Al via il processo di Ksenia Karelina

È iniziato oggi a Yekaterinburg il processo alla cittadina russo-americana Ksenia Karelina. Gli investigatori russi sostengono che la donna abbia inviato denaro a un'organizzazione ucraina e che questi fondi siano stati usati anche per "armi e munizioni per le forze armate ucraine" e la accusano di "alto tradimento".
Tuttavia il New York Times sottolinea che secondo Perviy Otdel, un gruppo di avvocati russi specializzati nei processi di matrice politica, la 33enne avrebbe inviato poco più di 50 dollari a Razom for Ukraine, un'organizzazione no profit con base a New York che secondo il giornale "invia assistenza al Paese" invaso dalle truppe russe.
La stessa versione dei fatti viene fornita dalla ex suocera di Karelina alla Reuters, che sul suo sito web scrive che Razom for Ukraine "invia assistenza non militare" all'Ucraina. Ksenia Karelina vive a Los Angeles, ma è stata arrestata a Yekaterinburg a fine gennaio mentre era in Russia per rivedere i suoi familiari.
Secondo l'agenzia Interfax, che ha dato notizia dell'inizio del processo, la prossima udienza è stata fissata per il 7 agosto. L'Afp sottolinea che il processo si svolge a porte chiuse. Il Cremlino sta inasprendo sempre più la repressione del dissenso. Diversi cittadini americani sono inoltre detenuti in Russia per accuse che Washington ritiene di matrice politica. Alcuni osservatori sospettano Mosca di voler usare i cittadini Usa arrestati come "pedine di scambio" per ottenere il rilascio di cittadini russi detenuti negli Stati Uniti o in altri Paesi occidentali.
In una recente intervista Putin ha lasciato intendere di essere disposto a liberare il giornalista del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, in carcere in Russia per accuse ritenute infondate, in cambio della scarcerazione di Vadim Krasikov, un presunto ex agente dell'intelligence russa detenuto in Germania con l'accusa di aver ucciso un ex comandante dei separatisti ceceni.