Lugano

Beni da tutelare: ecco la nuova «variantona»

Proposta una modifica del Piano regolatore per salvaguardare altri 34 elementi dopo i 97 protetti sei anni fa
L'ex centrale delle AIL a Gemmo. ©Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
25.01.2023 06:00

Il malloppo cartaceo è fisicamente «importante». Come il suo obiettivo, del resto: salvare da qualsivoglia idea di demolizione o trasformazione trentaquattro costruzioni ritenute d’interesse culturale per la città di Lugano. Parliamo della variante di Piano regolatore proposta dal Municipio e fresca di pubblicazione all’albo. La seconda variante, per essere precisi. La prima, approvata nel 2017, aveva portato alla tutela di novantasette elementi ritenuti degni d’interesse. Il documento con le nuove richieste di tutela, destinato al Consiglio comunale, è frutto di un lavoro cominciato nel 2020 e porta la firma dell’allora sindaco Marco Borradori.

Tutti gli oggetti

Ecco la lista degli elementi in discussione ora, raggruppati per zone: il cimitero di Castagnola, l’Hotel Villa Castagnola e due edifici abitativi con negozi in viale Castagnola 23 e via delle Scuole 2;un palazzo in via Trevano 17, Villa Sassa, la casa parrocchiale della Chiesa del Sacro Cuore in via Maderno 20, un edificio abitativo e amministrativo in viale Franscini 15, Villa Gujoni in via Ciseri 3, le case popolari del Rione Madonnetta e una palazzina in via Berna 5; un edificio amministrativo e abitativo in via Cassarinetta 10, due ville e la residenza Bristol ai civici 3, 5 e 11 di via Maraini, Villa Miramonte in via Mazzini 10 e il tempietto dedicato a George Washington su Riva Caccia; Villa Angioletta e due palazzi ai civici 10, 17 e 6 di via Bossi; le ville Colombo in via San Gottardo 7 (conosciuta anche come Villa Linda) e 9, una casa con appartamenti in via Soldino 24-26, la sottocentrale delle AIL e un’abitazione ai numeri 34 e 6 di via Cortivallo; un edificio abitativo, un condominio e i villini Gibrafranti e Marazzi ai civici 7, 22, 5 e 24 di via Rodari, due case al 2 e al 4 di via Pocobelli, una casa e una villa al 12 e al 21 di via Borromini e un’abitazione plurifamiliare in via Stabile 10.

Work in progress

I trentaquattro beni sono stati scelti in tre modi: alcuni (otto, per la precisione) facevano parte della prima variante, ma il Tribunale amministrativo li aveva rimandati al Comuni chiedendo di spiegare meglio perché fosse necessario proteggerli (sono quindi proposte relativamente nuove); altri erano stati segnalati dal Dipartimento del Territorio durante l’approvazione della prima variante; altri ancora sono stati aggiunti in base a quanto suggerito dall’Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere (ISOS). Il lavoro, comunque, non è finito qui. La Città sta infatti preparando altre varianti più specifiche per tutelare altri oggetti, in particolare alla stazione di Lugano, a Brè, Barbengo, Cadro e nel comparto di Villa Favorita, in più sono in corso studi che potrebbero portare ad altre proposte di tutela.

Nella variante bis, il Municipio scrive che «la necessità di conservare il patrimonio culturale», ancorata Legge cantonale sulla protezione dei beni culturali entrata in vigore nel 1997, «nasce dalla volontà di trasmettere alle generazioni future la testimonianza concreta della nostra cultura e della storia del nostro territorio». Questo l’obiettivo. Poi, oltre che con il Consiglio comunale, l’Esecutivo dovrà fare i conti con i proprietari degli oggetti interessati dai vincoli, che avranno la facoltà di ricorrere.

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