Algeria indipendente grazie a Berna

Berna, estate del 1954. Mentre nella capitale impazza la Coppa del mondo di calcio, presso l?Hotel Simplon, a due passi dalla stazione, un gruppo di cittadini algerini partecipa ad alcune riunioni segrete. Gli ispettori della Polizia federale osservano il loro andirivieni nella città vecchia senza riuscire a percepire il contenuto dei loro discorsi né le ragioni della loro presenza. Il momento è però cruciale: proprio in quegl?incontri viene presa la decisione di lanciare l?insurrezione in Algeria. Uno dei ?cospiratori? non è altri che Ahmed Ben Bella, leader storico del Fronte di liberazione nazionale (FLN), colui che diventerà il primo Presidente dell?Algeria indipendente. Per diverso tempo la guerra d?indipendenza algerina è stata presentata come un fatto di politica interna francese. Questo conflitto ebbe però diverse ripercussioni anche al di fuori dei confini dell?Esagono. Responsabile dei dossier Francia, Africa, Vicino e Medio Oriente, dei ?Documenti diplomatici svizzeri?, Damien Carron si è trovato di fronte ad una massa importante e diversificata di documenti inerenti proprio al conflitto franco-algerino. L?analisi di questo materiale ha portato alla realizzazione di una tesi di dottorato e di un libro (La Suisse et la guerre d?indépendance algérienne (1954-1962), Editions Antipodes, 2013) che mette in evidenza le ripercussioni che la guerra ebbe sulla Svizzera. Ricostruiamo i fatti.
Sul piano interno, le autorità elvetiche dell?epoca dovettero gestire alcuni dossier delicati legati alla situazione venutasi a creare in Maghreb: la presenza di cittadini svizzeri in Algeria, l?opinione pubblica schierata a favore degli indipendentisti, la presenza di nazionalisti algerini in Svizzera. Sul piano internazionale, l?inizio del conflitto algerino coincise per la Confederazione con la sua reintegrazione nel nuovo ordine mondiale. Il contesto della guerra fredda e il processo di decolonizzazione offrirono al nostro Paese la possibilità di far valere l?impegno della propria diplomazia e di rivestire un ruolo decisivo nella risoluzione del conflitto. Ma torniamo ad un altro episodio significativo.
Ginevra-Cointrin, la notte tra il 18 e il 19 marzo 1962. Da un aereo dell?Air France scendono i cinque capi storici del FLN appena liberati in Francia. Un?automobile scortata condurrà i cinque a raggiungere i membri della delegazione algerina nel loro riparo di Signal-de-Bougy, nel Canton Vaud. L?arrivo in Svizzera dei cinque non era previsto. La visita era stata organizzata il giorno precedente su domanda specifica di uno di loro: Ahmed Ben Bella. Il leader del FLN avrebbe in seguito dichiarato di aver voluto passare in Svizzera le sue prime giornate da uomo libero. Qualche ora più tardi gli accordi di Evian misero fine ad una delle più dure e violente guerre di decolonizzazione?.
I due esempi citati sono stati scelti da Damien Carron per introdurre il suo libro. Essi rappresentano, cronologicamente, l?inizio e la fine del conflitto algerino. In entrambi i casi, la Svizzera fa dà sottofondo ad uno scenario a prima vista lontano. Nel frattempo, tra il 1954 e il 1962, in Algeria impazza la guerra. Un conflitto particolarmente sanguinario, caratterizzato da un numero di vittime molto elevato, soprattutto tra i civili algerini. Come viene riferito nel libro, gli episodi in Nord Africa ebbero diverse implicazioni per il nostro Paese.
?Ho cercato di fare parlare i fatti piuttosto che interpretarli. - spiega Carron al CdT - Il fatto di essere svizzero mi ha poi aiutato ad avere accesso a diversi documenti negli archivi algerini. Accesso che ad uno storico francese sarebbe stato probabilmente negato. Ho così potuto incrociare la ricerca con i documenti francesi e svizzeri in modo da avere diversi punti di vista. In questo modo ho potuto valutare sia la percezione del conflitto da parte di un Paese non coinvolto direttamente, la Svizzera, sia di comprendere l?atteggiamento di francesi e algerini sulla posizione della Confederazione?.