“Autostrade ha permesso questa disgrazia, rivoglio la mia vita”

Parla uno degli sfollati dopo il crollo del ponte Morandi a Genova: "Siamo stati zitti per rispetto dei morti, ora pretendiamo un indennizzo"
Red. Online
16.08.2018 08:52

GENOVA - "Ieri siamo stati zitti perché abbiamo rispettato i morti, da oggi in avanti pretendiamo che Autostrade ci indennizzi per poter riconquistare la nostra vita". Parole condite da rabbia e amarezza quelle di Ennio, uno dei numerosi sfollati che ha dovuto lasciare la propria casa dopo il crollo del ponte Morandi a Genova. L'uomo, 68 anni, ha deciso di non arrendersi, e punta il dito contro Autostrade per l'Italia che "ha permesso questa disgrazia". Ennio pretende che la società gli trovi ora una nuova casa, in un posto lontano da inquinamento e disagi. "Ho vissuto 50 anni sotto questo ponte, mi hanno distrutto l'esistenza", racconta il 68.enne, aggiungendo: "La mia casa è laggiù, io la vedo ma non posso raggiungerla". I soccorritori hanno infatti vietato agli oltre 600 sfollati di tornare nelle proprie abitazioni, anche solo per recuperare dei medicinali. "Ho diritto a vivere gli anni che mi restano, pochi o tanti, non mi interessa, dignitosamente. Loro mi hanno tolto la vita, io la voglio riconquistare", conclude Ennio.

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