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«All'ospedale Nasser scoperta una fossa comune con 180 corpi»

Lo ha annunciato la protezione civile palestinese, citata da al-Jazeera – Il ritrovamento è avvenuto a due settimane dal ritiro, dalla zona, delle Forze israeliane di difesa – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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«All'ospedale Nasser scoperta una fossa comune con 180 corpi»
Red. Online
21.04.2024 08:05
21:26
21:26
«Ripresi i colloqui Iran-USA sul nucleare»

Alcune fonti hanno riferito a un giornale iraniano, il quotidiano riformista Shargh, che l'Iran sarebbe in contatto con gli Stati Uniti per nuovi negoziati sul nucleare.

Il quotidiano Shargh, ripreso da Haaretz, ha citato fonti informate secondo cui la missione iraniana dell'Onu a New York sta coordinando i colloqui e a condurre i negoziati non sarebbe più il viceministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri, ma l'ambasciatore iraniano all'Onu Amir Saeid Iravani.

Il ministro degli esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha confermato sabato che durante la sua permanenza a New York si sono svolti colloqui sull'accordo nucleare, ma non ha fornito ulteriori dettagli. Tuttavia, ha affermato che l'Iran è interessato ad una «soluzione diplomatica» ai conflitti in Medio Oriente.

Secondo gli analisti la leadership di Teheran vuole utilizzare il recente conflitto militare con Israele come leva per rilanciare l'accordo nucleare del Piano d'azione globale congiunto (JCPOA) del 2015, negoziato attuato sotto l'amministrazione dell'ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama. In cambio della riduzione della tensione richiesta dall'Occidente, dovrebbero quindi ripartire i negoziati sul nucleare. L'obiettivo è revocare le sanzioni che paralizzano l'Iran.

20:20
20:20
«180 corpi in una fossa comune nell'ospedale Nasser a Khan Yunis»

La protezione civile palestinese sostiene di aver recuperato 180 corpi da una fossa comune all'interno dell'ospedale Nasser a Khan Younis, a Gaza, a due settimane dal ritiro delle forze israeliane dall'area. Lo riporta Al Jazeera.

19:06
19:06
Katz ai ministri UE: «Più sanzioni contro l'Iran»

Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha chiesto ai suoi omologhi della Ue «di imporre sanzioni al progetto missilistico iraniano». Lo ha annunciato lo stesso Katz aggiungendo che «il progetto mette in pericolo il mondo. Bisogna fermare l'Iran prima che sia troppo tardi».

Su X Katz ha ricordato che i «missili iraniani hanno una gittata fino a 3000 chilometri». Al tempo stesso ha dato istruzioni alle ambasciate israeliane nella Ue «di aumentare la campagna contro l'Iran in vista dell'incontro Fac dei ministri degli esteri europei di domani per discutere le sanzioni».

16:26
16:26
«Nei prossimi giorni aumenteremo la pressione militare e politica su Hamas»

«Nei prossimi giorni aumenteremo la pressione militare e politica su Hamas perché questo è l'unico modo per liberare i nostri ostaggi e ottenere la vittoria». Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu in un messaggio alla vigilia della Pasqua ebraica denunciando che «purtroppo, fino ad ora, tutte le proposte per il rilascio dei nostri rapiti sono state completamente respinte da Hamas».

A questo proposito ha ricordato che il segretario di stato americano Antony Blinken «ha detto che l'unico ostacolo ad un accordo per la liberazione dei sequestrati è Hamas». «In questa notte del Seder pasquale i nostri rapiti prigionieri di Hamas sono davanti ai nostri occhi».

14:44
14:44
Sale ancora il bilancio a Rafah, 22 morti

Sale ancora il bilancio delle vittime nel raid israeliano nella notte contro diverse case nella città di Rafah a sud della Striscia di Gaza: secondo l'Associated Press citata dal Guardian, autorità sul posto riferiscono di 22 morti, tra questi 18 sono minori.

13:56
13:56
Dopo il Colosseo, la Tour Eiffel: «Fermate l'Iran prima che sia troppo tardi»

Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz, dopo il post su X con i missili dell'Iran sul Colosseo a Roma, ha diffuso lo stesso messaggio questa volta con la Torre Eiffel.

La scritta, in inglese, francese ed ebraico, dice : «Fermate l'Iran prima che sia troppo tardi» rivolto al segretario di stato Usa Antony Blinken, ai ministri italiano, Antonio Tajani, tedesco, Baerbock, francese Sejourne e inglese David Cameron. Nel video, con sfondo la Torre Eiffel, c'è in primo piano la scena tranquilla di un signore in procinto di prendere un croissant e un cappuccino, interrotto da un colpo d'arma da fuoco.

12:19
12:19
Netanyahu: «Grande rispetto per gli amici americani, ma imporre sanzioni all'IDF manda un messaggio sbagliato»

«Le sanzioni non devono essere imposte alle forze di difesa israeliane». Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu riferendosi alle intenzioni Usa nei confronti del Battaglione 'Netzach Yehuda'.

«Nelle ultime settimane - ha detto su X - ho lavorato contro sanzioni ai cittadini israeliani, anche nelle mie conversazioni con alti funzionari del governo americano. In un momento in cui i nostri soldati combattono i mostri del terrore, l'intenzione di sanzioni a un'unità dell'Idf è il massimo dell'assurdità e un basso livello morale». «Il governo da me guidato agirà con tutti i mezzi contro queste mosse».

Anche il ministro del Gabinetto di guerra, e leader centrista, Benny Gantz, ha attaccato l'intenzione Usa di sanzioni al battaglione 'Netzach Yehuda' dell'esercito. «È parte integrante dell'Idf, è soggetto al diritto militare e - ha detto su X - opera in conformità con il diritto internazionale.

Lo Stato di Israele ha un sistema giudiziario forte e indipendente, che sa come controllare ed esaminare qualsiasi violazione della legge o deviazione dagli ordini dell'Idf, e così faremo».

«Ho grande rispetto per i nostri amici americani, ma - ha aggiunto - imporre sanzioni all'unità è un precedente pericoloso e invia anche un messaggio sbagliato ai nostri nemici comuni in tempo di guerra». «Lavorerò - ha concluso - affinché questa decisione non passi».

11:52
11:52
Sciopero in Cisgiordania e Gerusalemme

E' in corso lo sciopero dei palestinesi di Cisgiordania e di Gerusalemme est per l'operazione antiterrorismo dell'esercito israeliano nel campo profughi di Nur Shams, vicino Tulkarem, dove secondo la Mezzaluna Rossa sono stati uccisi 14 palestinesi.

L'Idf in un primo bilancio ha riferito di almeno 10 uomini armati uccisi e che è stato scoperto e distrutto un laboratorio per la fabbricazione di bombe sequestrate armi da fuoco. Lo sciopero - ha fatto è anche in protesta «contro la continua aggressione a Gaza».

Secondo la stessa fonte «lo sciopero ha paralizzato tutti gli aspetti della vita, e le scuole, le università e i negozi sono stati chiusi». Fermi anche i trasporti.

11:25
11:25
Iran e Oman chiedono un immediato cessate il fuoco a Gaza

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian e il suo omologo dell'Oman, Sayyid Badr Al-Busaidi, hanno chiesto sforzi internazionali per stabilire un cessate il fuoco immediato a Gaza e inviare aiuti umanitari all'enclave: lo riporta l'Irna.

Durante una conversazione telefonica tenuta ieri sera, il ministro degli Esteri dell'Oman ha condannato Israele «per i suoi atti destabilizzanti nella regione». «Porre fine ai crimini di guerra del regime sionista a Gaza è l'unico modo per ripristinare la sicurezza nell'Asia occidentale», ha aggiunto.

Le autorità dell'Oman hanno agito come mediatori tra Iran e Stati Uniti, soprattutto durante il recente conflitto tra Iran e Israele.

11:24
11:24
16 palestinesi uccisi a Gaza

Almeno 16 cittadini palestinesi, tra cui nove bambini, sono stati uccisi all'alba di oggi in una serie di attacchi aerei e di artiglieria israeliani contro diverse case nella città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza: lo riporta l'agenzia di stampa palestinese Wafa.

09:12
09:12
Israele ha colpito «numerosi obiettivi degli Hezbollah» nel Libano del sud

Israele durante la notte ha colpito numerosi obiettivi degli Hezbollah in tre separate aree del Libano del sud. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui «uno dei raid ha centrato un operativo degli Hezbollah in uno dei siti del terrore del gruppo a Tayr Harfa».

Colpiti anche «posti di osservazione degli Hezbollah a Odaisseh ed edifici usati dal gruppo terroristico a Khiam».

09:06
09:06
«Gli aiuti USA a Israele sono un'aggressione ai palestinesi»

La presidenza palestinese afferma che l'aiuto militare americano a Israele costituisce «un'aggressione contro il popolo palestinese».

La presidenza palestinese ha affermato in serata che l'approvazione da parte della Camera dei Rappresentanti americana di miliardi di dollari in nuovi aiuti militari a Israele segna «un'aggressione contro il popolo palestinese».

Il denaro «si tradurrebbe in migliaia di vittime palestinesi nella Striscia di Gaza» e in Cisgiordania, ha precisato Nabil Abu Rudeina, portavoce del presidente palestinese Abu Mazen, definendola una «pericolosa escalation».

08:30
08:30
Israele convoca gli ambasciatori dei Paesi «pro Palestina» all'ONU

Il ministero degli Esteri israeliano ha annunciato ieri in serata la convocazione per oggi degli ambasciatori dei Paesi del Consiglio di Sicurezza che hanno votato a favore dell'adesione a pieno titolo dei palestinesi alle Nazioni Unite.

«Domani saranno convocati gli ambasciatori di Francia, Giappone, Corea del Sud, Malta, Repubblica slovacca ed Ecuador» e nei loro confronti «verrà espressa una forte protesta», ha precisato il ministero sul suo account X.

Una protesta sarà presentata anche alle ambasciate dei Paesi che hanno votato a favore della proposta algerina, poi respinta, per migliorare lo status dei palestinesi, che dal 2012 hanno lo status inferiore di «Stato osservatore non membro».

Secondo il ministero, il messaggio agli ambasciatori è il seguente: «Un gesto politico verso i palestinesi e un invito a riconoscere uno Stato palestinese - sei mesi dopo il massacro del 7 ottobre - è una taglia sul terrorismo». «Israele non accetterà l'istituzione di uno Stato terrorista che mette in pericolo i suoi cittadini», ha aggiunto.

I palestinesi chiedevano al Consiglio di Sicurezza di accettare che uno «Stato palestinese» già riconosciuto dalla maggioranza delle capitali prendesse il suo posto «legittimo» all'interno delle Nazioni Unite. Ma durante la votazione di giovedì gli Stati Uniti hanno usato il loro diritto di veto.

08:05
08:05
Il punto alle 07.30

Sanzioni americane verranno annunciate nei prossimi giorni nei confronti del battaglione Netzah Yehuda delle forze armate israeliane per violazioni dei diritti umani in Cisgiordania. È quanto ha rivelato il giornalista Barak Ravid di Axios, citando tre fonti americane a conoscenza della questione. Sarebbe la prima volta che Washington impone misure punitive contro un'unità militare israeliana. Ai militari in questione verrebbe vietato di ricevere qualsiasi tipo di assistenza o addestramento militare americano. Il battaglione Netzah Yehuda venne costituito come unità speciale per i soldati ultraortodossi. Tutti i suoi membri sono uomini.

Per il premier Benjamin Netanyahu «le forze armate non devono essere sanzionate». «È il massimo dell'assurdità e il punto più basso dal punto di vista morale», ha continuato, assicurando che l'esecutivo «agirà con tutti i mezzi contro queste mosse». Contro la possibilità di sanzioni USA hanno tuonato anche Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, leader di estrema destra e ministri rispettivamente della Sicurezza nazionale e delle Finanze: imporre «sanzioni ai nostri soldati è una linea rossa», ha avvertito il leader di Otzma Yehudit, affermando che i militari del battaglione Netzah Yehuda «devono essere pienamente sostenuti» e di aspettarsi che «il ministro della Difesa Yoav Gallant non si sottometta ai dettami americani». «Mentre Israele sta lottando per la sua esistenza, (questa) è una totale follia», gli ha fatto eco Smotrich, sostenendo che si tratti di «una mossa pianificata per costringere Israele ad accettare la creazione di uno Stato palestinese e ad abbandonare la sicurezza di Israele». Sul tema si è fatto sentire anche Benny Gantz: l'ex capo di Stato maggiore e volto dell'opposizione, entrato al governo solo dopo lo scoppio della guerra contro Hamas per sostenere lo sforzo bellico, ha parlato di «un pericoloso precedente» che «trasmette il messaggio sbagliato ai nostri comuni nemici in tempo di guerra». «Lo Stato di Israele ha un sistema giudiziario forte e indipendente che valuta meticolosamente qualsiasi accusa di violazione o deviazione dagli ordini e dal codice di condotta dell'IDF, e continuerà a farlo», ha sostenuto il leader di Blu e Bianco, assicurando di avere «intenzione di agire affinché questa decisione venga cambiata».

Un tentativo terroristico di sparatoria è stato sventato a Beit Einun Junction, a nord di Hebron. Lo ha reso noto l'esercito israeliano sul proprio canale Telegram.