Anis Amri filmato alla stazione di Lione

LIONE - Anis Amri, il tunisino responsabile dell'attentato di Berlino, era passato per la stazione di Lione Part-Dieu dove aveva acquistato un biglietto per Milano con cambio a Chambery. Lo dimostrano le immagini delle telecamere di video sorveglianza della stazione.
Il tunisino di 24 anni è stato ripreso giovedì pomeriggio alla stazione di Lione, 3 giorni dopo l'attentato che è costato la vita a 12 persone. Secondo la tv francese BFM la Polizia è sicura che Anis Amri abbia comprato il biglietto del treno per Milano pagandolo in contanti, anche se non si sa ancora quando e come sia entrato in Francia.
Sono ancora al vaglio degli inquirenti le immagini dei video di sorveglianza della stazione di Chambéry, nella Savoia. Il terrorista ucciso a Milano aveva con sé due biglietti ferroviari con tragitto Lione-Chambéry-Milano, ma soltanto uno dei due era stato vidimato, lasciando dubbi sul percorso effettuato dal terrorista.
Queste nuove rivelazioni accentuano gli interrogativi su come sia stato possibile che il terrorista, ricercato dalla Polizia di tutta Europa, abbia potuto percorrere più di 1000 chilometri senza nessun problema.
Dopo l'autopsia proseguono gli accertamenti
Non è ancora stata data l'autorizzazione alla sepoltura del corpo di Anis Amri. Questo perché nonostante sia già stata eseguita l'autopsia, che ha evidenziato come l'uomo sia stato ucciso da due colpi nel conflitto a fuoco con gli agenti, potrebbero essere svolti altri accertamenti in quanto sono coinvolte più Autorità giudiziarie: alla Procura di Monza competono infatti le indagini sull'uccisione di Amri, mentre gli accertamenti su suoi eventuali legami con persone che vivono nel Milanese sono di competenza invece del dipartimento antiterrorismo della Procura di Milano.
Nei giorni scorsi gli investigatori tedeschi che si occupano della strage di Berlino sono stati a Milano per confrontarsi con gli agenti della Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (Digos): l'attenzione è concentrata in particolare sulla pistola calibro 22 trovata sul tunisino che è con tutta probabilità l'arma usata per uccidere l'autista del Tir usato per travolgere la folla nella capitale tedesca. Sull'arma si stanno svolgendo accertamenti balistici.
Altro capitolo delle indagini di cui si occupa l'antiterrorismo milanese riguarda le immagini delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso Amri dall'arrivo alla stazione Centrale di Milano fino al suo arrivo a Sesto San Giovanni, dove è stato controllato ed è morto colpito dai colpi dei poliziotti a cui aveva sparato.
Immagini che vanno confrontate con testimonianze di chi (anche conducenti di mezzi pubblici) potrebbe aver visto il tunisino nella notte tra giovedì e venerdì ed eventualmente riconoscerlo.
La pistola usata a Milano forse è la stessa di Berlino
Gli inquirenti milanesi che si occupano di Anis Amri sono ancora in attesa di una risposta ufficiale degli investigatori tedeschi sulla pistola calibro 22 che aveva con sé quando è stato colpito a morte a Sesto San Giovanni, ma ritengono che con ogni probabilità l'arma sia la stessa con cui il tunisino ha ucciso il camionista polacco del tir con il quale ha compiuto la strage a Berlino.
La Procura di Milano potrebbe chiedere all'Autorità giudiziaria tunisina, attraverso il Ministero della Giustizia, documentazione riguardante l'arresto del nipote di Amri, ritenuto legato a una cellula terroristica operante in Tunisia. Il giovane aveva confessato, durante gli interrogatori di polizia, di aver comunicato con lo zio via Telegram. Amri gli avrebbe inviato denaro attraverso le poste e fornito un'identità falsa perché lo raggiungesse in Germania per arruolarsi in una 'cellula tedesca' dell'Isis.
Di questa vicenda, che aiuterebbe a ricostruire eventuali legami che il killer di Berlino potrebbe aver avuto nel Milanese, gli inquirenti del capoluogo lombardo hanno per ora solo notizie di stampa. Gli agenti della Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali (Digos) continuano a visionare le immagini di telecamere di sorveglianza del percorso compiuto da Amri una volta giunto a Milano: dalla Stazione Centrale a Sesto San Giovanni. E - evidentemente - si continua ad indagare per cercare di capire per quale ragione sia andato a Sesto.
Nel frattempo si susseguono le segnalazioni di persone che avrebbero visto Amri in diverse località nel Milanese. Le segnalazioni sono ovviamente vagliate, ma allo stato sono senza riscontri e contrasterebbero con i dati oggettivi in mano agli investigatori.