Berlusconi si è dimesso

ROMA - Silvio Berlusconi non è più il capo del Governo italiano. Il premier, che sabato pomeriggio aveva ricevuto il suo probabile successore ad interim Mario Monti, in serata si è recato al Quirinale per rassegnare le proprie dimissioni tra una folla di persone che lo ha fischiato e che in parte gli ha pure gettato contro delle monetine. Il presidente Giorgio Napolitano, domani aprirà le consultazioni - che si protrarranno fino a sera - per dare il la alla nomina del nuovo premier (vd suggeriti). Intanto, tra i partiti di centrodestra, il PdL si è spaccato sull'ipotesi di un Esecutivo affidato allo stesso Monti, mentre la Lega Nord ha già ventilato la possibilità di passare all'opposizione, opponendosi in particolare all'ipotesi di un Governo tecnico.
Secondo indiscrezioni, nell'incontro tra Berlusconi e lo stesso Monti, l'attuale premier avrebbe accordato all'ex commissario UE il proprio appoggio in cambio di garanzie, tra cui quella di affidare a Gianni Letta il ruolo di vicesegretario alla presidenza nel nuovo Esecutivo. Una proposta, che manco a dirlo, ha già sollevato un vespaio tra la sinistra, essendo Letta considerato un berlusconiano doc. Nel vertice del PdL svoltosi a Palazzo Grazioli fino a quasi le 21, in questo senso, sarebbe stato concordato di chiedere la nomina di Letta a vicepremier e ai futuri membri del Governo provvisorio di non potersi candidare per le prossime elezioni. In sintesi, il PdL ha chiesto garanzie su chi governerà l'Italia (seppure ad interim), sul programma del presiedente e sui tempi delle prossime tappe fino alle elezioni. In tarda serata Letta ha però dichiarato di non voler costituire un problema e di voler fare un passo indietro.
Un tavolo di giornalisti fedelissimi a Berlusconi composto da Giuliano Ferrara, Vittorio Feltri e Sandro Sallusti, riuniti al teatro Manzoni di Milano nel pomeriggio, aveva fatto sentire forte la propria opposizione a Monti, respingendo a sua volta l'ipotesi di un Governo tecnico e chiedendo a chiare lettere elezioni in tempi brevi. Il dato politico della giornata è però la fine del berlusconismo dopo diciassette anni, anche se c'è chi teme, ora, che l'uscita di scena del leader del PdL possa tradursi in un boomerang per l'Italia, a partire dalla riapertura dei mercati di lunedì, quando si tornerà in Parlamento per l'avallo definitivo del nuovo premier.