"Altro che torturatori, sono eroi"

NEW YORK - "Lo rifarei subito". L'ex vice presidente americano, Dick Cheney, difende la Cia e le sue pratiche di interrogatorio, che hanno consentito all'agenzia di "ottenere le informazioni necessarie". Definendo il rapporto del Senato "seriamente viziato", Cheney lo sconfessa anche per quanto riguarda il presidente George W. Bush che, in un'intervista alla Cnn rilasciata prima del rapporto, loda gli agenti federali, "uomini e donne bravi, patrioti, e che il paese è stato fortunato ad avere".
Secondo il rapporto, Bush non era pienamente al corrente delle tattiche usate dalla Cia ed era stato in qualche modo ingannato. Ipotesi che Cheney respinge seccamente. "Sapeva cosa facevamo. Lo ha autorizzato. Lo ha approvato" afferma riferendosi agli incontri quotidiani in cui l'ex presidente veniva aggiornato anche dal direttore della Cia. Nella sua difesa assoluta della Cia, Cheney spiega che l'agenzia è stata "molto attenta a evitare" le torture. "Il waterboarding così come lo abbiamo fatto non è una tortura". E non lo è neanche la pratica della "reidratazione rettale", effettuata per "motivi medici".
"Tortura è quello che i terroristi di Al Qaida hanno fatto a 3000 americani l'11 settembre. Non c'è paragone fra questo e quello che abbiamo fatto noi per rafforzare gli interrogatori" mette in evidenza Cheney, precisando di "non avere alcun problema" con le tecniche usate: "lo rifarei subito" per raggiungere il "nostro obiettivo, che era quello di prendere gli autori dell'11 settembre e di evitare un altro attacco agli Stati Uniti".
Continuano intanto a emergere nuovi dettagli sulle pratiche della Cia e sul ruolo dei medici negli interrogatori. Il personale medico era infatti centrale e presenziava agli interrogatori, suggerendo come evitare lividi troppo grandi e traumi che avrebbero compromesso il risultato. La partecipazione dei medici agli interrogatori - in molti casi non visibile ad occhio nudo per l'abbigliamento uguale a quello degli agenti - è criticata dall'Associazione Medica americana, che la valuta una violazione dei valori etici.