Bilancio provvisorio

Biglietti: vendita in calo del 2%, «pesa anche il caldo torrido»

Dopo una prima settimana da tutto esaurito, con una crescita del 5% al botteghino, gli ultimi giorni hanno fatto registrare un minore afflusso di spettatori rispetto all’edizione dello scorso anno – Stesso scenario negli hotel – Si conferma l’importanza di anticipare la rassegna
© CdT/Gabriele Putzu

Prima settimana sugli scudi, la seconda decisamente meno brillante. Il CEO del Film Festival, Raphaël Brunschwig, traccia un bilancio complessivamente positivo dell’andamento al botteghino, pur riconoscendo la sfida di mantenere alto il ritmo fino all’ultimo giorno. «Siamo molto soddisfatti dell’atmosfera e dei dati complessivi - dice al CdT - Fino a domenica scorsa eravamo a +5% rispetto al 2024, oggi siamo a circa -2% sul totale». Una flessione «dovuta soprattutto ai numeri del prefestival, più bassi rispetto al 2024. Negli ultimi giorni, la Piazza ha registrato un miglioramento, mentre le sale hanno avuto un lieve calo. Probabilmente, le temperature elevate e l’inizio dell’anno scolastico in diversi cantoni hanno influito».

Brunschwig ricorda come la prima parte della rassegna sia, per sua natura, più intensa, complice la concentrazione degli eventi industry, economici e politici nei primi quattro-cinque giorni, «quando si registra la maggiore presenza dei nostri partner e un programma ricco di titoli di richiamo». Anche quest’anno, sottolinea, la seconda settimana offre appuntamenti di peso - dalle serate con Lucy Liu e Alexander Payne, a una Piazza Grande molto forte e a più titoli in concorso di forte interesse - ma la ripresa delle attività lavorative e scolastiche in Svizzera e all’estero rende più complesso attrarre lo stesso volume di spettatori e ospiti.

Per affrontare questa sfida, l’organizzazione sta lavorando a un rafforzamento mirato del programma nella parte finale del Festival, così da stimolare l’afflusso anche dopo i giorni clou. «Se in futuro si concretizzasse l’ipotesi di anticipare le date anche solo di una settimana, in un periodo in cui l’industria non è ancora in vacanza, potremmo ulteriormente rafforzare il nostro posizionamento internazionale, abbiamo visto con le star di questi anni quanto anche i grossi nomi siano importanti nelle logiche di un festival. E se arrivassero pure nuovi finanziamenti dall’estero, potremmo investire di più nell’ospitalità e negli inviti, portando più giornalisti e ospiti di profilo anche nella seconda parte del festival. Tutto è collegato: contenuti, soldi, pubblico - rafforzare un elemento rafforza gli altri, come in un circolo virtuoso».

Dinamiche identiche

Tra sale e hotel, la dinamica non cambia. La prima settimana del festival fa segnare il picco di presenze, mentre la seconda scorre con ritmi più tranquilli, anche nelle strutture ricettive della città.

«Il periodo iniziale è decisamente più intenso - dice al CdT Etienne Loponte, responsabile ospitalità del festival - coincide con l’attività del settore industry, in particolare con Locarno Pro. Poi la città resta comunque vivace, ma con un ritmo più gestibile».

Massimo Zoni, direttore dell’hotel Lago Maggiore, conferma il picco iniziale. «Nei primi 4-5 giorni, la domanda è molto alta e le camere sono prenotate con largo anticipo; ciò comporta un’attenta gestione del contingente. La richiesta cala in seguito di circa il 30% e il diventa più culturale che economica».

L’andamento è simile anche per l’hotel Belvedere. «Qualsiasi cancellazione è subito rimpiazzata - dice il direttore, Michele Rinaldini - l’andamento un po' più debole della fase conclusiva è probabilmente legato al calendario scolastico svizzero e non solo al festival, mentre Ferragosto ha un impatto limitato sulle prenotazioni, perché qui non è una ricorrenza particolarmente sentita».

La tipologia di ospiti, inoltre, muta da un weekend all’altro. «Nei primi giorni ospitiamo soprattutto professionisti del settore - spiega Marco Valmici, direttore dell’hotel La Palma au Lac - Dalla domenica, il pubblico cambia: appassionati di cinema che combinano qualche proiezione con escursioni, buona cucina e il resto dell’offerta del Ticino». Per gli hotel significa cambiare ritmo. «I professionisti hanno ritmi serrati e richiedono servizi puntuali e rapidi. Il turista cerca un’esperienza diversa: più tranquillità, conversazione e consigli personalizzati», aggiunge Valmici.

Dopo le giornate frenetiche, subentra un ritmo più da vacanza. «Gli ospiti internazionali restano sorpresi di trovare in Svizzera un’impronta mediterranea a tavola - prosegue Valmici - È una scoperta apprezzata, che si presta bene al contesto del festival: dopo giornate intense, il momento del pasto diventa un’occasione per ricaricare energie, rilassarsi e vivere un’esperienza autentica».

Dietro i numeri c’è anche un legame affettivo. «Il festival porta turismo internazionale, con esigenze diverse rispetto alla clientela abituale, e crea un’atmosfera dinamica e culturale che trasforma la città - dice ancora Rinaldini - la vita in hotel cambia: orari, consumi, organizzazione. È impegnativo, ma lascia molto sia alla struttura sia alla città».

L’organizzazione del festival gestisce ogni anno circa mille prenotazioni distribuite in 50-60 strutture, a Locarno e nei dintorni, tra hotel e soluzioni abitative.

«Gli appartamenti sono utilizzati soprattutto per ospiti che rimangono per periodi più lunghi, i membri dello staff, project manager o relatori - spiega Loponte - per soggiorni brevi preferiamo gli hotel, che sono più semplici da gestire in caso di cambi dell’ultimo minuto o cancellazioni. Collaboriamo con agenzie locali - aggiunge - che spesso possiedono direttamente alcune sistemazioni, o le gestiscono per conto dei proprietari. Questo permette più flessibilità e un’assistenza diretta in caso di necessità».

Il mercato degli appartamenti è in crescita, ma infuturo le cose potrebbero cambiare: «Nei prossimi 5 anni si prevede un incremento dell’offerta alberghiera a Locarno e dintorni. Per noi è un vantaggio, soprattutto per la prima settimana, quando spesso dobbiamo spostare ospiti ad Ascona o in altre località vicine per mancanza di camere in città», conclude Loponte.

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