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Il Consiglio federale invita UBS a rilevare Credit Suisse

È quanto afferma il Blick, secondo cui l'accordo per la fusione verrà sancito domenica – Pressioni dalle banche nazionali di altri Paesi e critiche da Blocher – Via 10 mila posti di lavoro in caso di fusione? – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Il Consiglio federale invita UBS a rilevare Credit Suisse
Ats
18.03.2023 08:36
22:15
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Saltano 10 mila posti con la fusione?

Secondo Reuters, una fusione fra UBS e Credit Suisse potrebbe provocare un taglio di 10 mila posti di lavoro. 

22:14
22:14
UBS vuole 6 miliardi di dollari di garanzie dal governo

UBS vorrebbe almeno 6 miliardi di dollari di garanzie dal governo svizzero per una possibile acquisizione di Credit Suisse. Lo segnala Reuters sul proprio sito.

22:13
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I nomi in codice...

Credit Suisse è Cedar mentre UBS è Ulmus. Sarebbero i nomi in codice usati nelle trattative con le autorità svizzere per identificare le due banche. Lo scrive il Financial Times, spiegando che in serata è prevista una riunione sul futuro di Credit Suisse.

21:37
21:37
Le banche nazionali di altri Paesi mettono pressione

Il Blic riferisce pure di forti pressioni esercitate sulla Svizzera dalle banche nazionali di altri Paesi. Gli istituti, infatti, avrebbero fatto sapere al Dipartimento federale delle finanze che qualora non venisse trovata una soluzione entro domenica sera, saranno le stessa banche a tagliare le linee di credito. Tradotto: per Credit Suisse sarebbe il collasso.

21:26
21:26
Il Consiglio federale sollecita UBS

UBS dovrebbe rilevare Credit Suisse. È quanto afferma il Blick. L'accordo sarà sancito domenica in un incontro speciale tra il Consiglio federale e i dirigenti delle due grandi banche.

20:10
20:10
«No comment» da André Simonazzi

In serata, il Consiglio federale si è riunito per una riunione di crisi al Bernerhof, dove ha sede il Ministero delle Finanze. I consiglieri federali Viola Amherd, Elisabeth Baume-Schneider, Guy Parmelin, Alain Berset e Albert Rösti stavano lasciando il palazzo feudale, accompagnati dal portavoce del Consiglio federale André Simonazzi, quando sono stati intercettati da un giornalista del Blick. Simonazzi, interpellato in merito alla possibile fusione fra UBS e Credit Suisse, si è limitato a un «no comment».

Per il momento, la Cancelleria federale non ha rilasciato alcun commento.

20:07
20:07
Corsa per salvare Credit Suisse, nozze con UBS a un passo

Corsa contro il tempo salvare Credit Suisse. Stando a diversi media, le autorità elvetiche starebbero lavorando in collaborazione con quelle britanniche e americane alla ricerca di un accordo che metta in sicurezza il colosso svizzero e allenti le pressioni sull'intero settore bancario.

La strada individuata come 'unica opzione' per arginare la crisi di fiducia sarebbe quella di un'acquisizione da parte di UBS. Un'intesa - è l'imperativo - va raggiunta prima dell'apertura dei mercati lunedì, possibilmente anche prima.

I consigli di amministrazione delle due banche sono attesi riunirsi nelle prossime ore per valutare l'accordo su cui si sta lavorando freneticamente. I nodi da sciogliere sono molti.

Accantonato lo scetticismo iniziale a nozze forzate, UBS starebbe puntando a ottenere concessioni da parte della Banca nazionale svizzera (BNS) e dalla Finma, l'autorità di regolamentazione dei mercati, per portare a termine l'accordo. Fra queste qualche forma di indennità o di aiuto per coprire i possibili costi legali e le perdite future.

Uno dei maggiori ostacoli, secondo indiscrezioni, sarebbe la divisione banca di investimento di Credit Suisse, sulla quale UBS avrebbe sollevato perplessità per le perdite accumulate e per gli scandali di cui è stata protagonista. Mentre si lavora ai contorni dell'accordo, con UBS che potrebbe acquistare il 100% o solo una parte di Credit Suisse, Deutsche Bank monitora per verificare se ci dovessero essere aperture che le consentirebbero di acquistare alcuni asset della banca guidata da Ulrich Koerner.

Anche se al momento nessuna proposta formale sarebbe stata presentata, il dibattito interno a Deutsche Bank procede su quali asset di Credit Suisse potrebbero essere attraenti e a quale valutazione. Smentito invece da BlackRock un suo possibile interesse alle trattative.

Ai lavori per chiudere un'intesa rapidamente starebbero partecipando anche le autorità americane considerato che Credit Suisse e UBS hanno significative attività negli Stati Uniti e sono considerate importanti a livello di sistema. Per il Tesoro americano un accordo fra i due colossi svizzeri potrebbe tradursi in una minore pressione sulle banche regionali americane, e soprattutto su First Republic.

L'istituto è stato oggetto di una pioggia di vendite nell'ultima settimana, archiviata a Wall Street in calo del 72% nonostante l'iniezione da 30 miliardi di dollari da parte delle 11 maggiori banche americane. Colpita da una serie di downgrade da parte delle maggiori agenzie di rating, First Republic sta valutando le sue alternative, inclusa una raccolta di capitale tramite la vendita di azioni in un collocamento privato.

Un'altra opzione è quella di una sua vendita. Una decisione sulle prossime mosse è attesa a ore, anche in questo caso prima dell'apertura dei mercati di lunedì quando potrebbe essere annunciata l'acquisizione di Signature Bank da parte di Bank of America. Tutte operazioni che, nell'emergenza che si è venuta a creare e nel panico che si è scatenato, stanno spingendo le autorità ad accantonare il concetto di banche 'too big to fail', contro il quale si sono battute dal 2008 per anni.

20:02
20:02
Blocher: fusione Credit Suisse-UBS terribile per piazza economica

L'ex consigliere federale Christoph Blocher definisce una possibile fusione tra Credit Suisse e UBS come qualcosa di «terribile» per la piazza economica Svizzera. A lungo termine, sarebbe un problema anche per i clienti delle banche, afferma l'82enne in un'intervista al «SonntagsBlick», pubblicata già oggi sul sito del settimanale.

Ci sono attività che le aziende svizzere attive a livello internazionale possono svolgere solo con una grande banca, ad esempio in Svizzera con UBS o Credit Suisse, rileva il miliardario ex manager di EMS-Chemie. «Se non c'è più concorrenza, le aziende sono alla mercé di un'unica banca».

Blocher non respinge categoricamente un'acquisizione di Credit Suisse, in difficoltà, da parte di una banca straniera. «Non sarebbe di per sé un male», sostiene, ricordando che l'istituto finanziario è già in maggioranza in mani straniere.

«È più importante che i potenziali acquirenti siano seriamente interessati a stabilizzare la banca svizzera a lungo termine e a riconquistare la fiducia dei clienti», prosegue Blocher, per il quale l'attuale management non ha idee convincenti su come raggiungere questo obiettivo. La maggior parte degli errori di Credit Suisse sono stati commessi negli ultimi dieci anni, secondo l'ex consigliere federale.

Blocher critica anche il fatto che ci siano ancora banche di importanza sistemica «troppo grandi per fallire». «Ciò non dovrebbe esistere in un'economia di libero mercato». Nonostante tutti gli sforzi, non è stato possibile dividere le grandi banche in modo tale che le singole parti potessero fallire.

18:00
18:00
«Gli Stati Uniti lavorano con le autorità svizzere»

Le autorità americane starebbero lavorando con le controparti svizzere su un possibile accordo fra Credit Suisse e UBS. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali un'intesa sarebbe nell'interesse delle autorità di Washington, considerato che le due banche hanno attività negli Stati Uniti e sono considerate importanti a livello di sistema.

16:00
16:00
Deutsche Bank monitora e valuta l'acquisto di asset di CS

Deutsche Bank sta monitorando la situazione di Credit Suisse per verificare se ci saranno aperture per l'acquisto di alcuni asset della banca elvetica. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali al momento comunque non ci sarebbe alcuna proposta concreta.

Il dibattito interno a Deutsche Bank riguarderebbe quali asset di Credit Suisse potrebbero essere attraenti e a quale valutazione.

15:57
15:57
Già stasera il matrimonio tra UBS e Credit Suisse?

Corsa contro il tempo per Credit Suisse, UBS e le autorità svizzere per raggiungere un accordo sulle nozze fra i due colossi bancari già nella serata di oggi. Lo riporta il Financial Times citando alcune fonti, secondo le quali la Banca nazionale svizzera (BNS) e la Finma, l'autorità di regolamentazione dei mercati, hanno detto alle controparti internazionali che un accordo con UBS è l'unica opzione per fermare il calo della fiducia in Credit Suisse.

Secondo il quotidiano britannico, Credit Suisse sarebbe stato privato di circa 10 miliardi di franchi al giorno nel corso dell'ultima settimana.

Le autorità di regolamentazione di Stati Uniti, Regno Unito e Svizzera starebbero valutando la struttura legale dell'accordo. Quest'ultimo si baserebbe su una serie di concessioni a UBS. Il leader bancario elvetico vorrebbe essere in grado di soddisfare gradualmente i requisiti patrimoniali internazionali.

Il gruppo avrebbe inoltre chiesto un risarcimento o un accordo alla Confederazione per coprire eventuali spese legali.

Su richiesta dell'AWP, Credit Suisse e UBS hanno rifiutato di commentare le informazioni.

15:18
15:18
Le attività elvetiche di CS vanno scorporate

Il direttore di Ethos, Vincent Kaufmann, si è espresso a favore dello scorporare le attività elvetiche di Credit Suisse nel caso in cui la banca venisse acquisita da UBS. La nuova banca dovrebbe poi essere quotata in borsa in modo indipendente, ha dichiarato oggi.

Una fusione con UBS rappresenterebbe un rischio sistemico molto elevato per la Svizzera e «creerebbe anche un pericoloso monopolio per i cittadini svizzeri», ha dichiarato il capo della fondazione che consiglia le casse pensioni ed è particolarmente attiva sul fronte della finanza sostenibile all'emittente statunitense CNBC. Gli azionisti rappresentati da Ethos detengono complessivamente più del tre per cento delle azioni del Credit Suisse.

Non è la prima volta che Ethos si pronuncia a favore a questo riguardo, una proposta in tal senso era già stata fatta a ottobre dello scorso anno.

Come noto CS è organizzata in quattro divisioni: Swiss Bank, Wealth Management, Investment Bank e Asset Management. Quando si trovava sotto la guida di Tidjane Thiam, presidente della direzione fra il marzo 2015 e il febbraio 2020, l'istituto aveva preso in considerazione una quotazione dell'unità elvetica per raccogliere fondi volti a finanziare una ristrutturazione. Aveva però alla fine optato per un aumento di capitale che aveva raccolto 4 miliardi di franchi.

Da allora la banca è stata scossa da ripetute disavventure: in particolare il fallimento nel marzo 2021 della società finanziaria britannica Greensill Capital, in cui erano stati impegnati 10 miliardi di dollari attraverso quattro fondi, e l'implosione - nello stesso mese del medesimo anno - di Archegos Capital Management, il family office (cioè una società che gestisce uno o più patrimoni familiari) di un finanziere newyorkese di origine coreana, che è costata circa 5 miliardi di dollari a CS.

14:26
14:26
UBS avanza richieste al Governo per l'acquisizione di CS

UBS avrebbe chiesto alla Confederazione una sorta di rete di protezione (backstop) per l'acquisizione di Credit Suisse. Lo riporta Bloomberg evidenziando che le due banche ed i rappresentanti del governo non hanno voluto commentare. La prima banca svizzera avrebbe chiesto al Governo di «assumersi alcune spese legali o di altre perdite specifiche».

UBS sta esplorando un'acquisizione di tutta o parte di Credit Suisse. Uno degli scenari più probabili vedrebbe l'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS per ottenerne le unità di gestione patrimoniale, cedendo la divisione di investment banking. Sono, invece, ancora in corso i colloqui sul destino della divisione banca universale svizzera del Credit Suisse, che ha visto l'anno scorso una significativa performance.

La fusione tra i due colossi bancari, le cui sedi si trovano l'una di fronte all'altra nella centrale Paradeplatz di Zurigo sarebbe, secondo quanto scrive l'agenzia di stampa statunitense Bloomberg, un «evento storico per la Svizzera e per la finanza globale».

L'obiettivo sarebbe quello di annunciare un accordo tra le due banche al più tardi domenica sera anche se la situazione rimane molto fluida.

12:20
12:20
BlackRock nega l'interesse nell'acquisto di Credit Suisse

BlackRock non sta «guardando a tutta o a parte di Credit Suisse». Lo riporta Bloomberg dopo l'indiscrezione del Financial Times secondo cui il fondo americano starebbe lavorando a un'offerta per il colosso svizzero in crisi.

BlackRock «non sta partecipando ad alcun piano per l'acquisizione di tutto o parte di Credit Suisse e non ha alcun interesse a farlo», ha dichiarato il portavoce del fondo statunitense secondo quando riporta Bloomberg.

Il Financial Times aveva riferito che BlackRock sta valutando varie opzioni e sta lavorando con altri investitori su un potenziale accordo. Questo dopo che la banca svizzera ha avviato colloqui su una possibile combinazione con UBS.

I consigli di amministrazione delle due principali banche svizzere, secondo quanto riportato nelle scorse ore dal Financial Times, dovrebbero riunirsi nel corso del fine settimana per valutare una operazione per la combinazione tra le due società.

10:43
10:43
È caccia ai clienti di Credit Suisse

Credit Suisse (CS) starebbe facendo fronte a massicci deflussi di denaro in deposito e alcune altre banche elvetiche starebbero deliberatamente approfittando della debolezza dell'istituto per accaparrarsi i suoi clienti: lo scrive la Schweiz am Wochenende, che riferisce di essere a conoscenza di attività in tal senso di diverse banche cantonali.

Secondo il settimanale i consulenti degli istituti cantonali - che per la gran parte godono di una garanzia dello stato - hanno chiamato clienti che hanno conti anche presso CS, proponendo di spostare il denaro interamente sotto il loro tetto. Un caso simile, sempre stando alla testata edita da CH Media, sarebbe noto anche per la Banca Migros.

Presso UBS sarebbero invece in vigore istruzioni informali che invitano a non procedere in questo modo: nessuno ha interesse a mettere Credit Suisse in guai ancora più seri, sarebbe l'argomentazione della più grande banca svizzera. Banca che come noto, stando al Financial Times, sarebbe al momento impegnata in colloqui per rilevare il concorrente.

09:49
09:49
«Credit Suisse non può essere salvata»

Addio a Credit Suisse (CS), non è più salvabile: è l'opinione di Konrad Hummler, ex socio e direttore della banca privata Wegelin & Co, a suo tempo uscita praticamente distrutta dalla vertenza con il fisco americano. Si tratta di salvare il rating dell'intero sistema-Paese, afferma il banchiere.

«La Svizzera ha già fatto la cosa giusta, la Banca nazionale svizzera ha reagito rapidamente e ha assicurato a CS un aiuto di liquidità», esordisce Hummler in un'intervista pubblicata oggi dalla Neue Zürcher Zeitung (NZZ). «Tuttavia, questo ha calmato i mercati solo per poco tempo. Ora si tratta di capire come procedere. La situazione sui mercati internazionali del credito è molto tesa».

«Occorre chiedersi se Credit Suisse possa essere salvato: una volta che la fiducia se ne è andata, non c'è più», prosegue il 70.enne. «La mia opinione è chiara: se un istituto bancario raggiunge un punto in cui non è più possibile instaurare un rapporto di fiducia deve essere liquidato. Non si può risolvere un problema scaricandolo su qualcun altro.»

«La Svizzera ha il miglior rating creditizio al mondo grazie all'indipendenza della Banca Nazionale e a politiche finanziarie prudenti», osserva lo specialista. «Un impegno sbagliato nei confronti di Credit Suisse potrebbe danneggiare questa eccellente reputazione. Perché da questo rating dipende il rifinanziamento di tutte le aziende elvetiche».

Non crede più - chiede il giornalista - nel salvataggio di Credit Suisse? «Se devo essere sincero, no», risponde l'intervistato. «I mercati internazionali del credito stanno reagendo in modo troppo negativo. Il sistema è molto sensibile.

La Svizzera perderà quindi una banca. «Credit Suisse sarà liquidata in modo corretto, esistono metodi standardizzati che garantiscono il salvataggio delle divisioni sane della banca. Oppure la liquidazione di CS sarà trasferita a un'altra grande banca, e la Finma e lo stato si assumeranno la garanzia senza se e senza ma. CS non è insolvente, manca solo di liquidità».

Quello che è importante sapere è che «la tempesta non sta passando: sta procedendo dritta verso la Svizzera», conclude l'ex banchiere.

08:40
08:40
La Commissione per la concorrenza non vedrebbe di buon occhio la fusione

La Commissione per la concorrenza (Comco) non vedrebbe probabilmente di buon occhio una eventuale fusione tra Credit Suisse (CS) e UBS. Lo sostiene Eugen Haltiner, ex presidente della Finma, l'autorità di vigilanza dei mercati finanziari.

«La Comco avrebbe sicuramente delle riserve importanti perché entrambi gli istituti hanno una posizione dominante sul mercato», sostiene Haltiner in un'intervista pubblicata oggi dall'Aargauer Zeitung e da testate ad essa vicina. «Già la fusione fra l'Unione di banche svizzere (UBS) e la Società di banca svizzera (SBS) è stato un percorso sul filo del rasoio in termini di legge sulla concorrenza».

Nell'intervista Haltiner, che aveva orchestrato il salvataggio di UBS nel 2008, ha anche criticato la comunicazione del Consiglio federale e di CS. «Chi tace favorisce le speculazioni nei media, alimentando in tal modo i timori dei clienti e degli operatori di mercato».

«La Banca Nazionale e il Consiglio Federale dovrebbero agire in modo coordinato in termini di comunicazione», insiste Haltiner. «Avrebbero potuto dire: la BNS fornisce liquidità, il CS ha la stabilità necessaria, quindi non c'è motivo di preoccuparsi. Molti non sanno nemmeno che abbiamo una protezione dei depositi. E che le attività svizzere di CS sarebbero garantite anche in caso di catastrofe, perché esternalizzate a una società indipendente, una lezione appresa dalla crisi di UBS. Tutto questo avrebbe potuto essere detto».

Ma Credit Suisse - chiede l'intervistatore - potrà sopravvivere in modo indipendente? «Dipende molto da ciò che accade dal lato dei clienti», risponde l'intervistato, che ha fra l'altro lavorato a lungo per UBS. «Se non si riesce a fermare la fuga dei clienti, se i patrimoni e i risparmi continuano a essere ritirati, allora sarà davvero difficile per la banca. Questa dinamica deve essere spezzata».

08:36
08:36
UBS sarebbe in trattativa per l'acquisizione di Credit Suisse

UBS è in trattative per l'acquisto totale o parziale della sua travagliata rivale Credit Suisse (CS), secondo quanto riportato nella tarda serata di ieri dal Financial Times (FT). Stando al quotidiano economico inglese l'operazione avrebbe il sostegno della Banca nazionale svizzera (BNS) e dalla Finma, l'autorità di vigilanza dei mercati finanziari. 

BNS e Finma hanno detto alle rispettive autorità americane e britanniche che l'acquisizione da parte di UBS rappresenta «il loro piano A» per fermare la crisi di fiducia di cui soffre la seconda banca elvetica, scrive il giornale citando una fonte anonima a conoscenza delle trattative.

La BNS sarebbe intenzionata a disporre «di una una soluzione semplice prima dell'apertura dei mercati, lunedì», prosegue la testata. Il raggiungimento dell'intesa non sarebbe però sicuro: UBS intenderebbe infatti valutare i rischi che un'acquisizione totale o parziale potrebbe comportare per le sue attività.

Contattato dall'agenzia Awp, Credit Suisse ha rifiutato di commentare l'articolo, mentre la Commissione federale delle banche e la BNS non hanno potuto essere raggiunte nella serata.

Ieri il titolo CS ha perso in borsa l'8%, scendendo a 1,86 franchi, malgrado le rassicurazioni delle autorità e la linea di credito da 50 miliardi di franchi concessa mercoledì sera dalla BNS.