Psicologia

Blue Monday: no, oggi non è davvero il giorno più triste dell'anno

Complice la stagione fredda e le feste ormai lontane, il terzo lunedì di gennaio è ritenuto il più deprimente dell'anno, ma le cose non stanno proprio così
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Irene Solari
16.01.2023 16:43

Tempo grigio, freddo. Pochissima voglia di abbandonare le calde coperte e trovare la forza di iniziare una nuova settimana. È lunedì. Sì, ma non uno a caso: oggi è il terzo lunedì di gennaio, quello che è stato designato come l’ormai famoso Blue Monday. Il giorno più triste e deprimente dell’anno. Anche se, in realtà, questa ricorrenza è ormai stata smentita: il giorno più negativo non sarebbe davvero tale, ma si tratta di una bufala. Vediamo insieme il perché e partiamo dall’inizio della storia.

Sta tutto in una formula?

Ma come mai è stato indicato proprio il terzo lunedì di gennaio come il giorno più infelice dell’anno? Alla base di tutto troviamo niente meno che una formula. Non magica, ma matematica, ideata nel 2005 da Cliff Arnall, psicologo dell’Università di Cardiff. Lo studioso ha raggruppato in un’equazione diversi parametri che permettono di identificare – a suo dire – il giorno in cui, ogni anno, l’infelicità delle persone raggiunge il picco. A entrare in linea di conto le condizioni meteorologiche stagionali, l’ormai definitivo allentamento dalle festività e la prospettiva di avere davanti a sé un lungo periodo da passare in ufficio con i conseguenti scarsi livelli di motivazione. Ma anche il fallimento dei buoni propositi di inizio anno, che in questo periodo cominciano a delinearsi, e pure le eventuali uscite economiche accumulatesi dopo il periodo delle feste. E la fastidiosa, impellente sensazione della necessità di agire. Tutto questo senza dimenticare che è pure lunedì.

Ecco la formula con le sue varianti: W = condizioni atmosferiche; D = debito; d = salario mensile; T = tempo trascorso dal Natale; Q = tempo trascorso dal fallimento dei propositi per il nuovo anno; M = livelli motivazionali bassi; Na = sensazione di una necessità di agire.

La formula matematica di Cliff Arnall che ha dato origine al Blue Monday
La formula matematica di Cliff Arnall che ha dato origine al Blue Monday

Calcoli e pubblicità

Tuttavia, anche a un occhio poco esperto di matematica, è chiaro che questi parametri non si possano calcolare e definire in modo univoco, nonostante l’elaborato calcolo. Ed è di conseguenza impossibile condurre una reale stima sul livello della tristezza umana. L’esistenza della data più deprimente dell’anno, quindi, è stata smentita. Già. Anche perché, in realtà, non solo il calcolo sarebbe poco affidabile ma si tratterebbe di una trovata pubblicitaria pensata per promuovere i viaggi. In effetti, sarebbe proprio durante i periodi in cui ci si sente più giù di corda che si è più propensi a prenotare una vacanza. Niente rigore matematico e niente certezza scientifica dietro al Blue Monday, solo pubblicità. La stessa Università di Cardiff, da tempo, ha preso le distanze ricordando che Arnall era un semplice tutor che lavorava in una scuola collegata all’istituto. Eppure, il mito del Blue Monday resiste. E si rinnova di anno in anno.

Le origini della bufala risalgono in particolare a una campagna pubblicitaria di Sky Travel, anno di grazia 2005. Lo studio alla base di quella campagna non aveva – ovviamente – nessun fondamento scientifico. Di fatto, Sky Travel aveva promosso un’iniziativa senza argomenti validi per convincere i propri clienti che la tristezza, come detto, andava combattuta con un’arma specifica: la prenotazione di un viaggio. Perfino Arnall, a distanza di anni, confessò di aver partecipato – previo compenso – al tranello. 

Una cattiva influenza?

Sono diverse le voci che si levano contro la (finta) ricorrenza del giorno più triste dell’anno. Alcune contestano, spiega Wired, la banalizzazione della sofferenza che sta dietro a una reale depressione. Il Blue Monday rischierebbe, secondo queste critiche, di sminuire una patologia seria che nulla ha a che vedere con un giorno un po’ più sottotono del normale. Altri invece criticano il Blue Monday perché ritengono che sottolineare la negatività di un giorno in particolare potrebbe avere una cattiva influenza sulle persone sensibili o che soffrono già di ansia, portando a un ulteriore peggioramento di questi stati. Aumentando, di fatto, i pensieri negativi in una giornata che viene già definita come la più deprimente dell’anno.

Giorni sì e giorni no

A fare da contraltare alla negatività del Blue Monday, esistono anche i giorni più felici dell’anno? I ricercatori del Journal of Positive Psychology hanno descritto diversi pattern dell’umore in funzione dei giorni della settimana. Ad esempio, l’effetto venerdì (Thank God it’s Friday, grazie a Dio è venerdì), senz’altro positivo, si contrappone a quello del lunedì. Ma vi sarebbe anche quello che, sempre secondo Arnall, è il giorno più positivo dell’anno. Lo psicologo indica, infatti, come riferimento i giorni a cavallo del solstizio d’estate, attorno al 21 giugno. Ovviamente a pesare sulla bilancia del buonumore le ore di luce, la temperatura, l’attesa delle vacanze estive, ma anche i rapporti sociali più intensi e i ricordi delle estati precedenti. L'opposto, insomma, del Blue Monday. Peccato che, anche nel caso del giorno più felice, siamo di fronte a una bufala: a questo giro, fu un’azienda di gelati a pagare Arnall (poco meno di duemila sterline) per fini meramente commerciali.

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