Alain Delon e la battaglia dei figli per l'eredità
Negli ultimi tempi, a far parlare di Alain Delon, morto oggi all'età di 88 anni, non sono state tanto le sue capacità attoriali (Delon aveva annunciato il suo ritiro dalle scene nel 2017), quanto più le sue condizioni di salute e la sua eredità. Protagonisti degli screzi i tre figli dell'attore – Anthony, Anouchka e Alain-Fabien – che negli ultimi mesi si sono fatti a pezzi pubblicamente e si sono scambiati insulti, accuse e denunce. Delon, indebolito dalle conseguenze di un ictus che lo aveva colpito nel 2019 e da una successiva emorragia cerebrale, si è così trovato negli insoliti panni dello spettatore involontario di questo teatrino familiare.
Intervistato nel 2019 a Cannes, dove aveva ricevuto al Palma d'oro d'onore per la sua carriera, Delon aveva espresso il desiderio di non vedere i suoi figli dilaniarsi in faide familiari: «Faccio di tutto affinché non succeda. Non vorrei che i miei figli si facessero la guerra come i figli di Hallyday. Sto preparando tutto, non bisogna farsi prendere di sorpresa. Tutto sarà risolto prima della mia morte, che piaccia o no. Se non lo facessi, si dilanierebbero, fra loro ci sarebbe una guerra, ne sono certo».
Purtroppo però gli auspici dell'attore franco-svizzero non si sono avverati. Anzi, la faida è scoppiata addirittura prima del decesso dell'attore. Le prime scintille sono scoppiate la scorsa estate quando i figli hanno espresso perplessità sulla sua «badante» o «dama di compagnia»: Hiromi Rollin. I tre denunciano la donna per violenze sul padre e circonvenzione ma poi si battono fra loro per la spartizione dell'eredità. La giustizia dispone ad inizio 2024 una perizia medica per valutare lo stato di salute dell'attore, che continua a peggiorare. Anthony lo definisce «sempre più debole» e «incapace di vedersi ridotto così».
La giustizia dispone la sua messa sotto tutela, rafforzando la misura in primavera visto il peggioramento della salute di Delon. Ma la decisione di giustizia comporta, per l'attore, anche la privazione della libertà di gestire i propri beni e prendere decisioni sulle cure mediche alle quali è sottoposto.
«Non ha perso la testa», sostiene però Anouchka contro la quale protestano i fratelli per la parte ritenuta sproporzionata a suo favore nell'eredità del padre. Alla donna spetterebbero infatti il 50% degli averi del padre, mentre ai due uomini spetterebbe il 25% ciascuno.
Anouchka era poi accusata dai fratelli di voler portare il padre in Svizzera in modo da evitare di dover pagare le imposte di successione francesi. I tre hanno così finito per farsi querela a vicenda.
A generare interrogativi è infine il testamento di Delon. Il nodo della vicenda, in particolare, è capire se quando l'attore lo ha redatto era in possesso o meno delle proprie capacità di discernimento.