Attilio Bignasca se ne va

LUGANO - «Presto o tardi lascerò il coordinamento della Lega». Una frase che Attilio Bignasca ha pronunciato più volte da quando, a seguito della morte del fratello Giuliano nel 2013, aveva assunto il ruolo di figura guida del partito. Chi lo conosce bene quella frase l'ha sentita molte volte, ma ora Bignasca l'ha messa anche nero su bianco. A confermarlo è lo stesso Bignasca, raggiunto ieri dal Corriere del Ticino: «È vero, ho messo a disposizione il mio mandato di coordinatore e ora la palla è nelle mani dei colonnelli della Lega».
Lunedì 11, infatti, è stata agendata in serata una riunione del vertice della Lega, un po' per valutare l'esito delle elezioni comunali alla luce dei risultati della domenica sulla corsa ai municipi e per constatare anche quelli attesi lo stesso pomeriggio-serata per i consigli comunali.
Ma siamo sicuri che lascerà davvero questa volta? «Sì, è tempo e ora che, dopo il Parlamento e il Consiglio comunale di Lugano, io lasci anche il ruolo che ho assunto nel 2013». Poi lancia una battuta: «Ai colonnelli della Lega ho detto che, se per delirio di ipotesi non avremo nulla da festeggiare per il risultato delle urne, potremo brindare alla mia partenza». Vuole per caso dire che c'è qualcuno che non la vuole più al posto di comando della Lega? «In primis noi non abbiamo posti di comando, e poi questa domanda, semmai, andrebbe posta ad altri e non al sottoscritto».
Il fatto che Attilio Bignasca sia annunciato partente non significa ancora che quel giorno ci sarà la nomina del suo successore. E questo per un semplice motivo. Quel giorno non ci sarà la figlia Antonella Bignasca, assente per ferie in Giappone. Antonella Bignasca è ormai una figura importante nello scacchiere della Lega ed è soprannominata anche dallo stesso padre «il governo ombra della Lega». A giocarsi quel ruolo dovrebbero essere proprio lei e Boris Bignasca, il figlio del Nano.
Queste sono le due ipotesi più gettonate e scontate, compresa quella che li vedrebbe entrambi alla testa con compiti distinti, anche perché ad Antonella non piace molto l'esposizione mediatica che compete a chi dirige un partito. La maggior parte dei colonnelli è dell'idea che occorra qualcuno di via Monte Boglia e che di cognome faccia, rigorosamente, Bignasca.