è rada. Uno studio preliminare non ha rivelato criticità ambientali maggiori («prima di procedere dovremmo comunque svolgere uno studio completo», precisa Nizzola, «la questione degli impatti ambientali è primordiale»). I 20 gradi circa di pendenza sono ottimali. È una zona già antropizzata, cioè già trasformata da attività umane: conta impianti di risalita, infrastrutture annesse, allacciamenti elettrici e cabina di trasformazione e un accesso stradale sterrato. Per quel che riguarda l’impatto visivo, il parco solare sarebbe quasi non visibile dal fondovalle.

Il progetto è stato discusso recentemente durante una riunione alla quale hanno partecipato le autorità comunali di Acquarossa, rappresentanti del Patriziato di Prugiasco (proprietario del terreno) e della Amici del Nara SA (gestore degli impianti di risalita) come pure il gestore del vicino alpe di Nara. «Tutti hanno espresso grande interesse», dice Fabio Mandioni, membro del Patriziato e co-promotore del progetto. «Siamo la Valle del Sole», ricorda da parte sua il sindaco di Acquarossa Odis Barbara de Leoni, aggiungendo che se la domanda preliminare della SES dovesse trovare eco positiva da parte del Dipartimento del territorio, il progetto sarà poi presentato in Consiglio comunale e alla popolazione.

A due metri da terra

Il progetto pilota del Pian Nara prevede 750 pannelli bifacciali installati con un’inclinazione di 90 gradi, disposti su cinque file di 150 moduli l’una. Questi sarebbero sopraelevati a circa due metri da terra, in modo da permettere comunque il passaggio (o il pascolo) di animali. «Il tipo di ancoraggio è ancora da dettagliare, per minimizzare l’impatto al suolo», precisa Magri. La taglia dell’impianto pilota è stata d’altronde definita sulla base della potenza massima del trasformatore esistente (usato per lo skilift alto del Nara) in modo da non dover modificare in questa fase le linee e gli impianti attuali. I costi stimati si aggirano attorno a 1,5 milioni di franchi e la costruzione potrebbe avvenire nella primavera 2024. «Per poter contare sulle facilitazioni federali bisognerà muoversi velocemente», sottolinea Nizzola.

I parchi solari alpini «fanno parte della soluzione» per quel che concerne la sicurezza energetica nazionale, spiega Roberto Pronini, direttore dell’Azienda Elettrica Ticinese (AET). Insieme con dodici altre aziende regionali confederate, l’AET partecipa già dall’anno scorso alla comunità d’interessi Solalpine, la cui missione è di sviluppare progetti di parchi solari, lavorando in comune sugli aspetti pianificatori, tecnici e giuridici. A livello ticinese per il momento l’AET attende indicazioni precise da parte del Cantone. La bozza del nuovo Piano energetico e climatico cantonale (PECC) attualmente in consultazione è vaga per quel che concerne il fotovoltaico alpino. «Si tratta anche di capire dove questi parchi potrebbero essere localizzati», sottolinea Pronini: come già fatto in passato per l’eolico, «sarebbe interessante condurre una mappatura dei siti ticinesi idonei a questo tipo di impianti».

 

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