La proposta

Alla scoperta della scienza con le settimane «Mint»

Come funziona un telefonino? E una calcolatrice? Come si crea un cartone animato? Le classi delle elementari di Locarno, grazie a un’iniziativa della Supsi, possono avvicinarsi alla tecnologia scoprendo i segreti che governano i dispositivi della vita quotidiana, tra matematica e scienze naturali
Circa 150 allievi di sette-otto classi da tutta la regione del Locarnese hanno partecipato al progetto. © Shutterstock
Jona Mantovan
16.04.2024 06:00

Due settimane tra matematica, informatica, scienze naturali e tecnologia. Sono le settimane «Mint» (acronimo delle varie discipline e, per chi mastica l’inglese, corrispettivo del più popolare «Stem», da Science, technology, engineering, mathematics), proposte e organizzate a Locarno dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana fino al 19 aprile.

Si tratta di un’iniziativa rivolta alle classi delle elementari per far scoprire a bambine e bambini i segreti che governano la tecnologia che ci circonda e il cui funzionamento, spesso e volentieri, è dato per scontato e «confinato» oltre un alone di mistero: come funziona un telefonino? E una calcolatrice? Oppure un computer? Come si crea un cartone animato? E un’app? Domande a cui le attività proposte nei laboratori daranno risposte. Ma non è tutto. In alcuni casi, per ottenere ciò che si sta cercando, è necessario anche uscire all’aperto.

Percorsi per tutti i gusti

Sono sei i temi proposti nel calendario dei laboratori sottoposto ai docenti che desiderano coinvolgere le loro alunne e i loro alunni in queste particolari avventure scientifiche. Dal percorso sulle tracce degli animali (di Manuela Varini) alla programmazione di computer (di Rossana Falcade e Masiar Babazadeh), dal funzionamento di un circuito elettrico (Tiffany Fioroni) alla robotica (sfruttando le capacità di Thymio, un’invenzione svizzera tra l’altro, del Politecnico di Losanna), passando per le immagini in movimento con la tecnica «passo uno» (Thierry Moro) e la scienza dietro la fotografia, con l’attività intitolata «Camera o(b)scura» (sempre dello stesso referente, al quale però si aggiunge anche Alessio Carmine).

Vogliamo avvicinare le nuove generazioni a materie considerate ostiche, in modo attivo, divertente e giocoso
Lucio Negrini, professore e responsabile del laboratorio media e Mint, 39 anni

Il particolare appuntamento di approfondimento interdisciplinare è organizzato dal Laboratorio media e Mint–che fa parte appunto del Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi–insieme all’ispettorato del Locarnese.

Lucio Negrini, professore in tecnologie in educazione e responsabile del laboratorio, oltre che referente dell’attività di robotica, spiega al Corriere del Ticino che l’obiettivo è proprio quello di avvicinare le nuove generazioni «a materie considerate ostiche, attraverso esperienze positive e giocose, per dimostrare come anche le materie tecniche possano essere divertenti e coinvolgenti». Una vera e propria porta d’accesso, insomma, al mondo della scienza.

Tra codici e realtà virtuale

Un obiettivo centrato, dice il 39.enne, dato che il corpo alunni (circa 150 in tutto, da un totale di sette-otto classi provenienti da vari comuni della regione del Locarnese) e le docenti apprezzano le attività al punto da «staccarsi» con una certa resistenza da quanto svolgono nella mattinata–che si tratti di codici informatici o realtà virtuale, o quant’altro ancora–per andare a pranzo.

L’«esperimento», se può essere chiamato così, era già stato proposto l’anno scorso, anche se in misura minore e con una durata nettamente più breve. «Corretto, all’epoca era una sola settimana e circoscritta ad alcune classi di due istituti del comune di Locarno». Un raddoppio temporale dovuto anche a questioni organizzative, presentando a questa seconda «settimana Mint» un programma più diluito.

Il «brivido» della scoperta

E così, nelle aule dello stabile del Dipartimento formazione e apprendimento della Supsi (normalmente impiegate per la formazione di docenti) come pure al Palacinema, ecco che futuri ingegneri, scienziati, progettisti e programmatori muovono i loro primi passi nella tecnologia e nel «brivido» della scoperta scientifica. Professioni che, beninteso, sono da declinare anche al femminile. Perché la creatività e lo spirito necessario per la risoluzione dei problemi non sono una prerogativa maschile o femminile.

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