Guerra

Arrestare Putin in Mongolia? «Dipendiamo per il 95% dall'energia russa»

Il portavoce del governo prende posizione sulla visita del presidente russo a Ulan Bator – «Questa fornitura è fondamentale per garantire la nostra esistenza e quella del nostro popolo»
© KEYSTONE (EPA/BYAMBASUREN BYAMBA-OCHIR)
Red. Online
04.09.2024 08:18

Vladimir Putin, lunedì, è arrivato in Mongolia. Un viaggio controverso, perché il Paese è membro della Corte penale internazionale che, nel marzo del 2023, ha emesso un mandato di arresto nei confronti del presidente russo. Ma la Mongolia non sembra affatto intenzionata a voler arrestare Putin. Anzi. Il leader del Cremlino è stato accolto da una guardia d'onore, con una cerimonia nella piazza principale della capitale, e ha salito i gradini ricoperti di tappeto rosso del Palazzo del Governo al fianco del suo omologo mongolo, Ukhnaagiin Khürelsükh.

Il governo della Mongolia ha attribuito la decisione di non arrestare il presidente russo durante la sua visita nel Paese alla sua posizione di dipendenza energetica da Mosca, che rende difficile ammanettare Putin su mandato della Corte penale internazionale per crimini di guerra in Ucraina.

In una dichiarazione a Politico, il portavoce del governo ha affermato che «la Mongolia importa il 95% dei suoi prodotti petroliferi e oltre il 20% dell'elettricità dai nostri vicini, che in passato hanno subito interruzioni per motivi tecnici. Questa fornitura è fondamentale per garantire la nostra esistenza e quella del nostro popolo».

«La Mongolia – ha aggiunto – ha sempre mantenuto una politica di neutralità in tutte le sue relazioni diplomatiche, come dimostrano le nostre dichiarazioni ufficiali fino ad oggi».

Dmitry Peskov, portavoce di Putin, ha dichiarato che il mandato d'arresto della CPI non gli impedirà di mantenere i contatti con i Paesi interessati a sviluppare le relazioni con la Russia, che rappresentano «la maggioranza globale». Peskov, citato dall'agenzia Tass, ha aggiunto che il presidente russo non ha ancora deciso se prenderà parte al vertice del G20 in programma il prossimo novembre in Brasile, anch'esso Paese membro della Corte penale. «La maggioranza globale dei Paesi ha una visione molto più ampia delle prospettive della cooperazione internazionale rispetto ai paraocchi della CPI». Il Cremlino vede «un grande interesse verso la Russia da parte della maggioranza globale», e «anche noi siamo interessati», ha proseguito il portavoce.

In questo articolo:
Correlati