Medio Oriente

Attesa oggi la liberazione dei dieci cittadini svizzeri ancora detenuti in Israele

Secondo l’associazione Waves of Freedom Svizzera, i connazionali dovrebbero essere rilasciati nelle prossime ore, in attesa di conferma ufficiale
Global Sumud Flottila via AP
Red. Online
07.10.2025 07:29

Secondo quanto riferito dall’associazione Waves of Freedom Svizzera, i dieci cittadini svizzeri che risultano ancora detenuti in Israele dovrebbero essere liberati oggi, anche se la notizia resta in attesa di conferma ufficiale. In totale erano diciannove i cittadini svizzeri arrestati e detenuti in seguito all’intervento delle autorità israeliane.

Dall’inizio della vicenda, Waves of Freedom ha moltiplicato le iniziative presso il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) al fine di ottenere la liberazione immediata dei connazionali. L’associazione, tuttavia, mantiene un atteggiamento prudente, sottolineando che Israele si è da tempo affrancato dal rispetto delle regole del diritto internazionale e umanitario e che continua a commettere gravi violazioni dei diritti fondamentali.

Nel comunicato si denuncia che i cittadini svizzeri siano stati sottoposti a trattamenti crudeli, inumani e degradanti, come definiti dalla Convenzione internazionale contro la tortura, tanto sul piano fisico quanto su quello psicologico. Alcuni sarebbero stati privati dei trattamenti medici di cui necessitano, con rischi elevati per la salute e l’integrità fisica e mentale. La preoccupazione dell’associazione è ancora maggiore nei confronti dei partecipanti musulmani, o considerati tali, e dei detenuti palestinesi, particolarmente esposti a violenze e condizioni di detenzione più dure.

Waves of Freedom fa sapere di aver avviato una documentazione sistematica delle gravi violazioni subite dai connazionali e di quelle di cui essi sono stati testimoni. Tale documentazione sarà trasmessa alle autorità giudiziarie competenti per l’apertura di procedimenti. L’associazione sostiene che l’impunità di cui continuano a beneficiare le autorità israeliane debba cessare e rinnova le proprie richieste al DFAE affinché vengano intraprese misure concrete. In particolare, l’associazione sollecita l’adozione di sanzioni economiche, culturali e accademiche nei confronti dello Stato di Israele, il sostegno alla procedura avviata dal Sudafrica davanti alla Corte internazionale di giustizia ai sensi della Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio del 1948, e il supporto a qualsiasi azione giudiziaria volta a garantire che le persone coinvolte nelle violazioni commesse contro i cittadini svizzeri siano perseguite e punite in modo proporzionato ai crimini.

L’associazione ha inoltre espresso la propria gratitudine agli avvocati del centro giuridico Adalah, che hanno assunto la difesa dei cittadini svizzeri, sottolineando il ruolo decisivo svolto dalla loro assistenza legale. In conclusione, Waves of Freedom segnala che, contrariamente a quanto avviene in altri Paesi, il DFAE ha fatto sapere che il rimpatrio dei cittadini liberati avverrà a spese degli stessi. L’associazione si augura che le autorità svizzere tornino su questa decisione, ritenuta poco onorevole, e che celebrino piuttosto il coraggio dei militanti elvetici che hanno tentato di portare sostegno alla popolazione palestinese.