Opinioni elettorali

Atti di altruismo

Claudia Castelli Cavadini, candidata dei Verdi del Ticino al Gran Consiglio
Red. Online
01.04.2019 20:23

Perché un essere umano che potrebbe cibarsi di carne decide di privarsene? Perché un essere umano che potrebbe viaggiare comodamente su un veicolo privato, partendo in qualsiasi momento ne abbia voglia, decide di utilizzare i mezzi pubblici? Naturalmente ne ricaverà una soddisfazione personale, parimenti all’onnivoro e all’automobilista. Naturalmente, in alcune situazioni, ne trarrà persino una convenienza. Ma i comportamenti degli uni hanno sull’ambiente conseguenze ben diverse da quelle degli altri. Per quanto concerne l’aspetto dei combustibili fossili mi sembra che ormai anche i più ostinati abbiano perlomeno preso coscienza del problema. Vale però la pena spendere due parole sugli allevamenti, i cui processi sfuggono alla nostra percezione e dunque alla nostra consapevolezza. L’Ufficio federale dell’ambiente indica che l’allevamento del bestiame: – a livello globale è il maggiore produttore di gas a effetto serra (il settore dei trasporti il secondo); – è una delle attività produttive che consuma più acqua (bisogna infatti tener conto anche della produzione del foraggio): la produzione di un hamburger richiede tanta acqua quanta ne consumiamo per lavarci in due mesi; – è la causa principale della deforestazione nel mondo: lo spazio serve non solo per gli animali ma anche per coltivare ciò che mangiano; questi alimenti tra l’altro in parte provengono dall’estero (principalmente dal Brasile) perché in Svizzera non se ne produce a sufficienza, generando ulteriori gas serra per il trasporto e sottraggono cibo alle popolazioni di paesi già poveri di risorse; – genera inquinamento (deiezioni animali, massiccio uso di antibiotici, pesticidi ed erbicidi per coltivare il foraggio) e il conseguente annientamento di numerose specie sulla terra e nei mari. Tenuto conto di queste informazioni noi possiamo dunque scegliere il nostro stile di vita considerando tre fattori: la prima scelta, la più incisiva, è prediligere alimenti vegetali, la seconda riguarda la tipologia di produzione (l’impatto ambientale del biologico è ovviamente minore del tradizionale con sostanze chimiche), la terza è il consumo di prodotti locali e di stagione (fatto che, oltre a generare meno trasporti, sostiene la nostra economia). E quando incontriamo un vegetariano o un vegano, invece di deriderlo, ricordiamoci che la sua dieta fa bene anche a noi. «Gli atti di altruismo disinteressato, in un mondo così cieco all’etica, dovrebbero essere guardati con rispetto: finché c’è qualcuno che si limita o agisce in funzione dei bisogni altrui, nulla è perduto»*.

*Leonardo Caffo, «Vegan. Un manifesto filosofico», 2018 Einaudi Torino