Inizia la raccolta firme

«Anche il laghetto di Muzzano preoccupa»

Lanciate due iniziative per una maggiore tutela della biodiversità e del paesaggio - Elena Strozzi di Pro Natura: «Ecco perché queste proposte hanno più chance di essere accettate di quella (bocciata a febbraio) contro la dispersione degli insediamenti»
Da sinistra: Elena Strozzi con Urs Leugger-Eggimann (Pro Natura), Adrian Schmid (Heimatschutz svizzera) e Roman Hapka (Fondazione svizzera per la protezione del paesaggio) davanti a Palazzo federale al lancio delle due iniziative. (Foto Keystone)

BERNA - Bocciata l’iniziativa contro la dispersione degli insediamenti, terminato anche il dibattito sulle costruzioni in Svizzera? No, dicono Pro Natura, BirdLife Svizzera, Heimatschutz Svizzera e Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio. Anzi, le quattro organizzazioni ecologiste hanno lanciato non uno, ma due testi contro la cementificazione: uno incentrato sull’edificazione nelle zone verdi, l’altro sulla biodiversità. Due temi legati l'uno all'altro, ma che anche nella Costituzione sono già trattati in due articoli differenti. Le disposizioni attuali e il disegno per la seconda fase della revisione della legge sulla pianificazione del territorio, viene rimproverato dagli iniziativisiti nei confronti di Berna, non garantiscono, appunto, in modo abbastanza efficace la protezione del paesaggio e la salvaguardia della biodiversità, che vanno invece meglio ancorate nella Costituzione. I due comitati delle iniziative hanno tempo fino al 26 settembre 2020 per raccogliere le 100.000 firme necessarie per ciascuna delle due iniziative.

«Troppe edificazioni eccezionali»

Secondo le quattro organizzazioni che le coordinano la situazione in Svizzera è preoccupante: in diverse aree la natura è a rischio, mentre la politica resta passiva. Inoltre, il Parlamento ha indebolito la protezione del patrimonio costruito. L'anno scorso, segnalano gli iniziativisti, oltre 2.000 nuove costruzioni sono nate fuori delle zone edificabili; di queste, 400 erano alloggi. Bisogna insomma mandare un segnale forte per attirare l'attenzione del pubblico sulla protezione di natura e paesaggio, mettendo il tema al centro dell'agenda politica.

«Non ci concentriamo sui centri»

Al contrario dell’iniziativa dei Giovani Verdi bocciata a febbraio, le due nuove iniziative, in primis quella «per il paesaggio», «si concentrano solo sul territorio al di fuori degli agglomerati, quello delle campagne, dove si è registrato un boom edilizio enorme», ci spiega Elena Strozzi, responsabile politica per la pianificazione del territorio e forestale di Pro Natura. «La quantità di superficie negli ultimi venti-trent’anni sulla quale è stato costruito all’interno degli agglomerati e delle città combacia con quella al di fuori dei centri. Una tendenza che vogliamo combattere». Il problema per gli iniziativisti non sono solo le nuove costruzioni approvate dove ci sarebbe un divieto di edificazione, ma anche le infrastrutture che ne conseguono «come le strade, i parcheggi, o le canalizzazioni, che influenzano la biodiversità e tagliano il paesaggio».

Perché l’attuale disegno per la seconda fase della revisione della legge sulla pianificazione del territorio presentato dal Governo non basta? Per due punti principali, spiega Strozzi. Il primo: «Mantiene le troppe eccezioni approvate dal Parlamento nell’ambito della legge attuale», dice Strozzi. In questo modo la distinzione fra zone edificabili e non è troppo poco chiara. Anche nella proposta delle quattro organizzazioni ambientaliste sono previste eccezioni, ma molto meno. «Ad esempio siamo a favore della salvaguardia di costruzioni storiche di rilievo culturale, ma il cambiamento di destinazione con cui vecchie stalle diventano ad esempio hotel nuoce alla natura, proprio per le infrastrutture che devono essere costruite in più». Il secondo punto critico è la cosiddetta «strategia pianificatoria e compensatoria», «un meccanismo introdotto per poter cercare di gestire meglio le costruzioni fuori zona edificabile, che però risulta una sorta di “black box”. Non si sa bene come vogliano applicarlo».

Preoccupati per la natura, anche in Ticino

Con la seconda iniziativa le associazioni chiedono a Confederazione e Cantoni di assicurare e rafforzare la biodiversità in Svizzera. L’obiettivo è quello di garantire i fondi e le superfici necessari a raggiungere lo scopo. Anche in questo campo le norme vigenti non bastano, dicono gli iniziativisti.

«Di perdite in questo ambito ce ne sono state e se non si fa nulla aumenteranno». Un esempio lo si ha a Muzzano, spiega Strozzi: «I risultati di un recente monitoraggio indicano una diminuzione delle specie di anfibi oltre che una perdita di diversità degli ambienti legati al laghetto». Il problema, sottolinea l’esperta, è che nell’ecosistema ogni specie ha il suo compito. Perdendone alcune si mettono a rischio tutte le altre.

«Ancora un testo anti-cemento?»

Le proposte saranno diverse da quella dei Giovani Verdi , ma lo scopo è bene o male lo stesso: concentrare le attività legate all’edilizia per tutelare l’ambiente. Non c’è il rischio di ottenere un risultato come quello che hanno dovuto incassare i giovani ecologisti a febbraio? «Già il fatto che la doppia iniziativa non si concentra solo sulle zone edificabili, ma anche sulla biodiversità, differenzia le nuove proposte da quella dei Giovani Verdi. Anche Pro Natura è favorevole alla concentrazione degli insediamenti, ma con le nostre iniziative mettiamo l'accento sul problema ambientalista al di fuori delle zone edificabili».

L’onda verde colpirà ancora?

Raccogliere le 100.000 firme non dovrebbe risultare difficile, afferma Strozzi: le quattro organizzazioni promotrici possono probabilmente contare sui loro membri, la cui somma oltrepassa di gran lunga il numero di sottoscrizioni necessarie. Sommate, le promesse di sostegno raccolte su WeCollect per le due iniziative (benché alla fine a contare saranno i formulari stampati, firmati e spediti dagli utenti della piattaforma online) martedì sera avevano superato quota 5.000. E chi lo sa, forse l’onda verde che sta influenzando la politica nazionale giocherà un ruolo nell’avanzata di queste due proposte.