"Assisto sessualmente i disabili"

Il ticinese Lorenzo Fumagalli racconta i retroscena di un mestiere insolito
Laura Di Corcia
14.10.2013 05:56

Tutto è nato grazie ad un articolo pubblicato su un quotidiano zurighese una decina di anni fa. Dopo averlo letto, ci ha pensato un attimo e poi ha deciso: è la mia strada. È iniziata così, quasi per caso, l?avventura professionale e umana di Lorenzo Fumagalli, ticinese, anni 52, professione «assistente sessuale per disabili». È iniziato con un corso organizzato da «Pro Infirmis» da Nina De Vries, un?olandese domiciliata a Berlino, la pioniera, per quanto riguarda l?Europa, in questo campo. Certo che il pensiero può creare sgomento, se non addirittura paura, perché è uno di quegli argomenti sottaciuti e segreti, di cui non si parla mai, perché sta male, perché crea l?imbarazzo e il disagio che il limite sempre porta con sé; perché ci sono i pregiudizi, le chiusure mentali, il perbenismo; perché si prova vergogna: ma l?assistenza sessuale ai disabili, di cui si è iniziato a discutere e a parlare in modo serio e esaustivo da pochissimi anni, in realtà è sempre esistita. Ma come si faceva una volta? In realtà si chiudevano ben bene le serrande e la «cosa» avveniva al buio, lontana da sguardi indiscreti e guai a parlarne: sono sempre state le prostitute, se non le madri, a venire incontro a questi bisogni fisici, talvolta impellenti. Ma qualcuno a un certo punto ha pensato che non andava mica tanto bene. «Le prostitute fanno questo lavoro per un tornaconto monetario: e non c?è nulla di male – spiega Fumagalli - ma con persone con problemi di handicap è preferibile un approccio delicato e graduale. Ancora oggi sono spesso le madri ad occuparsene, ed è sconsigliabile: non è un compito che tocca al genitore e poi rapporti di questo tipo, anche se comprendo bene cosa spinga una mamma a farsi carico di certe esigenze, non permettono al figlio di evolvere come adulto».Gli incontri durano un?ora, un?ora e mezza e costano circa 150 franchi: una parcella accettabile, sicuramente inferiore a quella richiesta da una prostituta. «Bisogna avere sempre le antenne drizzate: alcuni uomini desiderosi di questo genere di intrattenimento, ma attenti al portafoglio, sono arrivati a millantare un handicap che non esisteva; anche quando si reclutano gli studenti per un nuovo corso, come mi è capitato di fare a Ginevra qualche anno fa, dove sono stato chiamato a selezionare i nuovi assistenti sessuali e a formarli, occorre prestare attenzione ai furbacchioni che vogliono intraprendere questa strada non per vocazione, chiamiamola così, ma ingolositi dalla prospettiva di sedurre ragazze inermi e problematiche: purtroppo esistono questi malintenzionati e sta a noi tenere gli occhi aperti».

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