Stati Uniti

Baltimora: mentre si cercano i corpi dei dispersi, recuperata la scatola nera del cargo

Si tratta di sei operai che stavano riparando le buche poco prima che la nave Dali urtasse il ponte Francis Scott Key Bridge – Gli investigatori lavorano per individuare le cause dell'incidente
© KEYSTONE (AP Photo/Matt Rourke)
Red. Online
27.03.2024 14:45

«Data la temperatura dell'acqua e il tempo trascorso dal crollo del ponte non crediamo che riusciremo a trovare nessuno dei sei dispersi ancora vivo». Lo ha detto, questa mattina, il capo della Guardia Costiera di Baltimora in merito all'incidente che ha fatto collassare il Francis Scott Key Bridge di Baltimora. Si tratta di sei operai che stavano riparando le buche poco prima che un cargo urtasse il ponte. I media americani parlando di persone originarie del Centro e del Sud America.

Il ministero degli Esteri del Guatemala ha confermato che il suo consolato in Maryland si è attivato poiché è confermato che fra le persone di cui non si hanno più notizie vi sono due cittadini guatemaltechi. Il quotidiano El Diario de Hoy ha identificato una presunta vittima di El Salvador, padre di tre bambini. Nella lista figura anche un cittadino dell'Honduras, padre di due bambini, e alcuni messicani. Da parte sua Rafael Laveaga, capo della sezione consolare dell'ambasciata del Messico a Washington, ha dichiarato che fra le possibili vittime «ci sono un numero imprecisato di messicani, e anche di cittadini di Guatemala, Honduras e El Salvador». Le ricerche dei sommozzatori sono ancora in corso per recuperare i loro corpi.

La nave Dali, il cargo che si è schiantato sul ponte abbattendolo, è andata in «blackout totale» poco prima dell'impatto, sostiene l'Associazione dei comandanti USA. Il pilota ha fatto «tutto quello che poteva fare» per rallentare la nave e impedirle di andare alla deriva verso il ponte, ha spiegato Clay Diamond, direttore esecutivo e consigliere generale dell'American Pilots Association. «La nave ha perso la potenza del motore e l'energia elettrica».

Gli investigatori della National Transportation Safety Board (NTSB), l'agenzia governativa che indaga sugli incidenti nei trasporti civili, ha recuperato la «scatola nera» del cargo Dali, riferisce la CNN. In giornata sono attese ulteriori informazioni sugli accertamenti in corso per individuare le cause dell'incidente.

La Guardia Costiera degli Stati Uniti sta nel frattempo esaminando più di una dozzina di container danneggiati a bordo della nave, che potrebbero contenere materiali potenzialmente pericolosi. Dei 13 container danneggiati, «alcuni hanno contenuti dei Centers for Disease Control and Prevention e/o di materiali pericolosi (Hazmat)» e si sta esaminando il carico per determinare cosa c'era a bordo ed eventuali rischi per la salute, ha dichiarato un funzionario USA.

Cosa rimane del ponte

La nave portacontainer aveva superato due ispezioni nel 2023, ha precisato l'autorità portuale di Singapore, sottolineando che le certificazioni che attestano l'integrità strutturale e delle attrezzature della Dali erano valide al momento dell'incidente. Il cargo, lo ricordiamo, batte bandiera di Singapore, è largo 48 metri, lungo 300 ed è stato costruito nel 2015. Era diretto a Colombo e avrebbe dovuto arrivare il 22 aprile a destinazione.

«Dobbiamo ricordare che questo ponte fu costruito 50 anni fa, e le dimensioni delle navi all'epoca erano di molto inferiori rispetto a quelle della Dali», ha detto alla CNN Sal Mercogliano, ex marinaio mercantile ed esperto marittimo. «E la Dali non è nemmeno una grande nave portacontainer, ci sono navi molto più grandi là fuori. Quindi abbiamo un’infrastruttura che è stata costruita per un’altra epoca».

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